23 Settembre 2014, 07.21
...a tutto tondo

Il pallista

di LoStraniero

L’universo è cosparso di palle. Quasi tutti i corpi celesti sono palle. Fanno eccezione le galassie, che sono piatte e hanno una struttura a spirale, e i piccoli asteroidi


I fisici ci dicono che la forma sferica di questi corpi deriva dalla gravità e dalla massa.
Vi sono poi molte altre palle, quelle artificiali costruite dall’uomo che fanno capo a una fisica diversa. Alcune sono dure come le bocce o le palle da bigliardo, altre sono elastiche come le bolle di sapone, i palloncini, le mongolfiere e in genere i palloni gonfiati.
Tutte queste palle hanno una geometria particolare.

Sareste capaci di tracciare un segmento rettilineo sulla superficie di una sfera? E se vi disegnaste anche un triangolo, quanto farebbe la somma degli angoli interni? Centottanta gradi, come sul piano?
Quando si ha a che fare con le palle, il quinto postulato di Euclide di Alessandria (325-265 a.C.) non vale più. Bisogna cambiare modo di ragionare.
Le difficoltà di calcolo aumentano se le palle non sono perfettamente sferiche.

Molti corpi celesti, come la Terra e altri pianeti, hanno, infatti, la forma di ellissoidi “oblati” perché schiacciati ai poli come si può osservare nella figura seguente:



Questa deformazione, dicono i fisici, è dovuta alla rotazione del pianeta sull’asse.

La durata della vita di questi oggetti dipende dalla loro struttura.

Le bolle di sapone, i palloncini e i palloni gonfiati non durano a lungo perché di struttura debole e instabile.
Corpi come il sole e i suoi pianeti sono abbastanza stabili e durano a lungo, anche se non mancano eventi che possono mettere a repentaglio la loro esistenza, non come materia, ma come forma e funzione.

Per la nostra Terra il pericolo che più si paventa, è l’impatto con gli asteroidi: grandi pietre composte di rocce ferrose che orbitano nella zona tra Marte e Giove e che, a seguito di scontri tra loro, cambiano orbita e possono colpire la Terra, com’è già avvenuto in passato nello Yucatan, in Siberia, in Arizona e perfino in provincia di Brescia.

L’altro nemico della Terra altrettanto pericoloso, incosciente e irresponsabile è l’uomo.
Avete mai visto qualcuno che non curi e tratti tanto male la sua casa?
La pressione esercitata da diversi eventi, interni o esterni, alla palla provoca spesso sulla sua superficie delle deformazioni. Se le pressioni sono particolarmente intense, essa si gonfia o si deprime in alcuni punti, per cui la struttura potrebbe cedere e la palla implodere o esplodere.

Per impedire tale deprecabile evento interviene il pallista (inteso qui nell’accezione di esperto di palle) che cerca di eliminare la depressione o il bitorzolo che si sono formati per ripristinare la forma originaria dell’oggetto.
Se ci riesce, tutti applaudono acclamandolo come salvatore della patria.

L’euforia per lo scampato pericolo si rivela però una vittoria di Pirro. Dura poco perché qualche tempo dopo appaiono altre protuberanze in altri punti, derivanti dalla pressione sul primo bitorzolo. E’ tutta una catena di bitorzoli e di pressioni.
Perché questo nostro mondo, ricco di risorse economiche, scientifiche e tecnologiche non riesce a risolvere gli annosi problemi della fame nel mondo, della diffusione della droga, della criminalità organizzata, della proliferazione degli armamenti, dell’inquinamento dell’atmosfera, della distruzione delle foreste?
Perché questi problemi sono così resistenti a qualsiasi tipo di soluzione?

Perché si ragiona e si agisce secondo un comportamento euclideo, una logica lineare, un approccio di tipo specialistico che consiste nello scomporre il problema in parti per poterne studiare le proprietà e ricomporre poi il tutto.
Questo modo di ragionare di tipo meccanicistico è profondamente radicato nel nostro modo di pensare: dinanzi al problema prestiamo attenzione solo alla parte che non funziona, cerchiamo di ripararla ricorrendo allo specialista.
La nostra ignoranza in questo campo è abissale. E ciò ci procura molti guai.
Si reagisce semplicemente all’evento adottando soluzioni unilaterali o nessuna soluzione, ma annunci e chiacchiere.

Passando all’Italia, riuscirà a risolvere i suoi problemi?
Per una maggiore comprensione bisogna immaginare il nostro paese come una palla.
Alla risoluzione dei problemi italiani noi deputiamo uno specialista: il pallista. Il quale, dall’unità d’Italia in poi, non è mai sfuggito all’approccio meccanicistico ai problemi. Non è colpa sua perché l’evoluzione non ci ha fornito gli strumenti per interpretare correttamente i sistemi nei quali siamo immersi. Perciò se la palla si deforma, egli interviene sull’anomalia tamponando momentaneamente il bubbone, ma provocando dopo un po’ un’escrescenza in un altro punto. Il suo atteggiamento è di tipo specialistico “chiuso” che mira a circoscrivere i problemi isolandoli dal contesto. “Risolviamo un problema per volta”, dice.

Il pallista italiano, salvo rari casi, si limita a reagire agli eventi.
Come l’uomo primitivo reagiva alle minacce immediate, così il pallista, che generalmente non ha una visione di lungo termine e non ha un piano generale, è costretto a inseguire continuamente le emergenze. Preoccupato di non perdere consenso cerca di accontentare tutti, promettendo. Promettendo, ma non mantenendo.
Il metodo non funziona quando i problemi sono strutturali: l’ottimo locale non coincide con l’ottimo globale.

Volando a bassa quota non si riesce ad avere un quadro d’insieme.
Occupato a inseguire gli eventi, al pallista sfuggono le cose più importanti.
Le principali minacce non derivano dagli eventi, ma da processi lenti e graduali che il pallista non riesce a vedere.
Perché siamo sempre in situazioni di emergenza? Perché terremoti, alluvioni, incendi, frane provocano sempre danni ingenti?
Perché si è data importanza ad altre cose, si sono privilegiate opere che procurino fondi illeciti e tangenti a certi soggetti. Che poi tali opere fossero necessarie e utili oppure no, non importa.
I lavori non partono finché non c’è accordo sulla spartizione, la quale, una volta attuata, fa perdere importanza alla realizzazione dell’opera.
Ricordate certe trasmissioni televisive che mostrano opere incompiute e abbandonate? E’ la prova che tali opere, come progetto iniziale, non erano concepite per i cittadini, ma per le tangenti.

E’ finito questo sistema o continua ancora?
Alphonse Marie Louis de Prat de Lamartine (1790 – 1869) scrisse nel “Dernier chant du pèlerinage d'Harold” i famosi versi sull'Italia " terra dei morti ".
E tutti si stracciarono le vesti.
Gesto inutile perché ci rimisero anche le vesti.
Se Lamartine avesse scritto: “Italia, terra di ladri” sarebbe stato più aderente alla realtà.

A proposito di francesi riporto i versi che Paolo Conte ha scritto nella sua canzone “Bartali”:
Oh, quanta strada nei miei sandali
quanta ne avrà fatta Bartali
quel naso triste come una salita
quegli occhi allegri da italiano in gita
e i francesi ci rispettano
che le balle ancora gli girano
e tu mi fai - dobbiamo andare al cine -
- e vai al cine, vacci tu. -


E’ pericoloso far girare le palle ai francesi. Son capaci di farci una rivoluzione. L’hanno fatta nel 1789. L’hanno fatta nel 1830. L’hanno fatta nel 1848. L’hanno fatta nel 1871.

E agli italiani non gli girano mai?
L’Italia, oltre a essere una terra di ladri, è anche una terra di sondaggi e pare che ne sia stato fatto uno anche sull’argomento.
Il risultato è laconico: agli italiani non girano perché non le hanno.

LoStraniero

.L'immagine è stata presa in prestito da Osteria di Pinocchio




Commenti:
ID49844 - 23/09/2014 12:28:26 - (Dru) - interessante, come par tuo, ma ho qualche appunto da farti.

tu dici, con delizioso fare, che la specializzazione ci ha portati a ridurre lo sguardo sulla parte escludendo, dalla vista di quello sguardo, il tutto e qui ti vengo dietro, questo sviluppo storico, che è l'anima della storia, riguarda ogni campo del sapere umano, non solo quello del nostro angusto e locale mondo politico. Ma ad un certo punto mi sorprendi ed esattamente quando, credo più per desiderio tuo che per ragione, insisti sulla nostra ignoranza in questo campo, credo riferendoti appunto al campo della specializzazione, altrimenti mi devi spiegare a cosa ti stavi in quel mentre proponendo di dire. Posso qui abbozzare dell'argomento che proponi la negazione di quanto vai dicendo e in "specifico" riguardo ad Euclide che è sicuramente il padre del Determinismo, in campo geometrico, ma che, in quanto tale, è il padre di ciò che in sede storica abbiamo fin da principio rifiutato, in quanto soffocamento proprio dello sviluppo storico.

ID49845 - 23/09/2014 12:44:38 - (Dru) - voglio qui incidere dicendo

che quanto vedi, e con occhio clinico e arguto analizzi, è il risultato di questo processo storico che ha nel tempo imposto il dominio dell'imprevedibile fenomeno sulla previsione di ogni "pretestuosa" teoria. Sicuro ora che rifiuterai questo mio discorso, perché è foriero di ansie per chiunque, non importa o importa poco a questo discorso, poiché la realtà va guardata in faccia, come è per il pavone che non creda di mettere la testa sotto la sabbia per essere al sicuro. Allora risulti chiaro a Lostraniero o quanti come lui, che non va cercata la causa di questo disfacimento, di una visione globale, se non in questo principio di "imprevedibilità".

ID49846 - 23/09/2014 12:48:18 - (Dru) -

Il Pallista, a questo punto, è Pallista proprio quando si assume la "responsabilità di prevedere ciò che" "nessuno può prevedere". E' questo significato che diamo alle cose che rende ogni previsione un discorso impotente e per nulla efficiente, significato che hai ben squadernato nelle tue prime considerazioni qui. Dunque, rimpiangere una visione che riduca i fenomeni a meri dati strutturabili e quindi prevedibili, è pura illusione se è il dominio dell'imprevedibile a mostrare quanto inefficace sia la teoria anticipatrice.

ID49848 - 23/09/2014 13:09:37 - (Dru) - i politici quindi, a differenza degli scienziati...

...hanno l'obbligo di mentire, di rassicurarci, mostrando appunto di prevedere negli anni ciò che nemmeno un sismologo può dire di domani, noi lo percepiamo, come ben descrivi tu, percepiamo fin da subito che le parole di promessa sono solo promesse senza contenuto, ma ammettiamo ciò che da un sismologo non accetteremmo e non sappiamo rendercene bene conto del perché, non sappiamo renderci conto di quale sia l'origine di questa differenza di atteggiamento e per questo non ci mettiamo al riparo da questa inutile politica. Ebbene, l'origine è in questo dominio dell'imprevedibile e se la politica non riterrà di capirlo sarà la solita politica che le spara talmente grosse, che questo basta a nascondere ogni inadempienza, fin tanto che qualche credulone sarà all'ascolto, altrimenti si metterà al servizio di questo principio e cercherà, con scienza (o coscienza), di adeguarsi al suo dominio.

ID49852 - 23/09/2014 15:09:45 - (Dru) - Scusate

Devo aver confuso animale.. ;-)

ID49854 - 23/09/2014 17:41:32 - (Dru) - Vedo che non parte la discussione, allora proseguo

Quando appunto scrivi il cuore della teoresi del tuo scritto, indicando nei processi lenti e non negli eventi le minacce che incombono sul Pallista senza armi, non ti avvedi che i processi lenti che qui esponi non sono altro che serie di eventi che non hanno più quel carattere causale che legherebbe l'evento attuale al successivo o tra quello passato a quello attuale, ma che questa serie si comporta, secondo il senso che diamo alle cose, casualmente, anche se con frequenti ricorrenze statistico probabilistiche. In questo processo casuale si mostra la pretestuosità di qualsiasi teoria anticipatrice e di qualsiasi struttura che lo voglia contenere.

ID49855 - 23/09/2014 18:02:36 - (Dru) -

Il politico può solo verificare e risolvere un evento alla volta non perché non voglia prevedere e governare un processo, ma perché non può prevedere la relazione e concausa di questo agli altri, la concausa e relazione non esistendo, se non come ricorrenze che non hanno che un grado possibile di certezza. Le politiche a lungo termine, al contrario di quanto ci si auspicherebbe, sono nel nostro tempo, le politiche più suscettibili di errore, perché non hanno il supporto della "realtà", la realtà che è vista nel senso che diamo alle cose, libere di oscillare, libere quindi di essere ma anche di non essere e quindi libere da ogni voluta previsione.

ID49862 - 23/09/2014 21:19:33 - (Capitano) - Bel pezzo di..... giornalismo, Il pallista :)

Mi ha fatto divertire..Complimenti a LoStraniero.

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