Settore gioielleria: i dati di Federpreziosi

In occasione dell’edizione 2014 di Vincenzaoro Fall tenutasi sino al 10 di settembre presso la Fiera di Vicenza, e nell’ambito dell’evento “Il dettaglio orafo dà i numeri”, la Federpreziosi Confcommercio (visita il sito) ha presentato per la prima volta nella sua storia, un rapporto molto dettagliato sullo stato del settore dei preziosi e dei gioielli in Italia, un rapporto ottenuto andando ad aggregare i dati provenienti da diverse rilevazioni di settore.

Il rapporto è stato redatto dal Docente di Economia e Politica delle Risorse Umane Paolo Ghinetti, ed è stato presentato alla presenza di Steven Tranquilli e del Presidente di Federpreziosi Confcommercio Giuseppe Aquilino.

I risultati all’interno del rapporto hanno riguardato principalmente due macro aree.
Un’area è quella che racconta qual’è, in termini numerici, la rappresentatività del comparto dei preziosi, come totale delle aziende e degli esercizi commerciali; una seconda area del rapporto va invece più a fondo nell’analisi, andando ad analizzare il percorso evolutivo che sia chi produce sia chi commercia preziosi ha seguito o sta ancora seguendo nel corso dell’ultimo anno.

Il quadro che emerge da queste analisi ha tinte a chiaro scuro.

Nel primo semestre del 2014 è certamente in negativo la differenza tra le nuove attività aperte e quelle chiuse, ma questa non rappresenta di per se una novità alla luce della crisi economica che il sistema Paese sta attraversando; ciò nonostante se si prende a riferimento il 2012 è invece aumentato il numero totale di imprese, cresciute  di circa 300 unità, da 16187 a 16451.

Un altro dato molto interessante presentato è quello che riguarda l’attrattività del settore preziosi rispetto a chi è intenzionato ad aprire una nuova impresa.
Ebbene anche da questo punto di vista le notizie sono tutto sommato buone, come certificato da diverse analisi in materia non ultime la rilevazione statistica di Infocamere per Movimprese, i dati dell’Osservatorio sulla demografia delle imprese del terziario di mercato, e finanche quanto riportato nello Studio di Settore di riferimento.

Insomma: l’oro ad oltre 40 euro al grammo non spaventa gli acquirenti, almeno quelli tradizionali o almeno non lo fa nella misura con cui la contrazione dei consumi si sta mostrando in altri settori commerciali.

In più c’è internet.
Il web si sta rivelando sempre più come la gallina delle uova d’oro per imprese vecchie e nuove che sfruttano la vetrina offerta dalla rete per proporre i propri gioielli, le proprie collane, anelli e bracciali per la linea donna (come in questo caso), oppure orologi e altri accessori per uomo (come qui).

In alcuni casi, vedi i grandi brand storici, su internet è addirittura possibile acquistare i gioielli, scegliendo se riceverli poi a casa o ritirarli presso un orefice convenzionato.
In altri casi invece il sito web proposto funge solo da vetrina di quelle che sono le creazioni disponibili mentre invece per l’acquisto vero e proprio si rimanda al rivenditore più vicino al domicilio del cliente.

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