26 Giugno 2016, 07.59
Pensiero

La vera libertà è l'assurdo

di Dru

Vi voglio parlare della libertà, ma non della libertà necessaria, no, vi voglio parlare della libertà vera


Ma per dirvi della libertà vera, prima vi devo parlare della libertà che così conoscete, quella necessaria.

La libertà necessaria consta del significato secondo la necessità.
Siamo liberi dalla necessità, questa la libertà necessaria.

Il laicismo è una forma di questa libertà, negli ultimi due secoli l'uomo è libero da Dio, cioè è libero di credere veramente senza per questo motivo di credere in Dio.

Se l'uomo credeva di salvarsi con l'aiuto di Dio, questo il significato della fede, oggi l'uomo crede di potersi salvare senza quest'aiuto.
In questo la libertà dalla necessità è una libertà apparente, in quanto l'uomo non si salva che con fede.
Si, prima in Dio, oggi nella tecnica, ma necessariamente, sia che sia amico di Dio, sia che sia nemico, ha fede, e così è, vive, con fede.

Ma vi è la libertà secondo la libertà e non secondo la necessità.

Ecco, della libertà in senso radicale non si pensa, perché il pensarlo costituisce l'assurdo e l'assurdo è l'impensabile.

La libertà secondo la libertà è la libertà di non essere.
La forma più radicale e quindi originaria della libertà necessaria è questa.

Il laico è veramente libero quando è e non è laico, quando è assurdamente.
Ogni cosa è libera da sé quando può non esser sé, cioè quando può esser altro da sé.

Un "esser se stesso" è un essere libero nel mondo e dal mondo della necessità quando questo "essere" sente di separarsi da questo mondo necessario, ma un "esser se stesso" è davvero libero quando l'"esser" si separa dal "se stesso" per esser altro da sé, in quanto ogni separazione dal mondo è una separazione dal se stesso.

Infatti un esser-se-stesso che non è libero di non esser-se-stesso, non è veramente libero, cioè la sua libertà è condizionata dalla necessità di esser-se-stesso.

Ora, pensare che le cose tutte, gli esseri, gli essenti siano nel tempo è pensare alla vera libertà solo se si pensa che quando non è il loro tempo "le cose non sono", cioè sono e non sono, perché la prima parte dell'affermazione tra apici dice dell'essente che solo la seconda dice che non è, dice della libertà vera.

Certo nessuno concede questa vera libertà alle cose nel tempo.

Il mortale, questo il pensiero libero, pensa che le cose vanno nel nulla, ma non concede che siano nulla, un poco come la stessa rabbia che oggi suscita l'Inghilterra libera dall'Europa, perché la libertà, al pensiero mortale, che la pensa continuamente, fa rabbia, per come è ogni assurdo, per il suo vero senso, quel senso inaudito che sta sotto ogni senso condizionato di libertà a cui ci fidiamo e di cui confidiamo per vivere.

Pensate a questo con profondità di pensiero: separarsi da qualcosa, il separarsi, è possibile?
Il Separarsi è il possibile?

Se il separarsi fosse, non sarebbe già da sempre? Come può qualcosa che non è, cioè qualcosa che è indipendentemente dall'esserlo, poter essere?

Se io sono qualcosa, posso anche non esserlo?
Perché questa è la vera libertà.

È questo il pensiero che getta tutti noi nel  terrore e nell'angoscia, anche se di difficile comprensione è per questo che noi temiamo e per questo motivo  siamo tutti uomini di fede.




Commenti:
ID66932 - 26/06/2016 09:41:47 - (Dru) -

Sarei lieto se qualcuno, che mi legge, prendesse in mano il coraggio del dire e dicesse, commenta a se, criticasse..

ID66934 - 26/06/2016 12:14:05 - (sonio.a) -

Mi spiace ma dopo due righe che leggo mi si spegne il cervello...dovr aspettare il suo amico eretico

ID66939 - 26/06/2016 14:59:37 - (snaf) -

dai dru, non farti scoraggiare da sonio.a, ce la puoi fare, ancora 48 commenti di tua mano in soliloquio e resti in media

ID66941 - 26/06/2016 17:22:40 - (Dru) -

altoidro, qualche osservazione?

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