Il tempo fugge... quindi «carpe diem»

“Dum loquimur, fugerit invida aetas: carpe diem, quam minimum credula postero.”
(Mentre parliamo sarà fuggito, inesorabile, il tempo: cogli il giorno, il meno possibile fiduciosa in quello successivo.)
Scriveva così Orazio nell’undicesimo componimento del primo libro delle Odi, per ricordarci che è meglio vivere ogni attimo di felicità come se fosse l’ultimo, dimenticarci dei nostri problemi e goderci l’istante, per non avere rimpianti quando la morte verrà ad abbracciarci.

“Memento mori”
(Ricordati che devi morire)
Dicevano così i frati trappisti, scavando ogni giorno la propria tomba, per non dimenticarsi della morte, smarrendo il significato della vita.

Rincorriamo il tempo, costantemente, temendo che se ci fermassimo anche un solo istante, tutto andrebbe avanti senza di noi: ogni cosa deve essere fatta nel modo più efficiente possibile, senza sprecare un solo minuto, dopotutto le lancette girano e non ci aspettano.

Tutto questo fa paura, è inutile negarlo: quante volte riusciamo a rilassarci completamente, senza iniziare a pensare a cosa dobbiamo fare il giorno dopo, godendoci il momento? Poche, pochissime volte, ne sono certa, parlo anche per me in fin dei conti.
Il nostro modo di vivere è un problema, la continua ansia di non fare abbastanza, di dover fare il maggior numero di cose possibili nel minor tempo possibile, praticamente viviamo a metà.

Dico ciò perché spesso ci dimentichiamo che la vita è una sola, lo so che questa frase è un cliché, ma è anche la verità, la morte non ci aspetta, ne sono la dimostrazione tutte le persone giovani che muoiono ogni giorno, alle quali viene tolta la possibilità di innamorarsi, di viaggiare, di andare all’università: di spiccare il volo.

Questa è la più grande delle ingiustizie, rende la nostra realtà crudele, ed è proprio per tale motivo che dobbiamo goderci ogni istante, gustarcelo, perché da un momento all’altro potremmo essere privati di tutto e allora avere rimpianti sarebbe orribile, ci accorgeremmo di quanto la nostra esistenza sia stata vuota, di come avremmo voluto fare tutto in modo diverso.

Non preoccupiamoci di cosa verrà dopo, viviamo il presente e facciamolo con il sorriso sulle labbra, lasciandoci alle spalle i problemi e accogliendo a braccia aperte gli imprevisti come se un domani non ci fosse.

Seneca disse (e aveva ragione) “La vita è breve: evitiamo, dunque, programmi troppo estesi: ogni giorno, ogni ora ci mostra la nostra nullità e ricorda a noi smemorati, con qualche nuovo argomento, la nostra fragile natura.
Allora noi, che facciamo programmi come se la nostra vita fosse eterna, siamo costretti a pensare alla morte.
Si volge, infatti, ad attendere il futuro solo chi non sa vivere il presente.”

“Comincia a vivere subito e considera ogni giorno come una vita a sé.”
Seneca

Manuela Pelizzari, 2 AL

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