Chi sta a destra e chi sta a sinistra?

L’Italia: una nazione fondata nel 1861, ma basata sulle fondamenta di un forte impero, capace di conquistare militarmente ed economicamente il mondo conosciuto, grazie anche ad una situazione politica molto forte.
Tuttavia, nei successivi anni, il nostro Stato ha dimostrato enormi lacune, con periodi alquanto disastrosi, come, per esempio, il periodo fascista in cui si è registrato un crollo economico e sociale.

“Sbagliando si impara”, ma è proprio vero? Oppure “la storia si ripete”? È più probabile la seconda, basti pensare al partito fascista di Mussolini e alla contemporanea Lega di Salvini che, oltre ad alcuni “toccanti” punti come il nazionalismo, principalmente condividono il modo di fare propaganda politica, con diversi mezzi, che riportano sempre al populismo (esaltazione del popolo).

Come abbiamo verificato nel fascismo (600mila vittime ed un bilancio economico disastroso), in termini più moderni e meno drastici, la Lega non ha dimostrato l’efficienza desiderata, bloccando drasticamente gli sbarchi, ma, principalmente, facendosi battere dal PD sulle espulsioni dei migranti irregolari; nei primi sei mesi di Governo la Lega ha espulso 3851 migranti contro i 3968 del PD.

Nonostante l'inefficienza del partito fondato da Bossi, i suoi voti sono tutt’ora in costante crescita, toccando il 36%.
Questo fatto è spiegato da due motivi: il primo è sicuramente dovuto all’alleanza con i grillini al Governo, dando la possibilità alla Lega di fare quello che meglio le riesce: l’opposizione, grazie ad una forte propaganda trasmessa su internet, quindi accessibile a tutti, con un linguaggio molto diretto e semplice che risponde a domande molto complesse.

Il secondo motivo è dato ad una scarsissima opposizione da parte del PD, dovuta principalmente dai tempi e dalle idee.
Nel 2019 il PD non dimostra un aggiornamento con i tempi, mantenendo molti vertici del glorioso PCI, ma continuando a dare la stessa impressione: il ragionare ancora nello stile del 20esimo secolo, ovvero il voto da parte dell’elettore verso lo “stemma”, indipendentemente dal leader, cosa totalmente errata, dato che il compito del leader oggi è animare lo spettacolo.

La politica ed il modo di fare politica sono assolutamente cambiati, cadendo anch’essi nel degrado di una generazione non troppo seria.
Fare spettacolo, ovvero dare all’ascoltatore risposte semplici a problemi grandi istruendolo nella semplicità, risulta fondamentale, cosa che il partito fondato nel 2007 non ha ben chiaro, dato che Zingaretti ha dimostrato di non essere il mago della propaganda, strappando uno scarso 22% (tra i minimi storici della sinistra in Italia).

Il fenomeno è confermato anche grazie alle orme del PD, ovvero Renzi, personaggio che con le sue mezze verità alla Berlusconi aveva strappato un 40,8% alle europee del 2014.

Ma se qualcuno pensa che il PD rappresenti la sinistra si sbaglia, dato che esso non rappresenta pienamente il lato “rosso”, sembrando per molti aspetti un partito liberale, come ad esempio la fetta di membri ispirati pienamente dal liberalismo sociale: corrente che mischia valori liberali con aspetti riprendenti il welfare state, utilizzata da personaggi come Obama e Macron nei loro mandati politici.

Se la sinistra non è più quella di Berlinguer, la destra non è più forte, sicura e stabile, come fu il colosso Demo-cristiano, ispirato a valori come conservatorismo e veri fondamenti cristiani, non da sovranismo e populismo estremo e mendace.
Sovranismo e populismo che, grazie a Giorgia Meloni che in piazza San Giovanni (RM) attaccò i “poteri forti”, assumono gli stessi obiettivi della propaganda comunista. Questo crea molta confusione negli elettori.

L’Italia è una splendida nazione, ma colpita da una serie di problematiche che ci rovinano: la classe politica non dimostra quello che deve dimostrare e non dà soluzioni valide.
Il modo per uscire da questa situazione è soltanto sperare che i nostri politici abbiano almeno loro le idee chiare o che arrivi un vero capitano a salvarci nel futuro.

Tommaso Franzoni

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