Vergomasco: «E al percolato chi ci pensa?»

L’elicottero dei carabinieri in volo insistente sulla discarica di Vergomasco, le auto dei forestali tutt’attorno e anche in paese, martedì scorso avevano allarmato non poco i cittadini di Odolo.

Quando però si è saputo che si trattava del “solito” sversamento di idrossido di calcio, come ormai viene rilevato spesso dai tutori dell’ambiente attorno al centro siderurgico di quella che si insiste ancora a chiamare Conca d’Oro, l’inquietudine negli odolesi è andata scemando.
Con buona pace del fatto che è stata rilevata anche la contemporanea presenza di quantità rilevanti di Piombo, Zinco e Cadmio.

Odolo si è allineato nella sostanza alle parole pronunciate dal suo sindaco, Marino Zinelli: «Confidiamo nella buona fede della ditta Vergomasco Scarl ed in caso di processo non abbiamo intenzione di costituirci parte civile».

Ieri, dunque, il sentire comune era: «Ovunque attorno a noi, e non solo a Odolo, ci sono montagne di scorie, ammucchiate quando si poteva farlo. Ora che fanno? Se la prendono con gli unici che da anni cercano di fare le cose per bene?».

Di più: non sarebbe la nuova discarica ancora attiva l’origine del percolato che viene riversato in quel che resta del torrente Vergomasco, dove tutto sarebbe impermeabilizzato alla perfezione, ma la vecchia, attivata negli anni Ottanta del secolo scorso, sulla quale è stato addirittura realizzato un parco.
L’hanno chiamato “Parco Rinascita" proprio pensando a cosa era stato fatto di quei luoghi in precedenza.

E sta proprio qui il problema, come affermano gli inquirenti: il gestore della nuova discarica si sarebbe impegnato a gestire anche le “magagne” ereditate da quella vecchia. Cosa che non sarebbe stata fatta a dovere.
Di qui il sequestro, doppio: la nuova discarica da una parte, sigillata; il parco che le sta a monte dove però si può tranquillamente entrare.

L’ipotesi di reato a carico dell’Amministratore della Vergomasco Scarl è da far tremare i polsi: inquinamento ambientale aggravato e scarico non autorizzato di acque reflue industriali contenenti sostanze pericolose. Vale a dire reclusione da 2 a 6 anni e multa fino a 100mila euro.

In attesa di vederci più chiaro anche qui però gli odolesi giustificano, perché sanno che la Vergomasco aveva già in progetto di risolvere il problema posizionando quattro vasche di captazione capaci di intercettare tutti reflui da dare poi un poco alla volta “in pasto” all’attuale depuratore.

«Vabbè: in cambio di un allargamento della discarica, ma cambia di poco» ammettono in paese.
E aggiungono: «Adesso che la discarica è sotto sequestro il rischio è che si allunghino i tempi, intanto il percolato dei sigilli se ne frega e continua ad uscire».