Solidarietà collettiva

L’idea è partita da Muscoline nei giorni scorsi, quando i venti di guerra in Ucraina hanno cominciato a soffiare più forte e l’ipotesi che si potesse in breve tempo arrivare a dover gestire profughi si stava facendo concreta.

«Ho proposto al mio sindaco, quello di Muscoline, di attivare la solidarietà collettiva, chiedendo ai cittadini di mettere a disposizione delle famiglie ucraine i propri appartamenti sfitti, a canone agevolato che sarà pagato dal Comune e dal Consorzio».
Così Albino Zabbialini, presidente del Consorzio Elettrico Medeghini, al 99% proprio di proprietà comunale.

Il Consorzio citato, che si occupa della gestione della centrale idroelettrica “Canova”, anche grazie ai costi energetici saliti alle stelle, ha chiuso con un bilancio lusinghiero come mai era successo: «L’idea che con parte dell’attivo si possa sostenere l’accoglienza di profughi, nei momenti di emergenza che ci si parano davanti, mi pare corretta» aggiunge Zabbialini.

Piace l’idea al “suo” sindaco Giovanni Benedetti, non si è mai tirato indietro quando c’è stato da gestire solidarietà ed aiuti per e fra i suoi concittadini, però mette le mani avanti: «A parte la difficoltà a reperire in questo momento risorse pubbliche, non posso non tenere conto del fatto che giusto in queste settimane mi ritrovo a dover cercare casa ad un paio di famiglie di immigrati che vivono in paese. Gente che ha sempre pagato regolarmente l’affitto e che però si è trovata sfrattata solo a causa del cambio di proprietà degli appartamenti in cui vivevano. Ebbene: non riusciamo a trovare loro un appartamento in affitto».

L’idea di Zabbialini però, cioè di recuperare risorse pubbliche e perché no anche private per sostenere l’accoglienza dei profughi, che molto probabilmente arriveranno a centinaia anche nella nostra provincia, è tutto meno che campata in aria e potrebbe essere “sposata” da altri amministratori.
Sappiamo infatti che l’accoglienza dei profughi che scappano dalle guerre, è più gestibile e meno “impattante” se gestita in modalità “diffusa”, piuttosto che in pochi e sovraffollati centri.