Il Dad... è tratto: arrivano i carabinieri

«Ma quali studenti svogliati? Tutta una montatura incredibile, come si fa a scrivere queste cose sul giornale senza informarsi su ciò che è successo veramente?».
Luca Bonomi, coordinatore del plesso scolastico di Casto, scuole medie, non ci sta a far passare i suoi ragazzi per dei disadattati incapaci di gestirsi a casa davanti al pc per la Dad (didattica a distanza), obbligatoria in questi giorni di “arancione scuro”.

Ma andiamo con ordine.
Tutto ha avuto inizio nei giorni immediatamente successivi al 23 febbraio scorso, quando in sequenza sono arrivati DPCM, ordinanza regionale e note di varia natura su ciò che si poteva e non si poteva fare a scuola.

«Ci si capiva poco, onestamente, così abbiamo deciso di comportarci come quando eravamo in zona rossa, accogliendo in classe ragazzi H (disabilità riconosciute), Dsa (Disturbi dell’apprendimento), Bes (Bisogni educativi speciali), 13 in tutto – spiega il professore -. A questi abbiamo aggiunto due ragazzini stranieri orfani di madre con papà sempre impegnato al lavoro e altri sei che avevano il dispositivo per farlo, ma anche difficoltà di connessione alla rete.
Voi non ne avete idea, ma io ho visto piangere una bimba perché il telefonino per collegarsi in Dad quella mattina non le funzionava.
A Casto è così, dipende dal punto in cui ti trovi, altro che ragazzini disadattati e svogliati che altrimenti se ne starebbero davanti ai videogiochi, come li ha dipinti qualcuno».

Poi però sono arrivati i carabinieri e non era tutto a posto.
«Vero, ce ne siamo accorti lì al momento: anche le difficoltà di collegamento vanno in qualche modo “certificate” da qualcuno autorizzato che va a casa dell’alunno e verifica l’effettiva problematicità.
Abbiamo sbagliato e insieme al maresciallo Marini che si è dimostrato oltremodo comprensivo siamo subito corsi ai ripari, chiamando a casa i genitori che venissero a riprendersi i loro figli. Di qui a montare un caso su questa storia però, ce ne vuole, vi pare?».

Un boccone amaro anche per i genitori coinvolti: «Ne prendiamo atto, vorrà dire che nei prossimi giorni vedremo di aumentare la capacità del wi-fi per permettere videoconferenze stabili – ci ha detto Lucia, una delle mamme coinvolte -. Però lasci che ne approfitti per ringraziare gli insegnanti delle Medie di Casto, perché in quest’anno così difficile per tutti noi hanno fatto di tutto per rendere più “normale” possibile la vita scolastica dei nostri ragazzi».

Per la cronaca: in un’aula c’erano sei ragazzini, tutti peraltro con “certificazione”; nelle altre frequentavano due o tre al massimo, ben distanziati, sempre con i “prof” collegati contemporaneamente in Dad col resto della classe.