28 Gennaio 2008, 00.00
O
Congiuntura economica

L'economia bresciana frena

di red.

Il quarto trimestre 2007 si č chiuso con la conferma dell’indebolimento dello stato di salute dell’industria manifatturiera bresciana.

Il quarto trimestre 2007 si è chiuso con la conferma dell’indebolimento dello stato di salute dell’industria manifatturiera bresciana. A sottolinearlo è la consueta analisi congiunturale realizzata dall'Aib, Associazione industriali bresciani.
Secondo l'associazione di categoria, la produzione ha registrato un aumento molto modesto, non sufficiente per recuperare la variazione negativa che si era verificata nel trimestre precedente. Il debole incremento dell’attività produttiva è stato favorito da una modestissima crescita della domanda interna, mentre la domanda estera è risultata in affanno.

L’indice grezzo della produzione industriale è cresciuto dello 0,91% rispetto al terzo trimestre del 2007 e dell’1,87% rispetto al quarto trimestre dell’anno precedente. L’indice medio della produzione industriale del 2007 ha registrato, invece, una crescita del 3,34%: si tratta di una variazione positiva inferiore a quella prevista nelle stime di preconsuntivo comunicate in dicembre, che conferma un indebolimento congiunturale più marcato rispetto alle previsioni, in connessione con le turbolenze nei mercati finanziari originate dalla crisi dei mutui sub-prime negli Stati Uniti.

Per i primi mesi di quest’anno le aspettative delle imprese bresciane si mantengono leggermente positive, grazie alla tenuta della domanda domestica, ma soprattutto al positivo andamento della domanda dai Paesi dell’UE. Il quadro generale risulta, tuttavia, complessivamente meno favorevole rispetto all’anno passato: su di esso permangono una serie di incognite che condizioneranno negativamente il ciclo economico mondiale. Ci si riferisce, tra le altre, alle quotazioni del greggio e delle altre materie prime, previste su livelli ancora molto elevati, agli effetti delle turbolenze sui mercati finanziari e allo “spettro” di una recessione Usa.

Sono queste le tendenze di fondo che risultano dall’indagine svolta dal Centro Studi AIB su un campione di 250 imprese manifatturiere bresciane.

PiĂą nello specifico, la disaggregazione dell'indice grezzo della produzione per classi dimensionali mostra, con riferimento al quarto trimestre 2007: un aumento sopra la media per quanto riguarda le imprese piccole (+ 2,13%), le medie (+ 3,25%) e le imprese grandi (+ 2,67%); un aumento appena superiore alla la media per le imprese medio grandi (+ 1,95%) e le imprese maggiori (+ 1,85%); un aumento sotto la media per le micro imprese (+ 0,01%).

La disamina per settore evidenzia, rispetto al terzo trimestre: un notevole recupero della produzione nel settore metallurgico e siderurgico (+ 4,53%); un incremento superiore alla media nei settori materiali da costruzione ed estrattive (+ 3,22%), legno e mobili in legno (+ 2,41%), meccanica tradizionale e mezzi di trasporto (+ 1,49%), maglie e calze (+ 1,19); un incremento nella media nel settore agroalimentare e caseario (+ 1,04%) e tessile (+ 0,95%); una variazione sotto la media, ma positiva, nei settori meccanica di precisione e costruzione di apparecchiature elettriche (+ 0,73%) e chimico, gomma e plastica (+ 0,2%); una variazione negativa nei settori abbigliamento (- 5,3%), calzaturiero (- 4,02%), carta e stampa (- 1,22%).

La variazione della produzione si è tradotta nell’aumento di circa mezzo punto del tasso di utilizzazione della capacità produttiva, che ha portato l’utilizzo degli impianti ad una percentuale dell’80,73%, rispetto all’80,25% del trimestre precedente e all’81,9% del quarto trimestre 2006.

Le vendite sul mercato italiano sono aumentate per il 26% delle imprese, diminuite per il 25% e rimaste invariate per il 49%.

Le vendite sui mercati esteri hanno registrato andamenti quasi analoghi: quelle verso i Paesi comunitari sono aumentate per il 23% delle aziende, diminuite per il 24% e rimaste stabili per il 53%; quelle verso i Paesi extra UE sono cresciute per il 21%, calate per il 29% e rimaste invariate per il 50% delle imprese.

I consumi energetici sono aumentati per il 26% delle aziende, con un incremento medio dell’1,07%.

Le giacenze di prodotti finiti sono ritenute adeguate alle necessità dall’81% delle imprese, alte dal 10% e basse dal 9%.

Le scorte di materie prime sono considerate normali dal 93% delle aziende, alte dall’1% e basse dal 6%.

I costi delle materie prime sono cresciuti per il 32% delle imprese, diminuiti per il 13% e rimasti invariati per il 55%. Complessivamente, i prezzi delle materie prime hanno registrato un aumento dello 0,64%.

I prezzi di vendita dei prodotti sono stati aumentati dall’8% delle aziende, l’11% li ha ridotti e l’81% non li ha variati. I prezzi di vendita sono diminuiti mediamente dello 0,09%.

Il costo orario del lavoro è cresciuto per il 21% delle aziende e rimasto invariato per il rimanente 79% per cento.

Gli investimenti effettuati nel trimestre sono aumentati per il 9% delle imprese, diminuiti per il 13% e rimasti costanti per il 78%.


PROSPETTIVE

Le prospettive per il primo trimestre del 2008 indicano uno scenario di leggera crescita della produzione. Infatti, l’attività produttiva è prevista in aumento dal 32% delle imprese, stabile dal 52% ed in diminuzione dal 16%. I settori con aspettative più positive, per quanto riguarda la produzione sono: abbigliamento, agroalimentare e caseario, calzaturiero, chimico, gomma e plastica, metallurgico e siderurgico, meccanica di precisione ed apparecchiature elettriche. I settori in cui si prevede invece un calo della produzione sono quelli della carta e stampa, del legno e mobili in legno, delle maglie e calze, dei materiali da costruzione ed estrattive, della meccanica tradizionale e mezzi di trasporto, del tessile.

Per quanto riguarda le classi dimensionali, le previsioni sull’andamento della produzione sono buone per le imprese medio grandi, grandi e maggiori. Sono positive per le altre classi, ad eccezione delle piccole imprese.

Gli ordini provenienti dal mercato interno sono previsti in aumento dal 25% delle imprese, stabili dal 55% e in diminuzione dal 20%. Per quanto riguarda gli ordini dall'estero: quelli dai Paesi UE risultano in aumento per il 28% delle aziende, stabili per il 56% ed in diminuzione per il 16%; quelli dai Paesi extra UE sono in crescita per il 20% delle imprese, stazionari per il 60% e in diminuzione per il 20%.

La manodopera non dovrebbe subire variazioni per il 73% delle imprese, diminuire per il 14% e aumentare per il 13%.


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