Protocollo di Kyoto, un impegno per l'ambiente

Rispettare gli impegni di Kyoto è stato uno degli obiettivi che ha guidato gli imprenditori del settore siderurgico.

L’impegno ambientale è stato sottolineato anche dal presidente di Federacciai Giuseppe Pasini in un intervento di inizio anno: «Le emissioni di CO2 degli impianti siderurgici, grazie all’applicazione delle migliori tecniche disponibili e all’elevata efficienza energetica raggiunta, si sono ridotte sensibilmente negli ultimi anni e si è prossimi al raggiungimento del limite tecnologico di riduzione - spiega Pasini -.

Le imprese siderurgiche italiane e bresciane hanno già compiuto ingenti investimenti che possiamo stimare nell’ordine di 900 milioni di euro negli ultimi cinque anni, di cui oltre 200 milioni di euro solo nel 2005, per l’adeguamento ai parametri del Protocollo e alla stessa Emissions Trading.

Il nostro settore è estremamente sensibile ai problemi legati all’ambiente; già oggi le nostre imprese adottano o stanno adottando le migliori tecnologie disponibili e partecipano a tutte le ricerche di punta e di innovazione a livello europeo quali il VI e il VII Programma Quadro».

«Da tempo ci stiamo impegnando per aderire allo Sviluppo Sostenibile: molte delle nostre aziende si sono dotate di nuovi Sistemi di Gestione per migliorare gli impatti ambientali dei propri impianti e sono sempre di più quelle che ottengono le certificazioni ambientali - continua il presidente di Federacciai -.

La siderurgia nazionale ha già ridotto le emissioni di CO2 del 25% dal 1990 al 2004 e dal 2005 in avanti le aziende perseguono importanti obiettivi di riduzione delle emissioni riportati nei vari piani nazionali redatti per il rispetto dello stesso protocollo. Le aziende lavorano entro i limiti di legge esistenti e derivanti dalle normative europee e nazionali le acciaierie stanno lavorando per adeguarsi entro il mese di ottobre di quest'anno alle migliori tecniche disponibili per la protezione dell'ambiente, previste proprio dalla normativa IPPC, con consistenti investimenti tecnologici».

I costi «ambientali» hanno ridotto la competitività italiana? «L’onere vincolante fissato dallo schema Emissions Trading grava di fatto solo su settori industriali come il nostro, che hanno già investito grandi risorse nell’abbattimento delle emissioni e nel miglioramento dell’efficienza energetica, quando è unanimemente riconosciuto che l’aumento complessivo delle emissioni di CO2 negli ultimi anni è attribuibile in larghissima misura a settori come quello dei trasporti o il residenziale, attualmente non assoggettati ad alcun concreto impegno di riduzione. Il nostro settore, - conclude Giuseppe Pasini - nonostante numerose difficoltà e una concorrenza internazionale sempre più forte, ha recentemente dimostrato grandi potenzialità di sviluppo e una forza trainante che deve essere sostenuta per rilanciare il volano dell’economia italiana».

Da Bresciaoggi

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