08 Agosto 2007, 00.00
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Consumi dei bresciani

Le bollete del gas non sono tutte uguali

Le bollette del gas pesano sul bilancio di una famiglia molto più di quelle di acqua e luce. «Ed è questo che rende il settore particolarmente delicato».

Le bollette del gas pesano sul bilancio di una famiglia molto più di quelle di acqua e luce. «Ed è questo che rende il settore particolarmente delicato». Si apre con questa premessa la relazione condotta da Carlo Scarpa, docente della facoltà di Economia di via San Faustino, per conto della Provincia, sui «Costi della fornitura del gas naturale».

Considerando un consumo annuo pari a 1.400 metri cubi, la spesa lorda media sostenuta da ogni utente bresciano è di 781,1 euro, mentre quella al netto delle imposte è di 441,7 euro e quella al netto anche della quota trasporto per connettersi alla rete nazionale (indicata con la sigla «Qt») è di 399,1 euro. Teniamo a precisare che quest’ultimo valore corrisponde a quanto effettivamente incassato dal distributore/ venditore di gas e non a quanto realmente sborsato dal contribuente che, invece, corrisponde alla spesa lorda.

Per stimare le differenze nei prezzi praticati ai consumatori, Scarpa ha fatto riferimento alle tariffe del 2004 dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas. Dati che considerano tutti i comuni della nostra provincia serviti da gas naturale (sono 162) tramite gasdotto, con l’unica eccezione per il comune di Corteno Golgi, dove il gas naturale è portato da un carro bombolaio.

Per valutare la varietà delle condizioni economiche di fornitura nel territorio sono stati poi costruiti tre profili standard di consumo per utenze domestiche che sulla base delle indicazioni dell’Autority per l’energia individuabili in «piccoli utenti» (con livelli di consumo pari a 1.000 metri cubi annui), «medi utenti» (con 1.400 mc/anno) e «grandi utenti» (con 1.900 mc/anno pur restando nell’ambito delle utenze domestiche).

Ritenendo che il «cittadino/ cliente» più rappresentativo sia quello medio, con un consumo di 1.400 mc/anno, il comune più a buon mercato risulta essere Carpenedolo con una spesa annua pari a 705,3 euro e quello più caro è Borno dove la bolletta (media) è di 897 euro, cosicchè la differenza tra le tariffe massime e quelle minime ammonta a circa 200 euro l’anno (circa il 30% in più di quanto non paghi chi si trova nel comune più parsimonioso).

Cercando di disegnare una logica alla differenziazione dei prezzi, il professor Scarpa è andato a sezionare le tariffe applicate, in media, da ogni azienda che fornisce di gas. Più costoso il conto presentato dall’Enelgas (443,7 euro l’anno), più misurato, invece il prezzo della bolletta emessa da Valle Camonica Servizi (con 348 euro). «Pare evidente fin da ora che esistano differenze tra i Comuni che non è facile comprendere» scrive nella sua relazione Carlo Scarpa, ma a questo nessuno gli ha ancora dato risposta.

Erminio Bissolotti
Da Giornale di Brescia


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