Il contributo da parte di Davide Bondoni ci pervenuto un mese fa. Per cause non imputabili a volont censorie lo pubblichiamo ora. Che quanto mai attuale.
La ringrazio infinitamente del suo commento. La ringrazio, anzitutto, per avermi risposto e poi per i suggerimenti che mi dà. Purtroppo, certi concetti non sono facili da spiegare in due parole e con semplicità. Sicuramente, non sempre mi riesce di farmi capire al meglio. Quello che posso dire è che se legge, per esempio, Husserl a cui mi sono ispirato non lo troverà certo alla mano; così, come il paradosso del mentitore e del sorite a cui alludo alla fine, che hanno affaticato la mente umana per millenni (e a cui Gödel si ispirò). Ha ragione lei: è più facile occuparsi di cose più quotidiane che non la mente umana. D'altrone, io credo che siamo quasi arrivati ad un punto limite. Nel caso specifico del mio paese, certe volte penso che si voglia suicidare (se non l'ha già fatto). Comunque, grazie ancora.
Prendo spunto dalla fotografia di oggi "dopo la festa", e potrei prendere un milione di esempi simili. L'ambiente pare qualitativamente elevato ma l'uomo che l'ha usato, lo è molto, ma molto meno. No?
Si. Ha ragione. Solo una piccola cosa: il problema è che non possiamo dividere l'uomo dall'ambiente.
Pregevole approfondimento di concetti e significati. Peccato che perda per strada il soggetto più significativo che sembra voler mettere in primo piano : l’uomo. Proprio partendo dalla constatazione che l’uomo, il suo comportamento, il suo modo di relazionarsi con gli altri, non è quasi mai il risultato di un processo logico deduttivo privo di contraddizioni, ma più spesso l’espressione di un caos emotivo che trova il suo motore nell’esigenza dell’esistere e del sopravvivere. La possibilità di non reprimere quest’esigenza vitale è, secondo me, la conquista più significativa dell’affermazione dell’uguaglianza illuministica. Questo vale per l’ ’umile che per il colto . La società ha perso per strada capacità di analisi più razionali ? senza essere disturbata dal rumore di fondo del non pertinente ? Può darsi ma io non
Mi scusi, ma non capisco. Forse mi sono espresso male, ma io non intendevo che il soggetto potesse essere l'esito di un processo deduttivo. Come lo potrebbe essere. Al contrario, io mi sono rifatto al concetto husserliano di Fundierung, per cui non esiste un'entità astratta 'uomo' da una parte e l'ambiente dall'altra, ma una relazione, un tutto gestaltico, che fonda i due poli, soggetto ed oggetto. Quindi, un'analisi qualitativa, non quantitativa. E' l'illuminismo (Horkheimer e Adorno) che ci ha condotto a questa estrema ed astratta razionalità irrazionale. Pensi alla scuola di Francoforte, allo slancio vitale bergsoniano, alla fenomenologia e anche alla filosofia nietzsceana; sono tutti tentativi di denunciare la mancanza di qualità. In realtà, io ho scritto esattamente quanto lei mi rimprovera di non aver fatto. Non ne abbia male per questa mia osservazione.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/08/29/il-leghista-al-centro-commerciale/54457/. Leggendo questo articolo con i relativi commenti, l'ho associato al problema con cui ha aperto la discussione "L'uomo o il lago?". Non posso copiarlo perchè troppo lungo. Saluto. C.Massensini
Caro Macebs, L'articolo del leghista che cerca la sua identita' nel megastore proprio non l'ho capito. Che il territorio del nord-est sia devastato come tutto il litorale emiliano-romognolo e i posti piu' belli d'italia distrutti dal cemento e seconde case e' un dato di fatto. Che neanche la lega dimostri quella sensibilita' ambientalista necessaria per la salvaguardia del territorio e' lapalissiano. Ma le tipicita' e i dialetti in questo non c'entrano proprio niente. Piacerebbe anche a me, come credo a molti leghisti, fare la spesa alla bottega, ma costa troppo.
quello che dice, sign.Valdo, sui prezzi. Ma da Vobarno a Gavardo ci sono 12 fra supermercati e discount. Tutti necessari? Giustificano la cementizzazione sfrenata? Anch'io li uso, ma nessuno della mia famiglia ci passa il sabato pomeriggio. Che tristezza! E non solo ragazzini, ma intere famiglie. Perfino a Pasquetta al posto della tradizionale (parola cara ai leghisti) scampagnata. Parlando dialetto e mangiando la "cassoela" non si preserva nessuna identità, si è solo patetici. Ma per tornare al rapporto uomo-ambiente, quando apro le finestree vedo una distesa di costruzioni senza alcun senso e criterio
senza alberi, che effetto può avere a lungo andare su di noi? Ci si adegua? L'ambiente ridotto in questo stato mi modifica? Non ho risposte, ma ci penso. Soprattutto penso ai bambini costretti a subire un degrado spesso imposto solo per l'avidità di qualcuno. saluto.
Sinceramente, non intendevo proprio questa dicotomia che voi presentate, ma certamente, il richiamo al proprio dialetto indica la paura di perdere la propria identità, di venir cementificato in una struttura sociale anonima. Il punto è che questi richiami divengono inutili se non incastonati in una visione della realtà più ampia. Il fatto che il leghista passi dall'esaltazione dei suoi miti passati alle lodi del megastore segnala proprio questo. Cioè, che quella del leghista è una pretesa che non va lontano e che talvolta tradisce le proprie origini nella civiltà tardo-borghese. Semplicemente, cavalca l'onda di risentimento di alcuni strati della popolazione; non è espressione autentica dei sentimenti umani. Inoltre, il leghista, per sua vocazione, contrario ad accettare il diverso non può strutturalmente accettare la valorizzazione della natura (in quanto elemento qualitativo e 'altro'). Cementificare il lago e non
accettare l'extra-comunitario nella sua alterità radicale sono solo due facce della stessa medaglia. Inoltre, ricordo che qualche tempo fa, qualcuno aveva imposto la sua linea politica nel rifiuto del capitalismo che allora angosciava la popolazione, rifacendosi ad un ritorno a delle presunte tradizioni. In realtà, chi gestiva il potere conosceva bene l'organismo economico, fino ad intuire che il modello liberale era ormai finito. Dietro un'apparente condanna, c'era un uso sapiente (nonostante la sua barbarie) del sistema economico. Hitler intuì quello che in America aveva capito Roosvelt: la necessità dell'intervento statale nel processo economico e la politica del deficit-spending che Keynes avrebbe teorizzato. Nella repubblica di Weimer lo stesso Stresemann non l'aveva capito. Quindi, non mi stupisce la convivenza di 'richiamo alla natura' e lodi del 'piatto progresso'. Per risolvere la questione, bisogna andare alla radice. Non è
sufficiente condannare un parcheggio che deturpa. Troppo facile! Non si può scegliere sempre la strada più corta. Così, nei vari convegni si condannano gli abusi contro la natura, ma la società nel suo complesso va avanti per la sua strada. Non perchè queste condanne non siano sincere, ma perché non hanno radici sufficienti e una struttura teorica che le permetta di andare oltre alla semplice contestazione. La polemica manca dell'ossigeno necessario per affrontare un'impresa difficile.
Non si puo' dire che e' colpa del governo se piove. Come non si puo' dire che a passare il sabato al super mercato siano i leghisti. Il signore che scrive sul " fatto quotidiano" parte in pratica da una tesi sbagliata per dimostrare qualche cosa che forse e' giusto. Ma il suo ragionamento non ha valore.
Ha ragione. Di questo mi scuso. Io non volevo colpire i leghisti, nè fare politica. Ho semplicimente esemplificato. Nei megastores di tutto il mondo passa il tempo la gente di qualsiasi opinione politica. Qui si parlava di leghisti e io ho parlato di loro. Se si fosse parlato di comunisti, avrei detto lo stesso. Non c'entra la politica. Anzitutto, come già detto, non credo nella facile polemica e in certe prese di posizione troppo ovvie che spesso nascondono l'opposto. Prima di poter parlare di politica, bisogna risolvere il problema umano che sta a fondo. E' questa la mia idea fenomenologica-gestaltica. La considerazione della realtà come un tutto su cui si fondano i vari elementi delle relazioni.
Forse sono stato frainteso. Non mi riferivo agli interventi di davidebond, nella difesa non richiesta dei leghisti, ma all'articolo che macebs cita e apparso sul "fatto quotidiano" del 29/08/10. IL LEGHISTA AL CENTRO COMMERCIALE
Lo spunto me lo fornisce l'omelia del vescovo Monari che, domenica scorsa, ha inaugurato ia bella chiesa parrocchiale di Vobarno dopo l'insulto del terremoto e del tempo. In sintesi, ovviamente. "Per questa chiesa il restauro è finito, ma il nostro è in corso e non si conclude mai". Il problema è a monte e vale e per il restauro di una chiesa e, ad esempio, per il "restauro" di una periferia. Che non ha senso se non se non prevede un "restauro" dell'etica personale. Un'impresa enorme e mai conclusa. Spero di essermi spiegata.
Esatto. Non c'è altro da aggiungere.
Confusione Ancora un contributo di Davide Bondoni alla discussione sulla "questione" del lago. Pubblichiamo volentieri.
La salvezza del lago come atto mancato Ci scrive Davide Bondoni, rispondendo ad alcune osservazioni dei lettori indirizzate ad un suo precedente contributo. Si parla di lago, ma anche di rapporto fra uomo e ambiente. Interessante.
Come in un'orchestra Riflessioni e anche proposte. Davide Bondoni torna sul tema del suo ultimo contributo sula vita pubblica del centro lacustre di Anfo.
Legittimità e contrattualismo Intorno ai problemi del lago, pi che il merito, oggi Davide Bondoni affronta il metodo. Il parallelo con Stoccarda.
Cambio della guardia in Pro Loco ad Anfo. Davide Bondoni rende noto il cambiamento in seno all'amministrazione della Pro Loco che lui ha provato gestire per un po'. Pubblichiamo volentieri.
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ID3328 - 07/08/2010 16:32:00 - (macebs) - Una piccola critica
Se la lettera fosse stata più semplice e meno lunga, forse, avrebbe avuto più lettori. Sul contenuto, ha perfettamente ragione. Anche se è molto più semplice alzare il livello qualitativo del lago (o di qualsiasi altro ambiente) che non quello umano.