Il ministro Pichetto Fratin: «Affidamento sospeso in attesa dello studio sul fiume»

Il depuratore del Garda può attendere. Almeno fino a quando non si avrà l'esito dello studio ecofluviale del Chiese.
Il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, in una risposta scritta, chiarisce la posizione del Governo sulla mega opera dopo l'interrogazione parlamentare presentata dall'onorevole Cristina Almici.

Dopo aver ripercorso i passaggi dell'iter relativo al progetto, a partire dal protocollo d'intesa firmato nel 2017 che sanciva il «distacco» dal depuratore di Peschiera dei paesi della sponda bresciana del Benaco, ad eccezione di Desenzano e Sirmione, il ministro conclude che «se i motivi di urgenza nella prosecuzione dell'iter verranno valutati tali da poter consentire la sospensione momentanea delle procedure di affidamento della progettazione dell'opera, sarà opportuno attendere l'acquisizione degli esiti dello studio che la Regione Lombardia affiderà per le valutazioni sullo stato ecologico del corso fluviale».

In sostanza, «se l'ispezione commissionata da Acque Bresciane dovesse confermare che le condotte sublacuali non sono una bomba ecologica e non richiedono nessuna tempestiva dismissione, pur necessitando una manutenzione costante, non solo sarà possibile attendere lo studio per conoscere lo stato ecologico del Chiese - sottolinea la stessa Almici -, ma anche la nomina del commissario diverrebbe ingiustificata, mancando i presupposti di pericolo grave per l'incolumità e la sicurezza pubblica».

«Confermando l'importanza della depurazione del bacino del Garda, e viste le delicate vicende di queste settimane, la nostra interrogazione parlamentare intendeva fare chiarezza sull'evoluzione e sulle sorti del progetto», afferma il coordinatore provinciale di Fratelli d'Italia Diego Zerneri, che aggiunge come FdI «sia stata sempre scettica e contraria al commissario. La localizzazione del depuratore del Garda dovrebbe quindi tornare nelle competenze della Provincia, ente che rappresenta i territori».

La scelta di riaffidare alla Provincia la partita del depuratore «consentirà di non sprecare 5,5 milioni di euro per la stesura di un progetto che potrebbe non essere quello da realizzare - aggiunge il consigliere provinciale delegato all'Ambiente Gianpaolo Natali -, oltre a rivalutare un'opera che da un'ipotesi iniziale di spesa di 114 milioni di euro è lievitata a 202 milioni, soldi che in gran parte graverebbero sulle bollette dei bresciani».