Interrogazione al Ministro sulla questione depuratore

Cristina Almici, eletta lo scorso 25 settembre alla Camera dei deputati nelle fila di Fratelli d’Italia, ha depositato in Parlamento una interpellanza scritta rivolta al ministro dell’Ambiente e sicurezza energetica, Gilberto Fratin, con l’intento di fare chiarezza sulla vicenda del depuratore del Garda.

Cristina Almici, vicesindaco di Bagnolo Mella, già nel 29 luglio del 2021 aveva presentato in Broletto una mozione sul «progetto depuratore del Garda e nomina del commissario straordinario» che aveva come scopo quello di rivendicare il ruolo costituzionale della Provincia e affermare l’assenza dei presupposti previsti dall’articolo 120 della Carta, che chiarisce quando il Governo può sostituirsi agli altri organi dello Stato.

In Consiglio provinciale Lega e Forza Italia non hanno votato la mozione, passata con i voti di Fratelli d’Italia, di Maria Teresa Vivaldini (Noi Moderati) e del centro sinistra.

Al termine della seduta è stato diffuso un documento in cui si legge che: «lo Stato (il commissario straordinario) deve rispettare le scelte effettuate dagli organi preposti (La Provincia, l’Ato eAcque Bresciane), operando alfine di consentire la rapida attuazione del sistema di collettamento e depurazione del Garda».

La scelta della Provincia per il depuratore del Garda, all’epoca, era caduta su Lonato, con l’approvazione della così detta mozione Sarnico.

«L’intento» spiega oggi Almici «è in qualche modo far valere quella mozione in Parlamento. C’è poi in ballo la questione dello studio sull’ecosistema del fiume Chiese, che vale la pena di tenere in considerazione».

Per lo studio, affidato all’Università di Parma, la Regione ha stanziato 120mila euro.