15 Dicembre 2021, 07.00
Gavardo Prevalle Garda
No depuratore

Sindaci del Chiese: «Troppe anomalie e irregolarità»

di Cesare Fumana

Per questo 11 Comuni hanno presentato il ricorso contro la nomina del commissario. L’appello per i nuovi consiglieri provinciali


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Sono troppe le anomalie e le irregolarità che hanno portato alla scelta di Gavardo e Montichiari come sedi dei due depuratori per le fogne dei Comuni gardesani che hanno costretto 11 comuni dell’asta del Chiese a presentare ricorso al TAR contro la nomina del commissario prefettizio per la depurazione del Garda.

Ieri nella sala consigliare del Municipio di Prevalle si è tenuta una conferenza stampa dei sindaci dei comuni coinvolti che si oppongono a quest'opera motivando il perché di questa azione.

«La nomina del commissario e la scelta di questa collocazione sono avvenuto sotto una pressione politica portata avanti dall’onorevole Gelmini nella sua veste di presidente della Comunità del Garda che ha abusato della sua posizione di parlamentare e di ministro per ottenere il commissariamento». Così si è espresso Marco Togni, sindaco di Montichiari. Questa vicenda è stata vissuta come un sopruso contro la politica Bresciana che aveva sancito con la “mozione Sarnico” una scelta logica e di buon senso, vale a dire: i depuratori consortili vanno realizzati nel territorio a cui fa riferimento la depurazione.

Mancanza di trasparenza

Fra le tante anomalie c'è l'assenza di verbali della cabina di regia presso il Ministero dell'Ambiente (ora della Transizione ecologica) che dal 2017 si sta occupando della questione della depurazione dei comuni gardesani.

La mancanza di trasparenza giunge anche dalle Università. I sindaci hanno richiesto l'accesso agli atti sulla procedura seguita dall’Università di Brescia per giungere alla scelta di Gavardo e Montichiari. Accesso negato con la seguente motivazione: il lavoro svolto è un contratto privatistico fra Acque Bresciane e l'Università e non un atto amministrativo.
«Ma come - si chiedono i sindaci - se sono enti pubblici, che si occupano di un progetto pubblico, finanziato da soldi pubblici, come può essere negato l’accesso agli atti?».
C’è più di un sospetto che ci sia qualcosa da nascondere, ricordando anche l’audio che è trapelato del prof. Bertanza che dice che nel progetto mancano alcuni costi…

Tutta la procedura non sta seguendo l’iter che compiono abitualmente le opere pubbliche, a maggior ragione un’opera così impattante e con un esborso di soldi pubblici così importante (più di 200 milioni di euro, che per metà finiranno nelle bollette dei bresciani…).
«Un progetto così ampio avrebbe bisogno di una Vas (Valutazione ambientale strategica) oltre che della Via (Valutazione di impatto ambientale), come è stato sottoposto il progetto della sponda veronese: perché quello di Brescia non segue lo stesso iter?», si chiede il sindaco di Montichiari.

Il sindaco di Gavardo, Davide Comaglio, porta invece all’attenzione su un'altra questione: cioè il parere della Soprintendenza che ha dichiarato che il sito di Gavardo non è idoneo in quanto area verde da preservare.
«Un parere come questo su un’area vincolata non permetterebbe neanche di aprire una finestra in una parete di una casa. Figuriamoci per un nuovo depuratore».
Inoltre nell'area persiste un vincolo di tutela archeologica che il sindaco di Gavardo intende far valere.

Un progetto che non c’è

Inoltre il commissariamento ha senso, secondo il decreto Sblocca cantieri da cui deriva, per accelerare le procedure di un progetto. In questo caso invece il progetto vero e proprio non c'è. «Si tratta di una scelta politica – ribadiscono i sindaci – alla quale i tecnici si sono dovuti adattare per sostenere questa tesi».

Il primo cittadino di Muscoline Alessandro Benedetti ha sottolineato come l'impegno dei sindaci derivi dal fatto di essere eletti dai propri concittadini per difendere il proprio territorio: il ricorso al TAR è necessario a causa delle azioni di altri enti pubblici.

Anche Simonetta Gabana, sindaca di Calvagese, e Corrado Romagnoli ,vice sindaco di Paitone, appoggiano la mozione contro il commissariamento «perché è una calata dall'alto e che scavalca anni di lavoro che avevano portato una scelta condivisa in provincia».

Infine l’appello ai sindaci e ai consiglieri comunali che il prossimo fine settimana eleggeranno il nuovo consiglio provinciale e ai futuri consiglieri provinciali perché certamente dovranno ancora occuparsi della questione e di ribadire la scelta della “mozione Sarnico”.



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