11 Settembre 2008, 00.00
Barghe
Ornitologia

La strana beccaccia di Barghe

di val.

L’ha trovato Bruno, intento ad effettuare dei lavori di pulizia nel parcheggio del Poggio Verde, noto ristorante di Barghe, e l’ha consegnato all’amico Diego: “Vedi un po’, tu che te ne intendi, di che uccello si tratta”...

L’ha trovato Bruno, intento ad effettuare dei lavori di pulizia nel parcheggio del Poggio Verde, noto ristorante di Barghe, e l’ha consegnato all’amico Diego: “Vedi un po’, tu che te ne intendi, di che uccello si tratta”. La passione venatoria professata a lungo dall’amico però in questo caso è servita a poco.
E nemmeno è venuta buona una consultazione allargata ai “colleghi” di tante schioppettate.

Certo di nomi ne sono usciti tanti per descrivere quella specie di grossa beccaccia col becco arcuato: qualcuno si è spinto persino a scomodare la fauna della lontana Australia, altri le mutazioni genetiche dovute all’inquinamento... In realtà un volatile con quelle fattezze non l’aveva mai visto nessuno, almeno in Valle Sabbia.
Restava solo da consultare chi gli animali li conosce per mestiere e giusto a Barghe abita Pier Alberto Cucchi, ispettore del Nucleo ittico-venatorio della polizia Provinciale.

L’esperto non ci ha messo molto a riconoscere in quel volatile, che sembrava un piccolo trampoliere dalle dimensioni leggermente superiori a quelle di una beccaccia, i tratti di un uccello “limicolo”, cioè adatto più alle zone umide che agli ambienti che si possono trovare in Valle Sabbia.
“La forma del becco mi ha poi indirizzato a scegliere fra tre specie molto simili di Chiurli: il Maggiore, il Piccolo e il Chiurlottello – ha specificato Cucchi -, tutti appartenenti alla stessa famiglia degli Scolopacidi, quella delle beccacce tanto per intenderci”.

La specie esatta, a cui appartiene l’uccello ritrovato, è stata identificata nel Chiurlo Piccolo ‘Numenius phaeopus’, che per la Valle Sabbia rappresenta la prima segnalazione assoluta.
E’ un uccello che nidifica nella tundra subartica e nelle zone “subalpine” di Islanda, Lapponia ed Estonia. Sverna nei climi più caldi nelle zone costiere dell’Africa centro settentrionale come il Senegal, la Mauritania, il Golfo della Guinea.
Gli avvistamenti sono molto scarsi anche nel resto della provincia di Brescia, l’ultimo risale alla metà degli anni novanta nel basso lago di Garda.

“Dalle informazioni raccolte in paese, sembra che questo migratore notturno abbia sostato qualche giorno sul fiume Chiese con un altro individuo, probabilmente per riprendere le forze e continuare il suo volo verso l’Africa – ha aggiunto l’ispettore -. Molto probabilmente è stato investito da un veicolo, perchè presentava parte della testa legger gemente schiacciata così come il becco un po’ deformato, inoltre la sua abitudine è proprio quella di spostarsi sul terreno con brevi voli, alla ricerca di cibo nei prati e nei terreni umidi”.
Per una identificazione certa, il Cucchi ha mostrato l’esemplare ad Alessandro Micheli, ornitologo di Treviso Bresciano, che ha confermato la specie e, attraverso l’esame del piumaggio delle copritrici alari, ha stabilito che si trattava di un individuo giovane.


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