Dall'assessore Foroni per chiarire cosa sta accadendo

Roberta Caldera per il Comitato la Roccia, Filippo Grumi per Gaia, Stegfano Guarisco per Visano Respira e Paola Pollini per il Comitato Mamme del Garda, dopo l'incontro, hanno diffuso un comunicato che volentieri pubblichiamo nella sua forma integrale.

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A seguito della mozione relativa al progetto di depurazione sponda bresciana del Lago di Garda approvata in consiglio regionale in data 19 ottobre , con la quale il Consiglio regionale impegna la Regione a scrivere al Ministro competente per chiedere di esaminare soluzioni alternative che siano condivise sul territorio, abbiamo chiesto e trovato immediata disponibilità da parte dell'Ass.re Foroni ad un incontro.

Incontro che si è concretizzato presso il Palazzo del Consiglio Regionale nella sala Sartori.
Durante il lungo colloquio abbiamo voluto far presente all'Ass.re quali fossero gli aspetti, a nostro avviso più importanti, da portare alla sua attenzione.
Abbiamo lasciato quindi copia della relazione di Acque bresciane concernente il buono stato della condotta sublacuale e la relativa certificazione della vita utile della struttura almeno fino al 2035 così come rilasciata dal gestore stesso.

Abbiamo anche evidenziato che, nella stessa relazione, l'esperto consulente di Acque bresciane chiarisce come sia possibile intervenire in caso di emergenza con soluzioni rapide ed economicamente sostenibili dal gestore stesso.
Alla luce di questo documento abbiamo evidenziato che non esistendo per noi un reale e concreto pericolo ambientale per il Lago di Garda e venendo quindi meno qualsiasi carattere d'urgenza nelle tempistiche realizzative del mega collettore della sponda bresciana del Lago di Garda sia possibile una revisione del progetto.

Abbiamo altresì esposto quanto avvenuto attraverso la diffusione dei contenuti dell'audio del Prof. Bertanza (portato a conoscenza attraverso la stampa)  che confermano a nostro avviso l'inattendibilità degli studi alla base delle scelte del commissario/Prefetto.

Abbiamo posto anche l'accento in merito alla presunta sostenibilità ambientale del progetto facendo presente che già al primo passaggio formale in conferenza dei servizi la sovraintendenza di Brescia ha identificato l'area oggetto della realizzazione dell'impianto gavardese come "area ambientale di pregio" e che nonostante l'ente gestore abbia impiegato un mese per studiare una possibile ricollocazione dello stesso, ciò non è fattibile e quindi si dovrebbe procedere proprio nella realizzazione dell'impianto sull'area da sempre indicata come area ambientale da tutelare.

La sostenibilità ambientale del progetto viene completamente messa in discussione anche dalla risposta della Commissione Europea all'interrogazione dell'Europarlamentare Eleonora Evi in cui emerge chiaramente che la situazione delle acque del Lago di Garda doveva raggiungere gli standard qualitativi europei entro il 2015, obiettivo che con deroga limitata, viene concesso di raggiungere ora entro il 2027.
Si è fatto presente all'Ass.re che già il progetto veronese, in stato più' avanzato di progettazione, non vedrà il completamento delle opere e la sua messa in esercizio prima del 2033.
Appare quindi del tutto evidente che l'opera in oggetto non potrà in alcun modo contribuire a migliorare la qualità del Lago entro il 2027.

L'Ass.re Foroni, commenttando il ns intervento, si è detto sorpreso di alcuni dettagli dei quali non era a conoscenza e ha chiesto copia di tutta la documentazione che abbiamo portato. Ha ribadito più volte che la Sua posizione (e quella di Regione Lombardia) è quella del pieno rispetto delle scelte operate sul territorio (vedi mozione sarnico) e sarà questo il contenuto della lettera che Lui stesso invierà a breve al Presidente del Consiglio e al Ministro competente, sottolineando che la scelta dovrà trovare la massima condivisione possibile sul territorio.

L'Ass.re ha ribadito che sarebbe auspicabile, al fine di arrivare effettivamente ad un risultato concreto, che i parlamentari bresciani sostenessero l' istanza di revisione progettuale promossa dalla Regione , in quanto, appare evidente all' ass.re che ora la scelta politica prevalga sugli aspetti tecnici.

A latere dell'incontro con l' Ass.re abbiamo potuto confrontarci con alcuni consiglieri regionali sulla reale possibilità di portare avanti il contratto di fiume Chiese quale strumento di tutela di un territorio già ambientalmente compromesso come già avvenuto con successo per altri territori lombardi.

Cordiali salutI