22 Novembre 2020, 18.49
Depuratore del Garda

«La commedia degli equivoci»

di red.

Non è piaciuta, alle Mamme del Chiese e a quelle del Garda, la risposta data dall’assessore regionale Pietro Foroni all’interpellanza depositata dal Consigliere Floriano Massardi


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«Scriviamo per esternare ancora una volta le nostre perplessità in merito a quella che appare sempre più come la commedia degli equivoci, fatta di rimpalli, colpi di scena e paradossi, quella che riguarda il progetto di depurazione dei comuni gardesani della sponda bresciana»

Così le "Mamme del Chiese" e le "Mamme del Garda", che affidano la loro presa di posizione ad un comunicato.

«Sono molti, ai nostri occhi, i conti che non tornano su una questione che, in molti casi, ha messo a nudo l’inadeguatezza della nostra classe dirigente.

Ci riferiamo nello specifico alla risposta scritta (ne alleghiamo la versione integrale), che l’Assessore al Territorio e Protezione civile della Regione Lombardia Pietro Foroni ha inviato al consigliere regionale Floriano Massardi a seguito di una sua interpellanza, elaborata per rispondere alla sollecitazione inviata dalle Mamme del Garda e da noi condivisa.

In questa risposta si dichiara che l’autorità competente per l’individuazione del sito in cui insediare il depuratore, nonché per il rilascio del provvedimento autorizzativo (PAUR), previsto dalle Legge regionale 5/2010 e per impianti di depurazione superiori a 100.00 abitanti equivalenti ai sensi del D.Lgs.152/2006, è la Provincia di Brescia, attraverso l’Autorità d’Ambito del servizio idrico integrato, ovvero l’ATO.

Nel documento, inoltre, l’assessore Foroni asserisce che il Tavolo Tecnico, svoltosi presso il Ministero dell’Ambiente lo scorso 2 settembre, si è semplicemente espresso in merito alla compatibilità del fiume, non sulla localizzazione dei depuratori, rimandando la valutazione della compatibilità ambientale, lo studio sulle fonti di pressione e  gli studi di maggior dettaglio sulle portate del fiume tesi a valutare gli impatti cumulativi legati all’uso delle acque e delle diverse attività antropiche, alla procedura di VIA.

Per quanto riguarda la richiesta di entrare in possesso dei dati epidemiologici e sanitari relativi ai nostri territori, punto dirimente, a nostro avviso, dell’interpellanza del Consigliere Massardi, l’Assessorato, dopo ben 60 giorni, dichiara di non averli ancora a disposizione, quando noi riteniamo siano indispensabili per la definizione del progetto.

Riteniamo che tutti gli approfondimenti (dati epidemiologici compresi) che, secondo l’assessore Foroni vanno rimandati alla procedura di VIA, avrebbero già dovuto essere patrimonio indiscusso della fase progettuale inziale, già dallo studio portato avanti dall’ Università di Brescia e non dopo, a posteriori!

Ci preoccupa non poco che alla fondamentale ed importantissima domanda sullo stato di salute della popolazione che abita i territori del fiume Chiese, non si riescano a reperire i dati in tempi brevi (dati che, secondo la prassi, dovrebbero già essere disponibili per gli anni precedenti).  
A questo proposito appaiono stridenti le affermazione dell’Assessore Foroni riportate nell’articolo apparso su Bresciaoggi il 21/11/2020 in cui sottolinea ”l’impellente necessità di realizzare l’opera, senza perder tempo prezioso in sterili polemiche” quando riteniamo la conoscenza di questi dati di primaria importanza per una visione corretta della situazione! Diversamente sarebbe come procedere a fari spenti!!

Il prossimo martedì 24 si terrà un nuovo Consiglio provinciale a seguito della Mozione rimodulata dal consigliere Sarnico. I dubbi aperti nei confronti del progetto restano ancora tanti e riteniamo che le occasioni perse dalla politica per riportare questo progetto sulla strada del “buon senso” siano state molte!  Ma auspichiamo che questo Consiglio sia la prima occasione per attuare quel “cambio di Passo” estremamente necessario per recuperare quel po’ di fiducia e credibilità da parte dei cittadini che allo stato di fatto non si sentono adeguatamente rappresentati e tutelati dalle istituzioni.

Se finalmente si vedrà una luce in fondo al tunnel
sarà perché emergerà la consapevolezza che la tutela delle acque del Garda, così come quella delle acque del fiume Chiese siano sinonimi di salute e benessere per i residenti, tutti fattori che devono avere l’assoluta priorità.

Cordialmente

Per le Mamme del Chiese
Piera Casalini – Roberta Caldera

Per le Mamme del Garda
Paola Pollini





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