Democrazia e partecipazione

Come sta la democrazia oggi in Italia? A questa domanda ha cercato di dare una risposta Giovanni Moro, sociologo politico e delle organizzazioni, fondatore del movimento Cittadinanza attiva, figlio di Aldo Moro, invitato venerdì scorso, 20 ottobre, a Gavardo per la prima rassegna “Incontri nel Chiostro”, organizzato dal Circolo Acli Medio Chiese in collaborazione con l'erigenda Unità pastorale di Gavardo.
Partendo dal concetto di democrazia, Moro ha presentato alcuni dati e alcune riflessioni sullo stato dell’arte della partecipazione degli italiani alla vita democratica e sociale del Paese.

Se le forme tradizionali di partecipazione politica sono in crisi, ovvero alla vita dei partiti, a cui la nostra costituzione affida questo compito, negli ultimi anni sono sorte nuove forme di coinvolgimento dei cittadini alla vita della società, grazie anche alla rete.

Ad esempio la partecipazione alle elezioni, nei vari livelli, in Italia, è sempre piuttosto elevata attorno al 70%, meno quando si tratta di consultazioni referendarie.

Non manca poi l'attivismo civico con la presenza di 100.000 associazioni che coinvolgono circa 2.200.000 volontari.
C'è poi la partecipazione promossa direttamente dalla pubblica amministrazione, come consulte, commissioni comunali, piani di zona, comitati etici degli ospedali.

Una contrazione della partecipazione si registra, invece, nei gruppi di interesse, nelle cosiddette associazioni di categoria (industriali, artigiani, commercianti, ecc.) e nei sindacati, che faticano a coinvolgere in particolare i lavoratori più giovani.

La disaffezione alla vita politica è in difficoltà perché a volte è fonte di disaffezione e in parte perché la politica non riesce a incidere sui desideri dei cittadini.

Questo anche perché i centri decisionali si allontanano sempre più del Parlamento e questo provoca un conflitto cittadini-élite: basti pensare l’influenza che hanno sui governi le agenzie di rating.

I centri decisionali non si piò più schematizzare una piramide con alla base il popolo, sopra i corpi intermedi, il Parlamento con al vertice il governo, bensì i diversi centri di potere costituiscono una rete.

Questo è in gran parte dovuto anche alla diffusione di internet che crea comunità che non sono virtuali, ma reali, capaci di influenzare anche i governi: basti pensare la campagna contro l'uso dell'olio di palma che ha costretto le aziende multinazionali a non utilizzarlo oppure utilizzare solo quello prodotto con modalità etiche.

Per il prof. Moro non bisogna essere pessimisti, piuttosto conoscere le trasformazioni in atto per cogliere la positività dei cambiamenti.
La rassegna “Incontri nel Chiostro”, prosegue questo venerdì 27 ottobre con una serata sul tema: “Economia; c’è ancora spazio per la persona?”,
con Pietro Raitano, direttore rivista “Altreconomia”, e Michele Pasinetti, direttore generale della cooperativa Cauto.