In Valle del Chiese le streghe son tornate...

Cos’è accaduto la scorsa notte a Cimego?
Lungo una comoda passeggiata notturna, iniziata con l'emozionante attraversata della passerella sul fiume Chiese, il grande pubblico accorso sulle sue sponde… ha vissuto una continua sorpresa: prima una sosta all'antica fucina dove si lavora il ferro con il maglio azionato da un ruscello, poi al vecchio mulino dove si macina il grano a degustare i prodotti del forno, poco lontano da un bosco fitto di misteri, dove s’intravede l'orto della strega Brigida, mai più ritrovata…
Ma la storia non si è fermata: ecco allora le streghe buone in bianco, le cattive in nero, mentre una polenta con la farina di Storo emanava profumi e calore, hanno dato il via alle 23 con i loro balli alla vita notturna...
Una suggestione da non perdere per grandi e piccini.

Ora Cimego è pronta a replicare l’avventura, sabato 16, con una “Notte del Fuoco e delle Polente”, questa volta tra le contrade di un borgo antico, quello medioevale di Quartinago sempre in quel di Cimego, alla luce del fuoco…
Anche in questa occasione non mancheranno degustazioni delle varie polente tipiche del trentino al chiaro dei falò e della luna…

La leggenda
Cimego fu meta di Fra Dolcino di Novara, fraticello dal nome zuccherino, che ben si sposa con le delizie e la tranquillità di queste montagne ma che, ai tempi difficili della Santa Inquisizione, subì la pena riservata a tutti gli eretici: quella di finir sulle “fiamme purificatrici” del rogo.. Intorno al ‘300, “capo” degli Apostolici, Fra Dolcino girò scalzo e con la barba incolta per la Valle del Chiese, invitando i contadini, al fianco di Margherita, alla penitenza ed alla povertà, al ritorno alla purezza e alla vita semplice..
Lasciata la Valle del Chiese, Fra Dolcino e Margherita, il Giovedì Santo del 1307 vennero catturati in Valsesia e destinati ad un supplizio atroce: Margherita, venne bruciata davanti agli occhi di Dolcino, lui torturato con ferri ardenti ed arso vivo.
La classica storia fitta di misteri… che oggi, Cimego, fiero del suo passato, ripropone attento. Ma non l’unica..
Cimego ha dato i natali anche a Brigida, la strega avvelenatrice che fabbricava pozioni e veleni, li vendeva, li consigliava o li usava personalmente per eliminare mariti, nemici personali o amanti rivali…
In un tempo, nel ‘500, in cui la donna, prima ancora che la maga, aveva molto da raccontare nelle pratiche di raffinazione delle sostanze: basti pensare alla preparazione e alla conservazione del cibo.
Profonda conoscitrice di erbe e piante locali, Brigida ne fece un uso diabolico, conducendo una vita avventurosa e pare ricca di omicidi eccellent, ma riuscì sempre a non farsi piegare da alcuno. Nemmeno dal rogo previsto a donne del suo rango…
Non esistono notizie precise sulla sua fine.
Si sa che nel 1477 l’avvelenatrice fu esiliata da Condino.
Che abbia trovato un elisir di lunga vita….?!

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