Presi a Leno, in auto un kit per i grandi colpi

Li hanno beccati i carabinieri di Verolanuova a Leno, ma sono valsabbini di nascita o d'adozione, i tre che l’altra notte se ne andavano a spasso con un kit da criminali di quelli di prim’ordine.
Praticamente tutto quello che può servire per una rapina o furto da professionisti.
I tre in auto, ai carabinieri che li hanno fermati per un controllo, hanno provato a dire «non abbiamo fatto nulla». Ma quello che c'era in macchina era davvero troppo, tanto da farli finire tutti e tre in carcere.

Erano circa le 4 del mattino e la "pantera" stava viaggiando lungo la statale 668 in territorio di Leno, quando si è trovata davanti un’Opel Astra: un'auto "pulita", quindi che non risultava rubata o segnalata per altri motivi. I militari però, data l’ora, hanno deciso di procedere per un controllo.
I tre a bordo hanno dimostrato che i carabinieri avevano ragione a sospettare, con una brusca inversione di marcia ed un breve tentativo di fuga durante il quale hanno cercato di disfarsi del materiale compromettente.

Non ci sono riusciti.
Fermati poco dopo sono stati trovati in possesso, fra l’altro, di ricetrasmittenti con cui s'ascoltavano le forze dell'ordine e con le quali addirittura queste trasmissioni si potevano bloccare, cose vietate anche da recenti leggi antiterrorismo.
C’erano un visore notturno e la strumentazione per scannerizzare i codici dei telecomandi.

Ma ancora: spray al silicone per rendere inutilizzabili le telecamere dei servizi di sicurezza, una completa attrezzatura per scassinare e far partire un’auto.
Non mancavano cacciaviti, torce, passamontagna, rotolo di nastro adesivo per immobilizzare eventuali vittime.
Hanno trovato di tutto e di più insomma, i carabinieri. Così, per Maurizio Almici, 40 anni, originario di Roè Volciano e residente a Vobarno, Lorenzo Pietro Don 50 anni di Gavardo e Graziano Morandi 50enne di Brescia, sono scattate le manette.
Tutti e tre erano già ben noti alle forze dell’ordine.

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