Quando si andava al Rosario

Si tratta di una scelta giustificata, che tiene conto di alcuni cambiamenti verificatisi nella Valle.

Affascina e spaventa misurare con i ricordi i cambiamenti della nostra società: in pochi anni le abitudini dei nostri comuni si sono trasformate.
Fino a qualche anno fa, l'arrivo del mese di maggio, per i bambini, significava una sola cosa: insieme alla bella stagione e al primo caldo, si scortavano la mamma e la nonna al Rosario, dopo il quale, ci si poteva trattenere fuori con gli altri bambini a giocare.

Nascondino e guardie e ladri andavano per la maggiore: «mi fermo un attimo a giocare!» si lasciava detto.
Quell'attimo si prolungava fino al calare del buio, il momento della giornata più emozionante.
Non ci sarebbe mai stato permesso di attardarci con gli amici durante la settimana, di sera, ancora così piccoli.

Eppure, col fatto che si recitava il Rosario insieme agli altri bambini della contrada, tutto era permesso.
E ci si sentiva grandi, in vacanza. Il nostro entusiasmo nei confronti dell'appuntamento vespertino destava qualche sospetto nella mamma, ma bastava qualche Ave Maria detta ad alta voce per evitare le raccomandazioni e la ramanzina.

Ancora oggi si mantiene l'usanza delle pie donne che si riuniscono per il Rosario nei cortili, nelle piazzette interne, nelle vie.
Eppure i bambini sono sempre meno, come anche i più grandi, del resto.