Piani d'emegenza con Secoval

Come comportarsi in caso di emergenza e calamità? Quali sono le procedure da adottare? Quali i luoghi sicuri dove portare la popolazione? A queste domande risponde il Piano di emergenza comunale di Protezione civile di cui ogni amministrazione comunale deve dotarsi per poter gestire al meglio le emergenze. Per realizzarli c’è bisogno di una conoscenza precisa del territorio: per questo molti comuni della Valle Sabbia, e non solo, si sono rivolti a Secoval per realizzarli.

«Per proteggere concretamente la vita dei cittadini e il patrimonio delle comunità, bisogna essere preparati per poter garantire soccorsi tempestivi nelle diverse calamità e i Piani di emergenza hanno proprio questo scopo», sottolinea Giambattista Guerra, sindaco di Barghe, assessore di Comunità montana e presidente dell’Aggregazione di Protezione Civile CMVS che coinvolge 21 comuni valsabbini.
L’Amministratore Unico di Secoval, Flavio Gnecchi, precisa: «Abbiamo realizzato Piani personalizzati, analizzando il territorio e individuando procedure operative per affrontare con linearità situazioni estreme, ovviamente tenendo conto delle normative di riferimento, decreti ministeriali, leggi nazionali e regionali e circolari, ma ispirandosi al cosiddetto Metodo Augustus che detta le principali caratteristiche a cui si devono attenere i PE e i relativi aggiornamenti».

Dal punto di vista operativo in ogni Comune della Valle Sabbia sono state individuate le Aree di Emergenza che si differenziano in base alla loro funzione e comprendono le aree di attesa (luoghi “sicuri” in cui la popolazione si raccoglie in occasione di evacuazioni preventive o successive al verificarsi di un evento calamitoso in attesa di ritornare nelle proprie abitazioni o di essere ricollocati), le aree di accoglienza/ricovero (aree in cui verrà sistemata la popolazione costretta ad abbandonare la propria casa, per periodi più o meno lunghi) e le aree di raduno dei soccorritori (aree che fungono da base logistica). Accanto a queste sono state individuate le strutture strategiche (sedi istituzionali; sedi di forza dell’ordine, vigili del fuoco e volontari), le sedi di gestione dell’emergenza (presidi sanitari) e quelle di stoccaggio materiali (magazzini comunali).

Sono 29 finora i Piani di emergenza comunali redatti da Secoval: 16 nell’ultimo anno, per comuni sotto i 2000 abitanti che hanno potuto contare su un contributo di Regione Lombardia, quindi a costo zero per l’amministrazione (Anfo, Agnosine, Barghe, Bione, Capovalle, Casto, Idro, Lavenone, Mura, Odolo, Pertica Alta, Pertica Bassa, Preseglie, Provaglio Val Sabbia, Treviso Bresciano, Vallio Terme).

«Il primo è stato Barghe – precisa Davide Lauro, responsabile ICT di Secoval – con il quale abbiamo avviato il progetto che poi abbiamo sviluppato anche per gli altri comuni. Abbiamo sfruttato le banche dati di Secoval, la cartografia, ma abbiamo anche compiuto un monitoraggio accurato del territorio per individuare le situazioni di rischio, anche con l’ausilio di un drone. Importante anche il confronto con gli amministratori, i tecnici comunali e i gruppi di volontariato di Protezione civile presenti nei diversi paesi. Il risultato per ciascun comune è un documento operativo e facile da consultare durante le emergenze».

«Uno strumento che dev’essere aggiornato periodicamente per seguire la trasformazione del territorio», precisa l’ing. Alessandro Scotti, di Secoval.

«Per le amministrazioni comunali è un documento utile anche per la prevenzione – evidenzia Guerra –: in Valsabbia in questi anni i comuni hanno lavorato molto sulla prevenzione del rischio idrogeologico, ma c’è la necessità di un continuo lavoro di pulizia degli alvei: le risorse comunali non sono sempre sufficienti, per questo è importante anche l’attività di volontariato dei gruppi di Protezione civile».

La redazione di Piani di emergenza è una nuova attività del portafoglio di Secoval, alla quale si stanno rivolgendo anche altri comuni esterni alla Valle Sabbia, in particolare quelli della Valtenesi.

In foto: Giambattista Guerra, Davide Lauro e Alessandro Scotti