A un mese dalla sua scomparsa, il ricordo di un amico appassionato di musica e legato ai suoi alpini di Condino
Danilo Bodio, classe 1940 è nato ed ha vissuto nel bel paese di Condino in Valle del Chiese: per tutti era “El Mulinerâ€, il mugnaio, anche se per lui questa attività era di complemento alla sua vita lavorativa.
A un mese dalla sua scomparsa, anche se altri hanno ricordato Danilo, lo voglio ricordare come l’ho conosciuto come amico di lunga data, specialmente amico fedele come ascoltatore della mia musica nei miei trenta anni di DJ: all’inizio nel 1977 sulla pionieristica “GB1 Radio†di Storo e poi su “Nova Radioâ€: la musica era insita nel Dna di Danilo.
Danilo ha sempre abitato nella casa paterna in fondo a Condino, quella casa che guarda verso la statale con a fianco il mulino, dove passa una roggia che muoveva prima dell’elettricità il mulino di papà Battista: per tutta il mugnaio ufficiale di Condino.
Tornando in dietro di alcuni decenni quello di papà Battista era uno degli unici mulini con quello di Storo e prima della guerra e fino agli anni cinquanta quello a metà strada tra Bondone e Baitoni , in località “Al mulì†con la ruota mossa dall’acqua del torrente “Rio Morbioâ€: di quel mulino non rimane più niente. Quello del Battista è un mulino a pietra, il granoturco viene macinato lentamente senza riscaldarsi, ed è uguale allora come ora.
La famiglia era composta da papà Battista, mamma Margherita da Danilo e dai fratelli Giulio e Mariella.
La gioventù di Danilo si svolge regolarmente, scuola elementare frequentata in paese, giochi con gli amici, fino a quando a dodici anni controllando la farina in macinatura del papà Battista, viene agganciato dalla sporgenza di una vite dell’albero motore delle cinghie riportando una lesione al braccio che porterà il segno per tutta la vita e la frattura del femore; lunghi giorni a letto in casa immobile curato dal medico condotto di allora lo stimato dottor Goglio.
Danilo finite le elementari, nel 1954 , prima ancora che fosse terminata la strada che porta alla diga di Bissina, trova lavoro come inserviente con una delle tante ditte che faranno la storia lavorativa per la costruzione delle dighe in Val Daone: la Lodigiani.
Rimane lassù a fino al 1957, quando salirà a lavorare l’amico di infanzia e di sempre Piergiorgio Galante “Garibaldinâ€, lui come aiuto ai geometri, che curavano la toponomastica della valle: Piergiorgio rimarrà lassù fino al 1962.
Danilo trova lavoro in paese a Condino, prima presso la ditta Francesconi che lavorava materie plastiche, quindi assunto dalla ditta Rivadossi di Agnosine che a Condino apre il suo stabilimento paralello a quello storico in Vallesabbia, un polmone di benessere per la comunità di Condino dove tanti suoi abitanti per anni trovano lavoro sotto casa: il suo lavoro era quello di pulitore di metalli, ottone, alluminio, zama, era quello dello “ Spazzulìâ€.
Il lavoro per la ditta Rivadossi aumenta e nascono tante piccole ditte artigiane, dove in cantine e garage di paese lavorano a cottimo artigiani di buona volontà installano delle spazzolatrici, lavorando sempre per la Rivadossi: Danilo si licenzia e si mette in proprio.
Da sempre una mano a papà Battista e mamma Margherita nella conduzione del mulino: a “far masnar†a far macinare la farina arriva gente da tutta la valle, macinatura speciale del granoturco “el formentasâ€, con il mulino a pietra del papà Battista.
A novembre del 1961 la chiamata sotto la “naia†il militare, frequenta il Car a Verona negli alpini e poi i restanti diciotto mesi a Bressanone presso la caserma “Schenoni†e anche qui sempre in compagnia di Piergiorgio “Garibaldinâ€.
La fede alpina e l’amore per il corpo delle penne nere, sarà per tutta la vita l’imprimatur patriottico di Danilo.
Dal matrimonio con Irma nascono i due figli Claudio e Laura, purtroppo rimane vedovo dopo pochi anni di matrimonio.
Laura gli ha dato due splendidi nipotini, orgoglio di nonno Danilo.
Danilo cessata l’attività artigianale come collaboratore della ditta Rivadossi, sente forte il richiamo della terra che ha sempre amato e diventa agricoltore a tempo pieno, producendo nei suoi campi e in quelli presi in comodato dalla Curia di Trento: patate, granoturco e nei suoi vigneti era orgoglioso della produzione del suo “Muller†che conferiva alle Sarche alla Cantina Toblino.
Attività che ha sempre continuato fino all’autunno scorso: grande lavoratore instancabile, era coadiuvato nel tempo libero dal figlio Claudio, poliziotto, e negli ultimi anni dalla compagna Denise.
Il suo mulino ha sempre continuato a macinare granoturco negli anni fino quasi alla sua morte.
La porta del suo mulino era aperta a tutti, lui era spesso via, la gente metteva il suo nome sul sacco di grano e immancabilmente il giorno dopo il cliente trovava la sua farina macinata con a parte la crusca: precisione assoluta.
Se Danilo mancava per il pagamento non c’erano problemi, quel “se vedromâ€, voleva dire fiducia nel cliente, mi pagherai quando ci incontriamo.
Ma c’è di più, Danilo nei pressi della sua cantina aveva una piccola distribuzione della sua farina macinata: lasciava i sacchetti sul tavolo e quando lui non c’era chi aveva bisogno di farina prendeva il sacchetto e lasciava i soldi nella scatola.
Chiudendo ritornato a Danilo Uomo, credo di non ricevere smentite nel definirlo solare, amante della compagnia di carattere buono e accondiscendente, sempre pronto a fare un piacere.
“Non l’ho mai visto arrabbiato†afferma il suo capo gruppo storico Elvino Butterini.
Legatissimo ai suoi Alpini di Condino, partecipava alla vita attiva del gruppo,
“Maestro polenter†aiutava sempre a preparare la “Carbonera†alla sua maniera, che ha portato il gruppo alpini di Condino a vincere più volte il primo premio al Festival della polenta di Storo.
Di provata ed indiscussa fede interista, spesso nelle sue uscite in solitaria a far la sua “Carbonera†aveva come suo braccio destro il compianto amico interista Livio Gualdi, deceduto per Covid in pochi giorni, con il quale e con gli amici di merende non disdegnava di far una bella canta alpina in compagnia.
La passione per la musica e per il ballo era lo svago che si concedeva qualche volta.
Per quello che riguarda la salute, Danilo ha sempre superato tutto favorevolmente con coraggio.
Contro l’ultima malattia dell’autunno scorso, con la conseguente operazione nel dicembre, Danilo ha lottato strenuamente ma non gli ha lasciato scampo andando avanti a trovare i tanti amici alpini lassù.
Il mio ultimo incontro di spessore con lui era stato nell’autunno scorso, nel “Vignal†accanto ai filari del’ uva americana vicino a casa sua dove era presente il cugino Osvaldo, Danilo era già ammalato.
Durante la sua malattia i più cari amici di infanzia andavano a trovarlo spesso, alcuni quotidianamente.
Ciao Danilo, i tuoi alpini, tutti, nel tuo ricordo ti onorano e ti dicono grazie di essere stato un pilastro della Penne Nere Condinesi: riposa in pace Alpino Danilo “Mulinerâ€.
Sentite condoglianze ai tuoi cari e a chi ti è stato vicino con amore e dedizione in modo particolare la tua compagna Denise.
Gianpaolo Capelli
foto1 Alpino Danilo con gli amici Livio e Piergiorgio
foto2 Alpino Danilo con la compagna Denise in montagna
foto3 “El Polenter†Danilo Bodio
foto4 foto di famiglia
in fondo alla pagina il vecchio mulino a pietra del papà Battista Bodio