Sull'ambulanza c'era don Luigi Bresciani

Si chiama don Luigi Bresciani ed ha 87 anni, il prete che era sull’ambulanza dei volontari vestonesi venerd� sera. Per lui l’appuntamento con il tragico incidente che ha portato alla morte dei quattro giovani trentini � cominciato poco dopo le 19 con una caduta in casa sua, nella canonica di Levrange.
L� si � trasferito definitivamente con la pensione, dopo che per quarant’anni si � occupato delle anime dei fedeli di Pertica Bassa.

Don Luigi � un personaggio conosciutissimo e non solo in Valle Sabbia: noto per il gran numero di libri che ha scritto in qualit� di uomo di cultura oltre che di fede, ma anche per essere stato fino al 1881 gestore del roccolo parrocchiale di Levrange, al “Zuf”, dove hanno avuto modo di salire anche alcuni vescovi per deliziarsi del proverbiale spiedo delle Pertiche.
Una passione mai sopita, quella di don Luigi per l’arte venatoria. Tanto che ancora oggi si dedica all’allevamento degli uccelli da richiamo nelle grandi voliere che possiede sotto casa.

Venerd� sera ha avuto un malore ed � stata Italina a trovarlo riverso sul pavimento. La fedele perpetua ha chiamato Pasqua, la vicina di casa che insieme al fratello Giovanni si occupa spesso di dare una mano in canonica. Sono stati loro a chiamare il dottor Girelli.
Il medico, che un tempo si sarebbe definito “condotto”, era per� impossibilitato ad intervenire subito, cos� la richiesta di aiuto � stata indirizzata al 118 e a Levrange sono saliti i volontari di Vestone.

L’anziano parroco nel frattempo si era ripreso.
Tuttavia, per doverosa precauzione, � stato fatto salire sull’ambulanza e stavano trasportandolo all’ospedale di Gavardo per accertamenti. Dietro viaggiavano Giacomo con la sua Panda 4X4, che nell’incidente si � ritrovato con lo sterno rotto, con a fianco il gi� citato Giovanni che se l’� cavata con alcune botte e tanto spavento, subito dimesso.

Quaranta i giorni di prognosi per don Luigi.
Fra i volontari dell’ambulanza quello messo peggio � l’autista, Sergio Caggioli, ancora sotto osservazione medica.
Dimessi gli altri due che sedevano dietro col pazientecome vuole la procedura: Marco Melzani di Vestone e Vittorio Ferremi di Agnosine che ci ha rimesso un polso.

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