Così la chiamano, l'usignolo

La tua voce canta e fa sentire l’eco fino in valle, fino a raggiungere la Corna Blacca, Frondine e Località Po. E così l’animo della gente si riempie il cuore di tanta bellezza.

Maddalena, cara donna, non puoi passare inosservata.
Ti vedo ancora lì, come negli anni passati, seduta accanto al focolare a raccontare le favole ai bambini. Tu hai una presenza divina e la tua chiesa ne è testimone. Quante volte ti ho visto inginocchiata nella chiesa di Avenone a pregare e con il tuo canto arricchire la santa messa. Quanti azzurri mattutini con la nebbia che saliva dalla bassa valle per venire ad accarezzare il borgo di Avenone, e il tuo cuore gioiva, perché tu, Maddalena, sei una donna con un cuore innamorato della vita.

Quanti venti taglienti hai sentito correre fra la tua via, nei cortili, nelle case, nei vestiti, fino ad arrivare nella tua anima. La bontà tu l’hai ritenuta un antidoto per mantenerti giovane e si nota sul tuo viso, che ancora trasmette entusiasmo, fiducia e buon umore.
Maddalena, quanti grilli hai sentito cantare, che ti cullavano ogni sera. Era una vita semplice ed essenziale, scandita da preghiere e lavoro. Giornate di impegnativo lavoro trascorse nei prati, ma assaporavi il profumo delle stagioni.

Erano giornate laboriose per il sostegno della famiglia. Ai tuoi ricordi belli, Maddalena, nel cuore, pace delle sere d'estate, il silenzio dell’inverno e la dolcezza dell’autunno. Il tuo bosco che intonava melodie quando andavi a fargli visita. Il ruscello dove ti fermavi tante volte a bagnarti la fronte o a sorseggiare un goccio di acqua fresca, ma allo stesso tempo ascoltavi la sua musica; perché la natura lascia note musicali.

Quante storie racchiuse nel tuo borgo che potrebbero diventare romanzi, memorie e nostalgie. Tutte queste sono rimaste e alloggiano in queste stanze, che ormai hanno reso spogli i ricordi antichi.

Maddalena, nel tuo cuore sussurra ancora il ricordo di un focolare annerito, la panca, la legna che scoppietta, le assi che indossavano abiti di velluto a coste, solchi profondi di venature che coprono le assi come rughe di un viso che invecchia. Come mai, ti chiederai, sto ripercorrendo il tuo passato? Perché è anche il mio, e mi mancano questi valori. Ci facevano vivere bene, sereni.

Maddalena, tu sei una grande storia. Avenone nel suo cuore porta ancora questo passato, anche se sono diventate sfumature sono ancora lì, intatte; aspettano ancora che qualcuno arrivi un giorno a rispolverare queste tradizioni. Tu hai sentito la voce della terra e la senti ancora, si legge nei tuoi occhi, sul tuo viso.

Le cose di una volta contribuivano a dare calore e colore alla vita e le famiglie si volevano bene, si aiutavano. Se uno stava male, soffriva tutto il paese. Ora è rimasta l'indifferenza.

Cara, sei ancora testimone di questa vita. Quanti autunni che sembravano arrugginiti, dai suoi colori. Le foglie che cadevano danzavano e una volta a terra volevano svolazzare. Quanta neve hai visto scendere negli anni quando scendeva forte! Osservandola nell’aria esisteva una pace che accarezzava l’anima. Sono sensazioni di un passato che non tornerà.

La neve se n'è andata e riposa lassù in alto sui monti, e a noi resta solo un ricordo. Il focolare ora si è spento e la tecnologia ci ha portato via il percorso che avevamo. Tu, Maddalena, hai tanto da raccontarci. Quando lavoravate in montagna vi sentivate leggeri; e quando lo sguardo si propagava verso la Corna Blacca e il Monte Tegaldine regnava la dolcezza, un parlare piano, e ci si donava una carezza.

L’Usignolo, così ti chiamano per il tuo canto. Hai cantato alla vita e il tuo cuore gioisce ancora attraverso il tuo volto. Sei stata valorosa nel tempo della Resistenza e ne lasciano tracce i tuoi ricordi.

Cara Maddalena, perché ti ho scritto tutto questo?
Per ringraziarti di essere qui tra noi e ricordarci il passato. Perché la montagna sarà bella ancora e splenderà quando vedremo sopra di lei il sereno. Anche se farà freddo, ricorderemo il focolare e ci darà ancora un senso di affetto.
Sei una donna amica, la tua presenza è importante, ci gratifica e la vera ricchezza di testimonianze sono le tue opere. Sei una fonte di vita importante e su questo vorrei dire due parole in più.

Gli anziani sono la parte fondamentale, preziosa. Ascoltiamoli, sono il nostro passato, e sono anche il nostro futuro. Senza di loro non c’è futuro, perché loro hanno combattuto  per i valori e sono qui ancora oggi a 90 o 100 anni, belli come i fiori.

Gli anziani sono la perla della nostra società. Loro inseguono la forza per sopravvivere, a volte. Chi non ama un anziano è nulla. Loro sono educatori di vita, ci insegnano a camminare e a non inciampare, a sorridere e ad amare.

Maddalena, oggi ti mando il mio augurio più sentito di buon compleanno. Grazie di esistere. Il Signore 95 anni fa ci ha fatto un bel regalo. Una perla di vita che continua a sorridere nel borgo di Avenone.

Con amicizia, Rosalba Francinelli

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