Piace ma non convince troppo l’ultimo lavoro di Francesco De Gregori Per brevitŕ chiamato artista. Ormai in circolazione da alcuni mesi, dopo averlo ascoltato, criticato, apprezzato e metabolizzato, possiamo palarne con il giusto distacco.
Ormai in circolazione da alcuni mesi, dopo averlo ascoltato, criticato, apprezzato e metabolizzato, possiamo palare con il giusto distacco che serve all’oggettività , dell’ultimo album di De Gregori.
Se è vero, come lui stesso sostiene, che è stato il frutto di un lavoro durato solo un mese, racimolando cose già scritte o iniziate tempo prima, possiamo quasi parlare di miracolo creativo. “Per brevità chiamato artista” è un disco immediato ma non facile, orecchiabile ma non banale, non certo un capolavoro. Chi gli abbia messo tutta questa fretta di produrre il disco non ci è dato saperlo, se però pensiamo che Fabrizio De André tra un disco e il successivo lasciò passare sette anni, almeno una cosa la possiamo intuire: i tempi della creatività artistica e dell’artista non possono (potrebbero) essere inquadrati in logiche discografiche e commerciali. Il genio, se tale è, non sa quando avrà l’intuizione, e nemmeno quanto tempo ci metterà a svilupparla nel modo migliore. Tutto sommato rialza la testa Francesco De Gregori dopo il deludente Calypsos, e lo fa con un lavoro che parla di lui, forse un po’ troppo autoreferenziale, ma lo fa con lo stile che gli compete, con senso critico (come nel brano “Celebrazione”) e privilegiando il testo alla musica, gli arrangiamenti più sobri rispetto a quelli rockettari degli ultimi Live.
Una riconciliazione con il pubblico e forse anche con se stesso, con uno stile a lui piĂą consono e indicato.
Un lavoro ben articolato, non semplici canzoni slegate tra loro, ma messe in modo da creare un viaggio metaforico ed evanescente in ciò che è e ciò che è stata la musica di De Gregori.
Spiccano su tutti quattro brani, deludono soprattutto due: Volavola e
Glielo si perdona? Non si dovrebbe ma si fa: per rispetto, per affetto e perché qualche cosa di buono sicuramente c’è. Perché il principe è sempre il principe, perché in alcuni brani si sente la grandezza delle parole, perché (una su tutte, “imperfetto”) riesce ad emozionare e si vede la pennellata del maestro, il cerchio quasi perfetto.
L’unica domanda, forse banale, che mi viene in mente è: quanto uno come Francesco De Gregori deve sottostare ai tempi e alle leggi della discografia? Quanto è disposto a sacrificare la qualità per leggi di mercato? Quanto questa prolifica produzione sia effettivamente un bisogno dell’artista di comunicare, di proporre e confrontarsi con il pubblico? Quanto De Gregori c’è oggi in un album di Francesco De Gregori?
Pronta la nuova fatica di De Gregori A poco piů di un anno da Calypsos, che a sua volta uscě dopo 8 mesi dalla pubblicazione di Pezzi, Francesco De Gregori ha presentato il 23 maggio, il suo ultimo album dal titolo Per brevitŕ chiamato artista.
Francesco De Gregori ALBUM: Amore nel pomeriggio ARTISTA: Francesco De Gregori SITO UFFICIALE: www.francescodegregori.net
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ARTISTA: Jet Set Roger.
SITO UFFICIALE: www.jetsetroger.it
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