17 Dicembre 2021, 10.30
Il ricordo

Fulvio continua a vivere con la sua Associazione

di Gianpaolo Capelli

Fulvio Cimarolli, classe 1971 - “Fufi” per gli amici - se ne è andato il 15 marzo di quest'anno quasi improvvisamente dopo aver lottato per dieci anni con tutte le sue forze contro la SLA, sclerosi laterale amiotrofica


Termine medico difficile con cure mediche per ora impossibili a risolvere la malattia.
La persona colpita vede giorno che la sua vita è sempre più invalidante.

Raccontare di Fulvio prima della malattia, si parla di un giovane, di un uomo pieno di vita, con tante passioni: arte, musica ma sopratutto sport.
Fulvio da autodidatta diventa un appassionato di snowboard, egli su quella piccola tavola di legno diventa un asso.

Volteggi, acrobazie sulle nevi italiane in modo particolare su quelle invernali di Madonna di Campiglio e su quelle estive francesi di Les Deux Alpes. Sulle ultime incontra grandi specialisti di questo sport che si può definire acrobatico.

Fulvio si allena e osservando i migliori diventa anche lui un grande senza mai entrare nel mondo agonistico dei campioni.
Per lui era grande soddisfazione divertire con i suoi volteggi i bambini di Madonna di Campiglio, come ricorda mamma Nera.
Entusiasti chiedevano a “Fufi” sempre nuove piroette. Planando con la sua tavola sulla neve, Fulvio diventava magico ai loro occhi occhi nel cielo del Brenta.

Ma ecco il dramma, verso la fine del 2011  Fulvio sente che non riesce più a comandare alla sua tavola di snowboard e i suoi voli spettacolari in aria sono più difficili, il suo corpo non è più scattante come prima, si sente più stanco, qualcosa sta cambiando nel suo fisico.
Esami e consulti medici continui e all'inizio del 2012 arriva la sentenza della terribile malattia invalidante che ha colpito Fulvio.
E' l'inizio della sua lotta contro la Sla.

Egli vede che il suo corpo scultoreo per i tanti allenamenti in palestra e sulla neve sta cambiando, i movimenti diventano più lenti, la parola comincia a farsi difficile.
Fulvio non si perde d'animo, ha vicino a se una famiglia impareggiabile che lo sostiene in tutti i modi.

Cerca sui social tutte le cure, i rimedi possibili, quelli della medicina ufficiale e anche quelli sperimentali da cui spera di trovare giovamento.
Cominciano i viaggi della speranza di Fulvio: in Isdraele a Telaviv, in Svizzera, a Pisa a Caserta.
Fulvio vuole vivere, a dispetto di quelli che hanno la salute e si rovinano la vita con le proprie mani.
Un detto dice che gli amici si vedono nel momento del bisogno, e Fulvio trova negli amici più cari il loro aiuto e morale e concreto, senza chiedere nulla.

Attorno a lui avviene un miracolo di solidarietà umana concreta.

Gli amici William Bresciani e Gianluca Averoldi con altre trenta persone, nel 2014 fanno nascere il “Comitato Fulvio Cimarolli”.
E proprio in questo frangente che Fulvio dimostra il suo altruismo e la sua comprensione per quelli che sono in difficoltà economiche e lottano contro malattie impossibili come la sua.

Egli vuole che le donazioni che il comitato raccoglie con le tante iniziative che propongono a suo nome, siano destinate per aiutare i bambini con malattie invalidanti come la sclerosi e l'autismo.
Il comitato si trasforma poi in Associazione e da allora sostiene varie cause e progetti solidali tra cui SPORTMID, una onlus che organizza attività ludico/sportive per ragazzi diversamente abili.

Fulvio nella sua vita è sempre stato un creativo. Inizia la sua attività lavorativa come falegname diventando un restauratore affermato ridando vita a opere disastrate e dimenticate.

La sua arte creativa che l'ha accompagnato per tutta la vita, durante la malattia riprende vigore con la pittura.
Fino che può dipinge con le mani, poi come ricorda la sorella Cesarina, che è stata sempre il suo angelo custode, dipinge a “stampo”.
Fulvio componeva personalmente i colori e poi dipingeva immergendo il pennello compreso il manico negli stessi e imprimeva la tela con tutto il pennello esprimendo così la sua sensibilità artistica e creativa.

Non sempre le cose andavano bene e la rottura dei pennelli, manifestava il suo stato d'animo, nei momenti di sconforto.
Ad un certo punto le mani di Fulvio non si muovevano più ed ecco l' incitamento a chi gli sta vicino.”Voi dovete essere le mie mani, dipingere con i miei suggerimenti e con i colori che vi dico di usare”.

Le mani degli altri, diventano le sue mani per dare creatività alla sua arte.
Le sue tele spesso prendevano spunto dall'arte contemporanea.

Vengono organizzate per lui due mostre una a Madonna di Campiglio e una a Brescia, i suoi quadri vanno a ruba.
Verso il 2014, quando Fulvio stenta già a parlare,  incontra il giornalista Rai  Stefano Cangemi, che sale da Roma per intervistarlo per la trasmissione di Rai 3 “Persone”.

Fulvio non si tira indietro e con le sue testimonianze attraverso le immagini della sua malattia, con la sua voce stentorea e affaticata si fa portavoce presso quel mondo politico e delle istituzioni poco sensibile ad aiutare gli ammalati nelle sue condizioni.
Fulvio ha esaltato il valore della vita nel pieno del suo vigore giovanile, ma ha dato una testimonianza continua anche nella sua lunga malattia: la vita va vissuta nonostante tutto!

Le sue sofferenze non gli hanno fatto dimenticare quelle degli altri, e quell'aiuto generoso che ha ricevuto attraverso la sua associazione ha voluto che fosse diviso con chi soffre come lui.

Il titolo iniziale riafferma che Fulvio continua a vivere attraverso la sua associazione, che come afferma Gianluca Averoldi, uno dei fondatori, è sempre molto attiva pur nelle limitazioni che questi due anni di pandemia hanno imposto.

Le sofferenze non si fermano mai e la solidarietà deve essere continua.

Riprendendo quando scritto sulla copertina del catalogo espositivo dei  suoi quadri, ecco cosa ha scritto Fulvio: ”Ciò che è importante è essere semplici, diretti, essenziali e minimalisti... questo sono stato... questo sono io”!

Questo SEI TU... Fulvio, con il tuo messaggio di bontà natalizio di bontà e altruismo, che continua anche dopo la tua morte.
Ciao Fulvio... e buon Natale a tutti quelli che portano avanti la tua associazione e aiutano i più deboli e sofferenti.
                                                      
Nelle foto:
- Fulvio Cimarolli
- Le evoluzioni di Fulvio sulle nevi di Madonna di Campiglio
- Fulvio con papà Umberto e mamma Nera
- Il corpo scultoreo di Fulvio prima della malattia

 




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