Dove vanno le api?

"Parole in Volo", della compagnia il Teatro delle Pezze, nasce da un'idea condivisa di un gruppo di amici desiderosi di sostenere il nascente progetto del Museo delle Api a cielo aperto, che sorgerà a Vaiale, minuscola località della valle dell'Abbioccolo, nel comune di Lavenone.
Questi amici hanno unito le proprie abilità per creare qualcosa di veramente originale.

Nasce così Parole in Volo, uno spettacolo capace di sommare le inclinazioni dei componenti la compagnia, miscelando sapientemente recitazione, poesia, musica, acrobazie aeree circensi e, non ultima, l'abilità organizzativa nel credere realizzabile un'idea assolutamente fuori dagli schemi.
Da questa esibizione è poi germogliato l'embrione del Teatro delle Pezze, che ha debuttato domenica 17 dicembre u.s. sul lungolago di Salò.

La nascente compagnia, con tutte le sue "pezze", si è catapultata sul palcoscenico lacustre narrando di api, di salvaguardia ambientale, di emigrazioni e di favole tramite la recitazione, le sonorità perfettamente azzeccate generate dall'handpan di Roberto Mura, performer di Preseglie, e con le spettacolari evoluzioni aeree di Romina Savioni, l'artista del vento, originaria di Sabbio Chiese.

Alle 15:15 in punto Parole in Volo ha iniziato a decollare.
È la surreale rappresentazione di un doppio volo, uno di andata e uno di ritorno, che riguarda lo spopolamento e poi il ritorno in un luogo abbandonato come lo è la valle dell'Abbioccolo, e di Presegno in particolare, il villaggio numericamente più significativo di questa vallata.

Non a caso qui vivono Annamaria Brotto l'attrice narrante di Parole in Volo, oltre a Massimo Braghini autore dei testi e Claudio Leonesio il serviceman tuttofare della compagnia del Teatro delle Pezze.

I diretti interessati raccontano l'emozione nel sentire echeggiare sul lungolago salodino, e ad un pubblico totalmente all'oscuro della loro esistenza, nomi di villaggi come Presegno, Vaiale, Bisenzio, i microscopici quanto meravigliosi borghi della valle dell'Abbioccolo, consegnando la vallata all'astrazione immaginaria degli ignari spettatori, esclusivamente sollecitati dalla narrazione teatrale.
Riuscitissima catarsi di luoghi abbandonati e dimenticati.

Ciò che rende unico il Teatro delle Pezze sono le sue acrobazie aeree circensi.
Attraverso audaci esibizioni sospese tra cielo e terra Romina, l'artista del vento, trasfigura lo spettacolo in un'esperienza incantata, unendo forza ed eleganza come solo le magie dell'arte circense riescono a evocare.

Questa forma di teatro non è solo una esibizione per gli occhi e per l'anima (che già non sarebbe poco), ma nutre l'ambizione d'essere un veicolo di sensibilizzazione per la protezione dell'ambiente e per la salvaguardia della biodiversità, celebrando gli ambiti naturali rappresentati dalle api come metafora.
Ma con al centro l'uomo, questa volta in chiave compassata, in amichevole armonia con le traiettorie ambientali.

Non l'"homo destructor" del quale ben siamo tristemente a conoscenza.
Domenica tutto questo, e con grande leggerezza, è andato in scena a Salò.

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