Regione Lombardia torna alla carica con la galleria degli agricoltori
di Redazione
Gli Amici della Terra del lago d’Idro lanciano l’allarme in merito ai progetti di regolamentazione del lago d’Idro e chiedono ai sindaci lacustri di prendere posizione
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«Regione Lombardia continua a considerare il lago d’Idro come fosse un mero serbatoio da sfruttare in maniera innaturale e abnorme».
È quanto denunciano gli Amici della Terra del lago d’Idro e Valle Sabbia in merito al progetto di regolamentazione del lago d’Idro.
«Abbiamo letto anche poche settimane fa, da una conferenza stampa della Consigliera Carzeri di Montichiari – afferma il presidente Gianluca Bordiga –, che la Regione Lombardia sarebbe pronta con un nuovo progetto per rifare la “galleria degli agricoltori” sul Lago d’Idro; vediamo quindi, anche da queste dichiarazioni, che il tempo fa sempre venire a galla la verità, emergono le bugie della politica della Regione Lombardia… perché nel 2008, era agosto, un primo progetto con simili intenzioni l’avevano chiamato “per la valorizzazione del lago d’Idro”: si trattava di una doppia paratoia per eludere la Normativa del Deflusso Minimo Vitale, scavando un canaletto di circa 2 metri per cementarlo nell’alveo del fiume Chiese emissario, dalla soglia di scolmo per circa 300 metri, e quella era la Savanella che secondo le intenzioni della Regione Lombardia avrebbe sostituito il Deflusso Minimo Vitale, e poi la realizzazione di una galleria dal diametro di 9 metri, impressionante e ingiustificata su questo lago, concepita per “prevenire la piena millenaria”; notate bene che tutto questo veniva progettato su un lago che non ha mai esondazioni se lo si lascia defluire naturalmente.
Ecco, questo progetto, che ha indubbiamente finalità recondite perché usa la Paleofrana presente dall’origine del lago, sopra l’incile, per giustificare il pericolo di una “piena millenaria” e per questo costruire una galleria talmente grande da riuscire a togliere 320 metri cubi di acqua al secondo, nel 2021 è stato abbandonato dalla Regione, in seguito a due ricorsi, uno nostro ed uno del Comune di Idro, e anche grazie a un Esposto alla Procura della Repubblica, depositato da noi ADT nel 2018; ma nei prossimi mesi il progetto, adeguato, ottimizzato, verrà riproposto in pompa magna: è stata incaricata per questo l’A.I.Po, autorità interregionale del Po, per rivederlo lì dove aveva dei punti deboli per l’approvazione e quindi la realizzazione, ce l’ha confermato la dott.ssa Mirella Vergnani, R.U.P. del progetto, il 15 febbraio 2023 quando abbiamo avuto un colloquio in sede a Parma.
Quel nuovo progetto, per realizzarlo, costerà oltre 90 milioni di euro, e dagli esponenti dell’Amministrazione regionale lombarda, che lo ha voluto, sentiamo ancora dire che sarà la realizzazione della nuova galleria degli agricoltori; da queste parole emerge che lo scopo del progetto non è la messa in sicurezza del Lago d’Idro, ma lo scopo è invece la volontà di realizzare un nuovo impianto di regolamentazione del Lago affinché gli utilizzatori dell’acqua per le attività agricole nei 40 Comuni della pianura medio alta orientale lombarda, di cui solo 12 Comuni sono del corpo idrico del Chiese, possano disporre, grazie alla compiacenza della politica di Regione Lombardia, di un Lago che si può invasare e poi svuotare fino a 3,25 metri verticali, togliendogli nuovamente ogni anno in estate una quantità di acqua pari a 36 milioni di metri cubi di acqua in più a quella che per natura scende lungo il corso del corpo idrico del Chiese.
Tutto questo porterà conseguenze di nuovo disastrose al territorio del Lago d’Idro; un Lago che, come s’è visto bene anche nel recente anno 2023, ha una grandissima presenza di fauna ittica, e grazie a una gestione conquistata dai lacustri e siglata con un Accordo prefettizio nella primavera 2007, fatta con una regola di gestione dei livelli rispettosa della sua naturalità, 1,30 metri verticali, quota minima 367,20 sull’idrometro di Idro, quota massima 368,50 sull’idrometro di Idro; ed è solo grazie a questa nuova gestione simile al naturale, imposta dal grande movimento popolare che nel corso di lunghi anni s’era formato dal 1987 in poi, gestione tutt’ora in vigore, dal 2007 sono 16 anni, il Lago d’Idro appunto sta recuperando anche il suo Patrimonio di fauna ittica, che storicamente ha sempre avuto; era un Lago tra i più pescosi fino al 1955, sono dati presenti nell’ufficio Pesca, dapprima provinciale e oggi regionale.
Oggi riparte, da noi, un nuovo grido d’allarme per le intenzioni di quel nuovo progetto voluto dalla Regione Lombardia: è inaccettabile che l’istituzione superiore regionale continui ad assecondare le spinte di un comparto produttivo, quello agricolo, che non ha ancora intenzione di ammodernare i suoi sistemi irrigui, sapendo bene che questa insistenza a mantenere sistemi concepiti 200 anni fa è cieca, potrà solo danneggiare la gestione della risorsa primaria e insostituibile; non è intelligente.
La nostra Associazione, soprattutto all’interno della Federazione del Chiese, agisce per realizzare sull’intero corpo idrico del Chiese, di cui il lago d’Idro ne è un rilassamento morfologico ed una meravigliosa ricchezza, per la potenzialità sia della fauna ittica, tornata dal 2007 grazie alla gestione simile al naturale ad essere una delle ricchezze di questo territorio, e sia per le potenzialità del fenomeno turistico, grazie alla sua posizione geografica che lo connette direttamente ai territori delle circostanti bellissime montagne, in particolare a quelle del Trentino, non è quindi un mero serbatoio; la nostra Associazione, all’interno della Federazione del Chiese e grazie alla forza unitaria di questa Federazione, agisce per instaurare un senso unitario e paritetico finalizzato a salvaguardare ogni tratto del corpo idrico stesso, ovvero per riuscire a infondere il più possibile nella popolazione di ogni area la mentalità, in ognuna delle 5 macro-aree del corpo idrico, che un futuro sostenibile tra Ambiente e Economia per l’intero corpo idrico è assolutamente giusto e urgente ma che questa realtà potrà realizzarsi solo se verrà stabilito come sistema il rispetto per ogni diversa Economia, dal turismo all’agricoltura, ogni macro area deve essere considerata con pari dignità, dalle istituzioni per prime; ma qui, con l’intenzione di questo progetto, la Regione Lombardia non sta dimostrando di avere rispetto per la gente e l’economia del lago d’idro e dell’adiacente trentino.
Chiediamo, pertanto, che la Regione Lombardia dica chiaramente se pensa che il lago d’idro debba avere una gestione dei livelli come avviene su tutti gli altri laghi, ovvero con escursioni non oltre 1,5 metri verticali, o se invece pensa che questo lago sia un figlio di un dio minore e pertanto la Regione è d’accordo che la futura regola di gestione torni ad essere superiore ai 3 metri verticali, con tutte le conseguenze disastrose che già si sono conosciute dal 1917 fino al 2007.
Chiediamo alla Regione Lombardia che ci dica qual è il suo pensiero in merito questo.
E chiediamo ai Comuni del Lago e dell’intero corpo idrico del Chiese che si esprimano anch’essi su questo».