Il comitato Acqua pubblica chiama in causa l'Europa

Il comitato referendario Acqua pubblica Brescia ha incontrato l’Europarlamentare Eleonora Evi sulla questione del depurazione del Lago di Garda e del commissariamento.
Al termine dell’incontro hanno pubblicato la seguente nota che riportiamo integralmente

Le istituzioni politiche ed i comitati territoriali, dopo ad un percorso di fattiva collaborazione, hanno portato all’approvazione, da parte del  Consiglio Provinciale, il fondamentale principio secondo cui i depuratori consortili devono essere costruiti nei comuni serviti dagli impianti stessi.

La nomina di un commissario, nella persona del Prefetto di Brescia, per il depuratore della sponda Bresciana del Garda, è un atto gravissimo, un atto autoritario in sfregio alle istituzioni provinciali. L’ipotesi prospettata dal commissario prevede la realizzazione dei depuratori lungo l’asta del Chiese mentre i Comitati chiedono la salvaguardia del bacino idrografico del Chiese poiché del tutto estraneo al bacino idrografico del Garda.

La richiesta di commissariamento, proveniente da soggetti in pieno conflitto di interessi quali, il ministro Gelmini, il presidente della Comunità del Garda  Dal Cero e dal Sindaco di Lonato Tardani, cancella, con un colpo di spugna, l’operato dei comitati e delle istituzioni pubbliche provinciali. Il rischio di una deriva antidemocratica deve essere scongiurato e per questo dobbiamo far sentire la nostra voce chiedendo l’annullamento della nomina commissariale.

Il Comitato Referendario Acqua Pubblica Brescia come tutte le altre realtà attive su questa tematica stanno mettendo in campo tutte le risorse necessarie per fermare, quest’opera che rischia di trasformarsi in una Caporetto per l’ambiente per le tasche dei cittadini ma anche per quel turismo per cui i Sindaci Benacensi non vogliono ospitare nel proprio territorio l’impianto stesso.

I principi secondo cui vorremmo fosse progettata quest’opera, come tutte le opere grandi o piccole che siano, non sono certi quelli ad oggi utilizzati. La tutela dei territori e delle comunità coinvolte, il rispetto del principio di prossimità, il minor impatto ambientale, il miglior rapporto costi/benefici, i minori costi manutentivi e l'interesse delle future generazioni. Questi i cardini su cui dovrebbe poggiare un progetto così importante.

Soprattutto l’utilizzo delle BAT, le migliori tecnologie disponibili, garantirebbe il miglior progetto possibile per il Garda, nel rispetto di una tempistica adeguata per un’opera così fondamentale per il Garda, il bacino di acqua dolce più grande d’Europa.

Per questo abbiamo deciso di interfacciarci con chi può rappresentare i nostri interessi in Europa ed interfacciarci con Eleonora Evi, Europarlamentare del Gruppo dei Verdi/Alleanza libera europea, dimostratasi attenta alla questione ed interessata a supportare la nostra azione.

Abbiamo aperto un costruttivo dialogo su questa vicenda per valutare eventuali azioni da porre in atto che, visto gli interessi in campo, travalichino i patrii confini. La questione, da sempre secondo noi, avrebbe dovuto avere un respiro europeo ed oggi la questione si sposta ad un livello superiore facendo un salto di qualità, con il supporto di Eleonora Evi siamo convinti si possa porre all’attenzione dell’Europa questa questione...