La scoperta geniale di Camillo Tarello

Attorno alla metà del Cinquecento, nella tenuta di Marcina, o Marsina, nei dintorni di Gavardo, il lonatese Camillo Tarello aveva sperimentato, adottando un rigoroso e coerente metodo scientifico, tecniche rivoluzionarie che avrebbero cambiato profondamente e per sempre le modalità di coltivazione dei campi.

Geniale è l'introduzione da parte di Camillo Tarello della nutrizione minerale, ovvero l'idea, basata sull'osservazione diretta, di ridurre in frantumi le pietre usandole come fertilizzante e di questo ne scrive nel suo “Ricordo d’agricoltura”, testo ancora oggi punto di riferimento per molti agronomi ed agricoltori.

La vicenda esemplare del geniale agronomo viene ora ripercorsa da «Camillo Tarello come Colombo genovese», lettura scenica di un testo scritto e curato dalla studiosa Emilia Nicoli che, a partire dall’esame del celebre trattato tarelliano, il «Ricordo d’agricoltura», intende suggerire al pubblico una riflessione attorno a un progetto che si rivela ancor oggi di straordinaria e sorprendente attualità. La regia dell’allestimento è affidata a Pietro Arrigoni.

La lettura andrà in scena questo sabato 7 ottobre, alle 17 negli spazi suggestivi dell’antico mulino di Gavardo, per iniziativa del Sistema museale della Vallesabbia e del Sistema bibliotecario del Nord-Est bresciano, nell’ambito della rassegna Labor, dedicata alla storia e alla memoria del lavoro nel territorio, con Pietro Arrigoni, Susanna Zanolli e Vincenzo Tiralongo alla viola.

Sarà presente l’autrice. L’ingresso è libero.