Ciao, Gianfranco!

Questa mattina l’amica Anna Martini ci ha detto che l’amico Gianfranco ci aveva lasciati. Nessuno se l’aspettava. La dolce moglie Mariagrazia (nipote del mitico dottor Rossini) ci ha detto che Gianfranco era stato dimesso dalla Poliambulanza ed era tornato a casa: sembrava che tutto andasse relativamente bene, poi purtroppo si è spento. Mariagrazia ci ha detto che quando 40 anni fa aspettava il bel figlio Tommaso (coscritto dei miei gemelli Filippo e Rosario) a Gianfranco era stata diagnosticata una grave malattia degenerativa.

Caro Burbi! Lo vedevo spesso per strada, accompagnato dal fratello Ermanno, pieno di tenere attenzioni verso di lui, sempre a lui vicino, sempre partecipe, e questo amore fraterno è una cosa che commuove. Oppure accompagnato da volontari o da una signora: ogni volta “Burbi” era felice di incontrare gli amici, aveva sempre quel modo di essere intelligente, cordiale, pieno di ironia.

Anche se in carrozzella, anche se aveva bisogno di continue attenzioni e doveva dipendere dagli altri, Gianfranco non si è mai dato per vinto: mai una lamentela, mai una arrabbiatura verso il destino. Eppure ne avrebbe avuto tutto il diritto! Burbi è sempre stato un esempio per tutti, a tutti ha donato la sua gentilezza e la profonda umanità. Negli incontri con gli amici ed i coscritti del 1951, Burbi (nato il 15 settembre) era circondato ed amato da tutti e tutti gli hanno voluto un bene immenso.

Sembra ieri che da giovani ci vedevamo all’oratorio. Lui sempre elegante, giacca e cravatta, sempre ironico, arguto, con quel suo modo particolare di porsi in mezzo agli amici. Mi sembra di vederlo ancora, al bar dove la mia attuale moglie e l’amica Daniela servivano dietro il bancone. Il fratello Ermanno, più giovane, si scatenava con battute a raffica, facendo ridere gli amici a crepapelle e a volte “sgraffignando” le caramelle alla liquerizia…Burbi aveva sempre uno stile da “gentiluomo”, indimenticabile.

E poi quella terribile malattia…Solo i suoi familiari possono sapere quanto abbia sofferto a non poter camminare, a non poter essere libero di fare le cose, e nell’ultimo periodo a non poter comunicare.  Mi commuovo al pensiero di quel sentiero difficile e doloroso che è stata la vita di Gianfranco. Solo la fede ci aiuta a sapere che ora è sereno, libero dai dolori del corpo, nell’infinito amore di Dio.

“Da qualche parte sopra l’arcobaleno
proprio lassù, ci sono i sogni che hai fatto
una volta durante la ninna nanna.
Da qualche parte sopra l’arcobaleno
volano uccelli blu e i sogni che hai fatto,
i sogni diventano davvero realtà.
Un giorno esprimerò un desiderio
su una stella cadente:
mi sveglierò quando le nuvole
saranno lontane dietro di me
dove i problemi si fondono come gocce di limone
lassù in alto, sulle cime dei camini
è proprio lì che mi troverai
da qualche parte sopra l’arcobaleno…”

Mando un grande abbraccio alla famiglia, alla moglie Mariagrazia, al figlio Tommaso con Silvia, al fratello Ermanno con Gabriella, ai nipoti Simone con Marcella, a Luca con Federica, alle cugine Antonella, Grazia ed a tutti i parenti ed amici.

Caro Burbi, sul biglietto, dietro la tua foto, sono scritte queste struggenti parole: “Che l’alba di ogni giorno vi porti il mio sorriso.” Ti saluteremo nella Chiesa di Gavardo mercoledì alle 16, e ci stringeremo a te in un solo, grande abbraccio. Ricordando sempre il tuo meraviglioso sorriso. Ciao, Gianfranco!

John, uno dei tuoi tanti amici

Nelle foto:
1) Gianfranco
2) Con la moglie
3) Con il fratello Ermanno
4) Seduto davanti a tutti, in gita a Roma con don Eugenio Panelli nel 1971

Invia ad un amico Visualizza per la stampa

Vedi anche