07 Dicembre 2021, 14.53
Blog - Maestro John

Ciao, Mirko

di John Comini

Ieri è corsa per il paese una notizia tristissima: ci ha lasciati Raffaele Comini, conosciuto da tutti come Mirko. È salito sulle montagne del cielo a 62 anni


Sapevamo che non stava bene, ma si sperava in un miglioramento. E invece…

Mirko è nato il lunedì 21 settembre del 1959, figlio unico di Beppe e di Iris. Il papà Beppe teneva sempre in ordine il prato della casa del Comune in Tesio, un luogo che è davvero un incanto, immerso nel verde e nel silenzio.

Il caro Beppe aveva all’esterno la catasta di legna per il fuoco, e poiché qualche furfante a volte gliela rubava, aveva messo un cartello con la scritta: “Ladro di legna, te tende!” Il mio caro cognato Sergio Franceschetti diceva sempre: “Grazie al Beppe, il Tesio è ancora più bello!”.

Anche mamma Iris si dava da fare per tenere sempre più bella la chiesetta degli alpini. Quando c’erano le feste degli alpini o di altri gruppi, la casa dei signori Comini era sempre aperta a tutti. Inoltre mamma Iris, ai tempi del caro don Francesco Zilioli, con altre donne di buona volontà puliva la chiesina dell’oratorio e con altre belle persone gestiva la scuola di lavoro all’oratorio per le ragazze. Mirko ha sposato la bella e dolce Antonella Ferrari, con la quale ha creato una simpatica famiglia, con Rachele (ora insieme a Luca) ed Ettore (insieme a Laura).

Mirko è sempre stato una persona piena di vita. Ha fatto tutti gli sport in modo impareggiabile, da vero atleta. Mauro Zane mi ha detto: “Dimmi uno sport…lui l’ha fatto!” Dallo sci al tennis, dal surf allo squash, dal ciclismo all’alpinismo, è lungo l’elenco degli sport da lui praticati, dove ha sempre dato il meglio di sé. Forse solo nel calcio non si è impegnato a fondo, e quando lo incontravo col suo cane Tango gli dicevo: “Grande Juve!” e lui “Sei Comini come me ma di calcio non capisci niente, forza Inter!”.

Arturo Tebaldini, presidente dell’Avis, mi ha raccontato che ha iniziato ad andare in bici perché è stato Mirko a convincerlo, a spronarlo. A quel tempo (erano gli anni 80) non c’erano ancora le  mountain bike, ma si utilizzava il “rampichino”. Insieme hanno percorso molte strade, indimenticabile la 100 km del Passatore Firenze-Faenza…Arturo ha aggiunto: Mirko è stato socio fondatore del gruppo ciclistico dell’Avis, successivamente è diventato donatore di sangue, e come lui molti hanno fatto questo tipo di percorso, passando dal divertimento al dono. Una cosa davvero stupenda! Anche la moglie Antonella è volontaria e donatrice dell’Avis!

Ora mi faccio messaggero di due stupendi scritti per Mirko. Il primo è del mitico Angiolino Goffi, presidente del CAI gavardese, che gli ha dedicato queste emozionanti parole…

“Quando hai condiviso la stessa corda sul ghiacciaio, la stessa discesa pazza nella prova speciale, la nebbia e la paura su un 4000, la fatica della salita in gara, il temporale sul Cervino o l’ascesa del Bianco, si crea tra i due un legame, un’amicizia che anche se apparentemente può sembrare sospesa, resta viscerale, parte di te e di lui. Non importa poi se nell’immenso mistero della vita le strade sembrano dividersi o le scelte possono essere diverse, anche se non ci si vede per dei mesi, quando ci si incontra non servono le parole, lo sguardo e lo stesso respiro si sincronizzano come allora, come sul ghiacciaio, come sugli sci, legati alla stessa corda. Così, come per due amanti, l’unico modo per stargli vicino è quello di lasciarlo andare via…”

Grazie Angiolino, nel trascrivere il tuo messaggio ho faticato a trattenere le lacrime. Come per la lettera di Massimo Scalvini, grande amico di Mirko…

“Quanti pensieri in questi giorni per trovare il perché di tutto questo…ma niente, non l’ho trovato…Io ancora qui…forse fortuna o chissà cosa, mi ha permesso di essere qui a raccontare della nostra amicizia che dura da più di 40 anni. Asilo, elementari, ma è alle medie che c’è stata la prima vera intesa, difatti dopo aver combinato una marachella ci siamo presi una tiratona di orecchie da don Antonio Bonetta, se ci penso mi fanno ancora male… E poi così via negli anni, coinvolgendo anche le famiglie, Natale, Pasqua, vacanze, con i figli che hanno la stessa età. E abbiamo condiviso tanto, frequentato gli stessi amici, il CAI, l’AVIS, senza saperlo abbiamo dormito nella stessa stanza d’albergo nel viaggio di nozze e per ultimo, per non farci mancare niente, anche la malattia…Eravamo e saremo sempre una famiglia allargata. Tu facevi e noi dietro, cercavamo di fare quello che potevamo…montagna, sci, bici, ecc. Ma nessuno ci obbligava, tu ci spronavi a fare cose nuove, ci andava bene così, e alla fine abbiamo fatto un sacco di esperienze, divertendoci sempre in armonia… Ricordo una vacanza al mare con amici, figli: eravamo rimasti senza verdura e ti abbiamo detto di andare a prendere “due pomodori”… e tu sei arrivato proprio con due pomodori, dicendo “Per mé iè asé!” e tutto si è risolto con una risata… Tu eri questo, ma eri anche molto ma molto di più…Ci manchi già… Ora ti immaginiamo lassù a girare con bici, sci, a piedi, perché tu eri così, non stavi mai fermo e sicuramente troverai il mitico Teddy, i due Beppe, papà e zio che ti accompagneranno nelle tue avventure, e se un giorno scorgerai dietro di te qualcun altro…saremo noi sempre pronti a seguirti. Ora ti lasciamo partire, per chi rimane è già parte della nostra famiglia…Massimo, Simona, Anna, Paolo e Bea e Cami che ti chiamava Topo… e tutti gli amici che ti hanno accompagnato in questa vita.”

Grazie, Massimo, per le tue parole scritte con l’anima. Spero che tu riesca a leggerle oggi, al funerale, dove suoneranno i Pastorelli dei tre cornelli, il gruppo di amici in cui anche Mirko suonava. E allora vorrei dedicare a Mirko queste parole:

“Nella vita non contano i passi che fai, né le scarpe che usi, ma le impronte che lasci. Molte persone entreranno e usciranno dalla tua vita, ma soltanto i veri amici lasceranno impronte nel tuo cuore.”

Ciao, Mirko!

Maestro John

Grazie di cuore agli amici Arturo Tebaldini, Angiolino Goffi, Massimo Scalvini e Antenore Taraborelli


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