I cent'anni di Capovalle

Era il 16 giugno del 1907 quando il Consiglio comunale all’unanimità deliberò di chiedere l’autorizzazione a Vittorio Emanuele III, re d’Italia, di cambiare il nome del paese perché fosse Capovalle.
Quella importante data è stata celebrata con una bella pubblicazione: «Cent’anni della nostra storia», libro voluto dal Comune e dalla Biblioteca, reso possibile grazie al contributo della Comunità Montana di Valsabbia e della Banca Credito Cooperativo di Bedizzole Turano Valvestino.

Voce narrante delle vicende di questo primo secolo di vita di Capovalle, da Hano che era, è Denis Graziotti, paziente nella sua ricerca di documenti e intelligente nella messa insieme degli stessi. Risultato: un testo di piacevole lettura, ricco di testimonianze, con il raro pregio di rendere la pagina di storia precisa nei suoi riferimenti verificabili e calda di umanità.
Dunque, Hano, Consiglio comunale del 1907, con Pietro Lombardi sindaco e il signor Bartolomeo Pialorsi in funzione di segretario.

All’ordine del giorno, il cambio del nome del Comune. La questione, a dire il vero, non era dell’ultima ora. «Hano», la cui etimologia alcuni studiosi avevano ricercato nella voce armena «giogo», e altri nella contrazione del latino «janua», che significa «porta, apertura», verso la Valvestino, già all’inizio del ’900 faceva discutere. Quel nome latineggiante infatti sembrava banale; se italianizzato non era più specchio etimologico denso di fatti.

Da lì, il desiderio di cambiarlo per assumere una denominazione che fosse gradevole all’udito e che conservasse nello stesso tempo il senso che la tradizione assegnava al nome originario. E ciò, a seguito anche di «molte ed insistenti istanze da parte delle persone più intelligenti del paese, nonché di quelle non foreste che emigrano temporaneamente», come si legge nel verbale di quella seduta di consiglio. Ridicolo in sé, per sindaco e il Consiglio all’unanimità, il nome di Hano era pure causa di numerosi fraintendimenti, soprattutto all’estero, «essendo preceduto dalla lettera H che non ha suono davanti alle parole».

Ci fu quindi delibera unanime, cui seguì il 27 ottobre dello stesso anno l’autorizzazione al cambio giunta da Roma, firmata Vittorio Emanuele, controfirmata Giolitti. Il 16 gennaio 1908 nacque la prima capovallese: Giorgi Palmira Elisabetta.
«Cent’anni della nostra storia», tra passato e presente, per dire agli attuali 400 capovallesi il piacere e l’onore di essere cittadini in un paese che ha di bello la generosità, la laboriosità, la vivacità della sua gente.

Lina Agnelli dal Giornale di Brescia

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