Manca l'anidride carbonica, stop alla produzione di acqua frizzante

L’acqua frizzante rischia di scomparire dai negozi e dai reparti dei supermercati o quantomeno di raggiungere prezzi sempre più alti.

Colpa del blackout dei produttori internazionali di anidride carbonica alimentare, che sta bloccando la produzione di acqua frizzante e bibite gassate in quasi tutta Europa, dall’Austria alla Germania e alla Svizzera, con la sola esclusione, per il momento della Francia.

Le aziende che forniscono la CO2 preferiscono garantire il rifornimento agli ospedali e ad altri settori del comparto alimentari, mettendo così in crisi le società che vendono acqua frizzante.  

Anche a Brescia aziende importanti come Maniva, capace di produrre 160 milioni di bottiglie all'anno, tra Bagolino e Chiusi della Verna, hanno già sospeso temporaneamente la produzione di gassata e non sanno quando potranno riprenderla.

L’anomalia si sente anche a Salò dove opera Fonte Tuttavia, una realtà da 250 milioni di bottiglie annue: “Stiamo cercando di non far mancare niente al mercato e di non perdere il nostro equilibrio anche attingendo alle scorte – rileva Armando Fontana, titolare e amministratore della società –: è innegabile però che da 15 giorni le cose stanno ben peggio di come le attendevamo”.

A Nuvolento, dove la famiglia Bodei produce l'acqua che va solo in bottiglie di vetro fonte Sole, hanno detto di essere coperti con le scorte di anidride solo fino alla fine del mese.

Il problema sembra essere scongiurato invece a Vallio Terme: nello stabilimento Acqua Castello l’ultimo stock di CO2 è arrivato venerdì.