La tragedia di Armòs

Così scrivemmo il giorno dopo:
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Bagolino 2 novembre 2008

Si è trattato di una tragedia, per cause naturali che è la prima e la più accreditata delle ipotesi, ma pur sempre tragedia perchè imprevedibile ed irreparabile. Il corpo senza vita di Abramo Salvadori è stato trovato nel sangue all’interno del fienile che la famiglia possiede in località Armòs, sopra Bagolino.
A fare la scoperta la figlia messa sull’allarme dalla madre che dalla Valcamonica dove si trovava non riusciva a mettersi in contatto telefonicamente con lui.
Sara, trent’anni, ha chiamato immediatamente il 118, ma il medico dell’eliambulanza intervenuta sul posto da Brescia non ha potuto fare altro che constatarne la morte. Sul posto anche i volontari dell'ambulanza di Bagolino.

Abramo Salvadori, 55 anni, soffriva di epilessia e potrebbe essere stato colpito da un improvviso malore. Una crisi irrefrenabile che gli avrebbe fatto sbattere ripetutamente il corpo e anche la testa all’interno della stanza che nella cascina fa da cucina.
Gli inquirenti al momento escludono responsabilità di terzi.
Per fugare ogni dubbio però, accanto ai carabinieri della stazione locale al comando del maresciallo Rizza e al medico igienista da Salò, nella cascina di Armòs si sono recati anche gli uomini della Scientifica dal Comando provinciale dei carabinieri di Brescia.

L’accertamento della causa esatta del decesso – capire cioè se è stato provocato dalle lesioni o dal soffocamento determinato dalla malattia – è invece delegato all’autospia che sarà eseguita nella mattinata di oggi a Gavardo, dove la salma è stata trasferita ieri sera.
La voce della sua morte e in quel modo così strano ha fatto presto il giro del paese, dove Abramo era conosciuto ed apprezzato per la sua capacità di vivere a stretto contatto con la natura e con gli animali che allevava, soprattutto con gli uccelli da richiamo che i loro trilli e i gorgheggi anni fa gli avevano fatto vincere anche dei premi.

Una passione la sua che da qualche tempo lo spingeva a trascorrere gran parte del tempo nel rustico di Armòs, 1200 metri di quota raggiungibili percorrendo la ripida strada che dal bivio di “Valletta” fra Cerreto e Riccomassimo sale verso la Valmarsa e la Valbona, otto chilometri in tutto dal centro del paese.
Solo l’inverno lo faceva desistere: “Tornava ad abitare in paese con i suoi quando noi cacciatori snettevamo di salire fin quassù” ci racconta l’amico Valerio, che aggiunge: “se non sono stato io l’ultimo a vederlo, è stato l’Antonio”.

L’incidente accorso ad Abramo Salvadori è l’epilogo di una sofferenza cominciata una quindicina di anni fa, quando ancora lavorava a Odolo e quando dalle parti di Sant’Antonio e precisamente alla curva “del Liperone” ha subito un gravissimo incidente stradale.
Prima il coma, poi la lunga riabilitazione e le prime crisi epilettiche, fino alla tracheotomia subita lo scorso anno. Ad interessarlo sembrava ci fosse solo il particolare rapporto che aveva con gli animali. Si dice che loro lo capissero e che lo assecondassero in tutto.

Ad Armòs viveva con alcune caprette, galline, conigli, tre cani compreso il piccolo Kim che ieri ogni tanto cercava di entrare in cucina per metteresi accanto al padrone e non si lasciava avvicinare da nessuno.
Tutta Bagolino si stringe ora attorno ai familiari, il fratello e la sorella con le rispettive famiglie, gli anziani genitori Valentino e Maria, che sono stati colpiti da un altro lutto solo cinque giorni fa.

Ubaldo Vallini

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Per saperne di più:

Oggi decide l'autopsia
Domani l'ultimo viaggio di Abramo