26 Agosto 2009, 07.19
Agnosine Odolo

L'addio a nonno e nipote

di Ubaldo Vallini

Moltissime le persone che ieri hanno accompagnato commosse le salme di Renzo e Nicola per il loro ultimo viaggio terreno

«Dio mio, Dio mio, perché ci hai abbandonati? È la domanda che ci attanaglia in questi momenti che ci vedono straziati, storditi. La sofferenza ci soffoca e ci accorgiamo di essere poveri, fragili, piccoli ed impotenti».
È don Ugo Baitelli, nella grande chiesa che Agnosine ha dedicato ai Santi Ippolito e Cassiano ieri straordinariamente gremita di fedeli, a farsi portavoce del dolore di un’intera comunità. La quale, da giorni, si è stretta affettuosamente attorno alle famiglie Bresciani e Tononi, fino all’ultimo viaggio terreno di Renzo e Nicola, nonno e nipote.
 
Non a caso, ieri la parrocchiale non è riuscita ad accogliere nemmeno la metà della gente, proveniente un po’ da tutta la Valsabbia, salita ad Agnosine per i funerali. Tantissimi anche i giovani, i ragazzi del Polivalente di Idro e delle Medie di Agnosine in testa.
«Solo Dio può reggere questo dolore - ha aggiunto il parroco durante l’omelia -. Ad aiutarci, la consapevolezza che Renzo e Nicola hanno vissuto in comunione con Cristo, che si volevano bene e che insieme sono andati in Paradiso. Quando la notizia della loro tragica scomparsa ci ha raggiunti eravamo a Fatima e li abbiamo affidati alla benevolenza della nostra Signora».
 
«Noi oggi gridiamo a Dio tutto il nostro dolore, ma sappiamo che chiunque vive e crede in Lui, come vivevano e credevano Renzo e Nicola, non morirà in eterno. Dio donaci la speranza che adesso non vediamo, dacci la forza per portare questa pesante croce». Con don Ugo Baitelli, parroco di Agnosine, a celebrare la funzione c’erano don Duilio Lazzari, parroco di Odolo, e gli altri sacerdoti della Conca d’Oro: «Renzo e Nicola sono due stelle che continueranno a brillare nel cielo per tutti noi. Ora che sono liberi dal fardello delle cose terrene, ci aiuteranno a vivere con intensità e con amore la vita in ogni suo istante».
 
Grande assente: la rabbia
Pare impossibile, ma non c’era rabbia ieri in quella chiesa, non c’era rancore nei confronti di un destino crudele. A stringersi attorno alla famiglia Bresciani tanto calore umano ma soprattutto molta gentilezza. La stessa con la quale Natalia, Gianpietro ed Enrico, hanno accolto ogni abbraccio, ogni manifestazione di vicinanza. Una fede grande la loro, solida, vissuta giorno per giorno in parrocchia e sul lavoro.
Una fede che li aiuterà a superare i momenti difficili che certo arriveranno, quando sulla partecipazione generalizzata a questa tragedia calerà, inesorabilmente, il sipario.
 
Manifestazioni d’affetto
Le manifestazioni di affetto di quanti hanno voluto prendere la parola dal pulpito sono andate soprattutto al giovane Nicola. Del resto c’è poco da dire e da fare: la scomparsa del nipote sedicenne è più dura e insopportabile di quella, pur tragica e profonda, del nonno settantaduenne.
Così hanno preso la parola via via i compagni di tutti i giorni, che l’hanno voluto ricordare come «l’amico sempre pronto a dare un consiglio, sul quale sapevi di poter contare». Di lui hanno rammentato «il sorriso allegro e la risata contagiosa». E poi ancora «la capacità di vivere senza pretese, accettando sempre senza problemi tutto quello che gli veniva proposto».

«Rimarrai nei nostri cuori»
«Sarai nei nostri cuori e nei nostri pensieri, sempre». Una promessa e ancor prima una testimonianza di affetto e vicinanza perché Nicola era un amico vero e un punto di riferimento.
Gli adulti, più abituati al confronto con la morte e alle conseguenze che questa ha per i vivi, hanno mostrato la loro solidarietà a quello che è rimasto della famiglia: «Cari Gianpietro, Natalia, Enrico, vi siamo vicini in questo momento di dolore, non vi lasceremo soli».
 
Al termine delle esequie, una volta uscite dalla chiesa parrocchiale, i due feretri hanno imboccato strade diverse. La salma di Renzo Tononi ha infatti raggiunto il cimitero di Odolo, paese nel quale l’uomo ha sempre abitato e dove ha cresciuto la sua famiglia e la maggior parte dei suoi affetti.
La bara di Nicola Bresciani è stata invece tumulata nel camposanto di Agnosine, perché questo era il suo paese. Una separazione solo apparente, fra nonno e nipote: «In un giorno di festa, insieme sono passati dalla fragilità della vita terrena alla vita eterna - ha concluso don Ugo -. Anche ora sono insieme, accanto a Gesù. Diamo loro l’arrivederci in cielo, chiediamo loro di pregare per noi».
 
Ubaldo Vallini dal Giornale di Brescia
 

 



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