01 Agosto 2022, 07.00
Gavardo
Eventi

La Terra di Russia torna al suo posto

di P.D.

Nella mattinata di domenica, in occasione della festa alpina in Monte Tesio, la terra di Nikolajewka è stata riposizionata nel nuovo sacello.
 
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Non una festa come le altre quella che si è tenuta ieri mattina sull’altipiano di Monte Tesio, a Gavardo. Per gli Alpini infatti, oltre alla ricorrenza dei 150 dalla fondazione del corpo ed i 50 anni della chiesetta è stata festeggiata un’altra ricorrenza, dal peso sentimentale ben più importante. 
 
Dopo i fatti incresciosi dello scorso maggio, che avevano visto la vandalizzazione della chiesetta e del sacello contenente la Terra di Russia, la comunità alpina si è mossa in aiuto del gruppo di Gavardo, ed il museo di storia e armi di Rezzato, nella persona del presidente Torregiani ha donato parte della propria terra proprio al gruppo gavardese. 
 
Ieri la festa alpina è stata l’occasione migliore per posare nuovamente la terra; infatti dopo l’ammassamento e l’alzabandiera, guidati dalla Fanfara Alpina Valchiese di Gavardo, alla presenza delle autorità si è potuto procedere alla cerimonia presso la chiesetta di Monte Tesio. 
 
Numerose le autorità presenti per l’occasione, tra cui il presidente della sezione montesuello Poinelli, il vice presidente della sezione di Brescia Rizzi, il Sindaco Comaglio, il vice comandante della Polizia Locale di Valle Sabbia, oltre ai numerosissimi alpini dei gruppi limitrofi giunti per l’occasione con i propri alfieri. 
 
Ad orchestrare la manifestazione il cerimoniere ufficiale nonché la voce degli Alpini Prof. Angelo D’acunto, che nei vari interventi effettuati, intervallando le autorità ha ricordato «da docente mi addolora pensare che gli autori di tale gesto fossero ragazzi, ma se effettivamente è così che è stato la colpa è da imputare all’ignoranza e mancanza di valori, perché chi ha compiuto questo gesto non sa cosa significhi per noi alpini questa terra».
 
«La terra imporporata è resa rossa dal sangue degli alpini morti in guerra e portarla in patria è un modo per essere più vicini a loro, come la piastrina, così la terra è un pezzo dei nostri reduci» fa eco il presidente sezionale Poinelli, che chiosa «Grazie ai presenti, grazie al gruppo per quello che fa per la popolazione e per la sezione, ma ciò che facciamo va fatto assieme, perché le persone e le idee sono tante ma siamo tutti su un unico sentiero che percorriamo assieme».
 
«A noi spetta tramandare i valori alpini alle future generazioni» ricorda Comaglio «e se sono stati i giovani a commettere questo gesto, noi adulti in cosa abbiamo sbagliato? In cosa abbiamo mancato? Il trafugamento è avvenuto in un momento triste proprio perché nei medesimi luoghi da cui la terra proviene è ancora in corso una guerra, una guerra che in ucraina distrugge molte delle opere erette anche dagli Alpini. Gli Alpini sono preziosi e sono fiero che nel mio comune ci siano ben tre gruppi, una forza aggiunta, senza i quali molte cose sarebbero irrealizzabili, senza il cui aiuto molti amministratori sarebbero persi, quindi un Grazie di cuore».
 
A conclusione anche gli interventi del capogruppo di Gavardo Mario Rivetta che ricorda i lavori effettuati, lo spirito di comunità che contraddistingue gli alpini, ed i doverosi ringraziamenti ad autorità, alpini presenti, fanfara ed amministrazione. Commovente anche l’intervento dell’ex capogruppo gavardese Guatta, uno dei pochi che erano presenti alla prima inaugurazione della chiesetta, e che ricorda commosso la lettera del compianto gen. Giacobinelli con la quale il generale commissionava la costruzione della chiesetta. Guatta si dice fiero di quanto fatto negli anni, chiudendo con un sonoro «Viva l’Italia, vivano gli Alpini!».
 
Al termine degli interventi la Terra di Russia, contenuta in un cimelio di guerra (un pacchetto di sigarette rinvenuto a Dnipro, nel cimitero militare) è stata posizionata dal presidente Poinelli nel nuovo sacello con un documento che ne attesta la posa ben rinchiuso in una bottiglia. Il sacello è stato poi sigillato con un nuovo coperchio di marmo dal Capogruppo Rivetta e sigillata dal Presidente Poinelli, dal Sindaco Comaglio e dai due “veci” che c’erano cinquant’anni fa alla prima apertura della chiesetta, gli alpini Guatta e Maioli, il tutto a suon di musica della Fanfara Alpina Valchiese di Gavardo.

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