22 Gennaio 2023, 15.17
Blog - Maestro John

Alpini per sempre

di Maestro John

Ricordando il sacrificio degli alpini in terra di Russia, penso ai tanti alpini di ieri e di oggi che ho conosciuto. Poi eventi e 4 compleanni in uno


Giovedì è la Giornata Nazionale della Memoria e del sacrificio degli Alpini nell’80° anniversario della battaglia di Nikolajewka.
Giorni e giorni di cammino nel gelo, in una disperata lotta per la sopravvivenza.
Molti erano ragazzi nel fiore degli anni. Tutti avevano un sogno, “tornare a baita”.

Il 26 gennaio 1943
, dopo giorni di marcia, gli alpini riuscirono a sfondare le linee russe a Nikolajewka e ad uscire dalla sacca nella quale erano rinchiusi. La battaglia fu cruenta, le perdite altissime. Molti rimasero là, nella neve.
La maggior parte vennero seppelliti in fosse comuni nella regione del fiume Don, ai confini con l’attuale Ucraina (dove ora si combatte un’altra terribile guerra).
Mi strazia il cuore il pensiero di tante mamme e fidanzate che piangendo li attendevano alla stazione del treno, con in mano la foto del proprio caro, il senso della loro vita. Non si può nemmeno immaginare il dolore di quelle meravigliose donne.

Quando passo accanto ad un monumento
con i nomi dei caduti, mi commuovo sempre.
E quando leggo “disperso” in Russia, ricordo una piccola, anziana signora che il mercoledì passava sempre a casa mia, perché sapeva di incontrare mio papà.

Questa signora, Merigo di Puegnago, aveva due figli dispersi in guerra. Aveva saputo da mio papà che uno di loro era in un campo di prigionia in Polonia, ma quando mio papà era scappato, non se l’era sentita di seguirlo.
La signora Merigo non aveva più rivisto i figli ed ha vissuto sempre con il pensiero che prima o poi sarebbero tornati. Ma quando le è arrivata la pensione dei figli ormai considerati dispersi, si è ammalata ed è morta in poco tempo: aveva perso ogni speranza.

Gli Alpini…
Quando serve una mano, loro ci sono sempre: aiutano le popolazioni colpite da calamità naturali, sono al servizio dei più sfortunati e dei più bisognosi (come nella Scuola Nikolajewka a Brescia e nell’asilo di Rossosch in Russia), intervengono nelle scuole coinvolgendo i ragazzi in un’educazione ambientale attiva e la piantumazione di alberi, fanno prevenzione e pulizia di fiumi e boschi, creano nuclei antincendio, organizzano attività sportive come la marcia di regolarità in montagna o lo sci di fondo, ristrutturano posti meravigliosi come “Campèi de Sìma”, distribuiscono mascherine in tempo di pandemia, danno vita a mille iniziative di solidarietà e di pace, seguendo il motto del reduce di Russia Michele Milesi “ricordare i morti aiutando i vivi”.

Quanto a me, alpino di seconda classe
(15 mesi a Cuneo, San Giorgio a Cremano-Napoli e Merano), nella mia vita ho incontrato tantissimi alpini. Spero che nessuno ne abbia a male se ne cito solo alcuni. Ma a tutti mando un abbraccio grande come il loro cuore.

A Merano, dove era alpino mio fratello Dino, ho incontrato Gianni Facchetti e, durante una festa del tesseramento, il caro Gianni Faini, sergente.
Quando “è andato avanti” il padre Alberto, che tutti chiamavano Vittorio, reduce di guerra e di prigionia, durante la S. Messa è stato ricordato da un commosso Piero Guatta, che ha dedicato allo “zio Vittorio” parole meravigliose, dicendo che se un alpino “va avanti” non muore mai, perché lascia un segno nella vita di tutta la comunità.

Pierino Guatta è l’instancabile “custode” della meravigliosa sede in Monticello, sempre disponibile sia nella cura del parco, sia nell’incontro con i numerosi alpini che colà si riuniscono. La moglie Dori spesso lo affianca per i pranzi e per tenere in ordine l’ambiente.
Mi sembra giusto menzionare l’alpino Nino Vezzoni, la cui moglie Lucia Guatta donò agli alpini di Gavardo la casa e il terreno del Monticello.

Tra gli alpini “andati avanti” ricordo Isidoro Codenotti (per tutti Doro).
Nel “Diario di un alpino” racconta di quando è stato in guerra prima in Francia, in Grecia, in Albania e nella tragica campagna di Russia, ritornando a Gavardo dopo due anni di sofferenza in un lager tedesco. Doro è stato per anni clarinettista nel Corpo musicale “Viribus Unitis” e direttore della fanfara alpina “Valchiese” dallo slogan “Sóta la senèr, bràše!”.
Il nome fu scelto dal Doro in memoria del battaglione alpino di cui faceva parte durante la guerra e a ricordo degli amici lasciati laggiù.

E poi il mitico Pierino Goffi (detto Gudù): in viaggio di nozze aveva portato la moglie ad una sfilata! Sulla sua lapide c’è la scritta: “Volomes bé che ‘l costa poc”.
E come dimenticare il caro Poli Antonio, fiero di essere alpino? Ma anche Bernardo Rossi, Giovanni Zanetti, Piero Tedoldi (che ha rischiato di morire congelato in Russia), il barbuto Orlando Persavalli.
E poi il fratello della mia amica Anna Bendotti, l’indimenticato Gigi, che fu capogruppo degli Alpini di Gavardo dal 1991 al 2005, consigliere e vicepresidente della Sezione Ana “Monte Suello” di Salò e fra i più attivi nella costruzione del rifugio di Campèi de Sìma.
Ricordo con nostalgia il mio cognato Sergio Franceschetti, alpino nel cuore e nell’impegno civile, che faceva da revisore dei conti della “Monte Suello”.

Tra gli alpini vorrei salutare con affetto l’alpino Carlino Zanetti, una persona buonissima e generosa. E poi il sindaco Davide Comaglio (sempre presente alle manifestazioni alpine), Carlo Marocchi (il cui padre era un ragazzo del ’99 che ha combattuto nella Grande Guerra), il sempre entusiasta Alessandro Maioli (che suona da ben 52 anni sia nella Banda sia nella fanfara), il prof. Angelo D’Acunto (speaker delle sfilate nazionali), Giuseppe Maioli (coscritto di mio fratello Dino, ha fatto la naja insieme), Domenico Goffi (“gemello” di Giuseppe, di cui è stato anche testimone di nozze), Dario Gosetti (che portò un’innovazione della Fanfara Alpina anche sotto il profilo musicale), Matteo Bresciani (impegnato a servire il rancio in Monticello), l’attuale capogruppo Mario Rivetta (bella persona!), gli amici Giampietro Facini e Guerrino Mazzacani (nipote del Doro), Enrico Beltrami (attuale segretario), per non parlare del mitico Cèco Maioli

Anche l’amico e coscritto dott. Giuseppe Lazzarini, detto Giusy, è alpino. Ha fatto il CAR a Merano, a Malles è stato responsabile medico, grazie alla sua passione per le scalate è stato aiuto istruttore del corso roccia e nel soccorso alpino, oltre che allenatore medico ufficiale dei campionati di sci-alpinismo.
Quando incontro don Italo Gorni scatto sull’attenti al grido di: “Riverisco, Cappellano!” Sì perché il buon monsignore (ma non troppo…) è Cappellano della Sezione Alpini Montesuello: un passaggio obbligato per diventare Vescovo!

L’elenco è lungo, ma devo citare anche Luciano Zanelli, di Muscoline, consigliere nonché responsabile delle Grandi Opere dell’Associazione Nazionale Alpini, ed il Presidente Sezionale Sergio Poinelli, grande amico di mio cognato Sergio.
A Sopraponte ho conosciuto il mitico don Antonio Andreassi, che ha lasciato un ricordo indelebile come cappellano degli Alpini: con quella voce impetuosa e partecipe, le sue omelie dedicate ai caduti in Russia facevano commuovere tutto il popolo.

E saluto Goffi Bernardo, marito della mia amica Maria Festa, volontario AVG e bravissimo a fare lo spiedo presso la sede degli alpini.
Erica Neboli è stata la prima alpina bresciana: ha fatto parte del consiglio del gruppo Alpini di Sopraponte della Monte Suello, poi è passata alla Forestale (oggi Carabinieri forestali). Erica è “figlia di penna” dell’alpino Pietro Neboli, che ho conosciuto negli spettacoli fatti a Vallio Terme. Dove ho anche conosciuto l’alpino Floriano Massardi, ora consigliere regionale in Lombardia, e dove ho l’onore di conoscere l’amico Cesare Fumana, che scrive su Vallesabbianews (pure il direttore Ubaldo Vallini è alpino, è stato un ufficiale di complemento avendo fatto la Scuola Militare Alpina ad Aosta).

A giugno quest’anno gli alpini di Vallio Terme festeggeranno i 90 anni della propria sezione: complimenti e auguri!
Alla scuola di Prevalle ho avuto la fortuna di conoscere molti alpini, presenti in molte attività: nella visita del Museo dei reperti bellici di Capovalle (creato da Giuseppe Lombardi, padre dell’alpino Michelangelo), delle trincee sul Monte Stino, del Buco del Frate, negli spettacoli allo stadio come Protezione Civile…

Li saluto con grande affetto, e poiché sono tanti mi permetto di citare Vincenzo Ondei e Celestino Massardi, che con l’alpino e amico Angelo Mora (che canta nel coro “La Fornasina”) ha raccolto su video le umanissime testimonianze degli ex combattenti di Prevalle.
Saluto anche gli alpini Franco Moladori, appassionato di storia locale e Jacopo Avanzi, degno nipote del mio caro cognato alpino Andrea e figlio di Giuliana Ballerini e di mio nipote Sergio (ahi Juve!).

Sono moltissimi i libri che ho letto sugli alpini. Dai classici “Il sergente nella neve” di Mario Rigoni Stern a “Centomila gavette di ghiaccio” di Giulio Bedeschi.
Ma anche i testi dell’amico Maurizio Abastanotti, come “Dov’è Nikolajewka?” e “Del mio lungo silenzio”, dai quali col Teatro Gavardo abbiamo tratto spettacoli rappresentati in molti paesi, con la magistrale interpretazione di Deni Giustacchini, le musiche di Luca Lombardi, i video di Sara Ragnoli e la regia di Peppino Coscarelli.

Spesso cantavano gli amici del coro La Faita, tra i quali ci sono gli alpini Mario Braga, Italo Roner, Giuseppe Massolini, Massimiliano Lorenzani (che ho visto preparare lo spiedo alla festa in Monticello) ed il maestro Fabrizio Landi. E poi Ernani Cortini, ora Presidente dell'Associazione Volontari Gavardesi. Talvolta cantava anche il coro “Erica” di Paitone, diretto dal maestro Enzo Loda e con tanti alpini tra i cantori.

Tra i libri che ho letto, quello regalatomi da don Dino Martinelli “Alpino Anselmo Martinelli ricordi di guerra 1938-1944” del Gruppo Alpini di Nozza.
E lo struggente “Storie dimenticate” di Aldo Amici, dedicato al sacrificio degli Alpini gavardesi nelle nevose montagne greco-albanesi e nella steppa russa. È la storia di sei amici d’infanzia, costretti dal regime fascista a partire per la guerra. Sono il padre di Aldo, Guglielmo Federico Amici (detto “Rico”), Luigi Bresciani (“Poldo”), Pierino Bresciani (detto “Churchill” perché somigliante al Primo Ministro inglese ), Giuseppe Crescini (“Marcolèt”), Vincenzo Bertera e Vincenzo Tebaldini.  

L’amica Beatrice Meloni ha curato il prezioso libro “Quattro quaderni segreti”, i diari di prigionia del generale degli alpini Giuseppe Giacobinelli. E l’amico maestro Angelo Mora ha pubblicato il commovente libretto “Memorie della Grande Guerra dal Montello a Vittorio Veneto” con le parole del nonno alpino Clemente.

Quest’anno si terrà l’adunata sezionale a Gavardo, organizzata dai gruppi di Sopraponte, Soprazocco e Gavardo, nell’occasione il gruppo gavardese festeggia il centenario della sua fondazione. Che bellezza!
Grazie a tutti gli alpini, di ieri, di oggi e di domani, ma anche a tutte le persone di ogni divisa che si impegnano per migliorare questo mondo. Grazie a quei ragazzi che si sono sacrificati per l’Italia e per la nostra libertà. Ricordare significa rendere giustizia a tutti quelli che sono rimasti là.
Alcuni eventi:

* oggi, domenica, a Lemprato, frazione di Idro,  storica festa in onore del patrono San Sebastiano, la sera estrazione del concorso a premi
* oggi a Salò alle 17 Nic Garrapatero al Salòttino nella galleria in Via Fantoni 36
* a Villanuova pomeriggi Danzanti al Circolo ACLI

* mercoledì a Gavardo in Biblioteca dalle 15 alle 17 “Hub tecnologico: restyling T-shirt” per ragazzi 11-17 anni, reinventa una maglietta grazie alla termopressa
* mercoledì dalle 14.30 al Centro Sociale di Gavardo laboratorio del cuoio condotto da Cisco
* mercoledì sera a Gavardo nella sala Bruni Conter del Museo per “Alle origini del Gattopardo-corso di storia di Gavardo e dintorni” Marco Baioni in “Appunti di preistoria e protostoria del territorio gavardese” (prenotazione obbligatoria)

* giovedì in Biblioteca a Villanuova alle 16 “Creando con Nicole” laboratorio di uncinetto (necessaria la prenotazione)

* venerdì mattina al Salone di Gavardo proiezione del film “Edith Una ballerina all’Inferno” per i ragazzi delle seconde e terze medie dell’Istituto Comprensivo
* venerdì alle 11.30 a Soprazocco Commemorazione dove si trovano le pietre d’inciampo in ricordo di Rivka Jerochan e Davide Arditi, cittadini italiani di religione ebraica, ospitati e arrestati in via Benecco per poi essere inviati ad Auschwitz dove trovarono la morte nel 1944
* venerdì dalle 14.30 al Centro Sociale di Gavardo gioco burraco condotto da Mariangela
* venerdì alle 20 Prima TV assoluta su RAI Scuola in chiaro del film “Edith Una ballerina all’Inferno” un’indimenticabile storia di coraggio
* venerdì alle 21 nella Sala Consiliare di Polpenazze il mio grande amico Andrea Deni Giustacchini partecipa a “Essere speciali, canto per la memoria e il ricordo”, foto di Ilaria Maestri, con Anna Maestri Urdă (voce), Sergio Maestri (chitarra) e Vincenzo Titti Castrini (fisarmonica)

* sabato
a Gavardo in Biblioteca dalle 14 alle 16.30 “Progettiamo in 3D con Fablab Vallesabbia”
* sabato alle 21 a Villanuova nell’Auditorium Garda Sala “Duse” «La cameriera brillante» di Goldoni messa in scena da “La Scuola dell’attore”

* domenica a Gavardo alle 18.30 Commemorazione in ricordo del bombardamento con l’orazione di Matteo Simoni e Andrea Pasini
* domenica sera alla Sala polivalente di Nuvolento “Un Uomo, Primo Levi” con Sergio Mascherpa

Fantastici auguri a 4 persone unite come le caramelle di un tempo, le Tris+1!
Domenica prossima compiono gli anni Mario Taraborelli ed i suoi nipoti Marta e Mattia, meravigliosi gemelli.
E il giorno prima compie gli anni anche l’altro nipote, il simpaticissimo Andrea. Mario è da sempre innamorato della eccellente cuoca Claudia Pozzani, ed è grande amico e coscritto di mio cognato Luigi Avanzi: sono due nonni, ma sono rimasti i ragazzi di sempre.
A proposito, Luigi va sempre alle adunate degli alpini, con la figlia Marcella e la bella nipote Mary Jo.

Ci sentiamo la settimana prossima, a Dio piacendo. W il Chiese! W gli alpini! Forza Chiara!

maestro John
(alpino di seconda classe)

Nelle foto:
1) Gli alpini Bernardo Rossi e Giovanni Zanetti con Sandro Bodei
2) Baldi alpini gavardesi a Colonia al gemellaggio
3) I cari Gigi Bendotti e Sergio Franceschetti
4) Mario e Claudia, sposi felici
(grazie a Cesare Fumana ed a Pierino Guatta per la preziosa collaborazione)



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