Panchina rossa, simbolo della lotta contro la violenza sulle donne

Una panchina rossa, collocata in Piazza Unità d'Italia, proprio davanti all'ingresso del Municipio di Sabbio Chiese, che sia perenne simbolo della lotta contro la violenza sulle donne. E' stata inaugurata lo scorso 5 marzo alla presenza del sindaco Onorio Luscia, dell'assessore alle Pari Opportunità Monica Giori e di alcune rappresentanti della Commissione sociale comunale, del Centro Antiviolenza “Chiare Acque” di Salò e dell'associazione culturale villanovese “La Rosa e la Spina”, che hanno proposto alcune letture sul tema.

“Nel nostro comune – spiega Monica Giori - è attivo da febbraio 2021 lo sportello di ascolto gestito dal Centro Antiviolenza “Chiare Acque” di Salò; come amministrazione comunale vogliamo ringraziare tutte le operatrici che vi operano, aiutandoci a sensibilizzare la collettività e la società civile su questa tematica”.

Il Centro “Chiare Acque”, facente capo alla rete territoriale “Tessere Legami”, è gestito dall’Associazione “Casa delle Donne” di Brescia. Oltre allo sportello attivo nel comune valsabbino ve ne sono altri in provincia: Ghedi e Carpenedolo, oltre a Salò, naturalmente.

Al termine della cerimonia è stato posizionato sulla panchina un fascio di rose rappresentante le donne vittime di violenza, e sulla seduta alcune rose singole contornate da petali, a simbolo di chi non c’è più.

“La panchina – continua l'assessore Giori - vuole essere un simbolo nazionale di rifiuto, memoria e speranza.

Rifiuto verso la violenza intesa non in senso solo fisico, ma anche psicologico ed economico. Si stima che una donna su tre nell’arco della propria vita abbia subito violenza.
Rifiuto verso la solitudine che troppo spesso affligge queste donne, madri, mogli.

Memoria di chi questa violenza ha portato via. La prima panchina rossa è nata a Torino nel 2014 creata dall’artista Karim Cherif all’interno di una campagna territoriale, e su questa sono stati dipinti due occhi, a simbolo dello specchio dell’anima.

Di speranza di cambiamento culturale, perché la violenza di genere nasce anche da un atteggiamento di disuguaglianza. Dobbiamo formare le nuove generazioni al rispetto dell’altro. Parlarne è il primo strumento.

La panchina vuole tenere viva l’attenzione sulle dinamiche che spesso sfociano in atti di violenza, chiedendo una riflessione a tutta la comunità su cosa ognuno di noi possa e debba fare per contrastare il fenomeno del femminicidio”.

Nelle foto:
- La panchina rossa
- Alcune rappresentanti del centro Antiviolenza e dell'associazione "La rosa e la spina"
- L'Amministrazione comunale
- La Commissione sociale