Ricordando i morti per la peste

Lo scorso anno la ricorrenza, alla quale era presente anche l'arcivescovo di Trento monsignor Lauro Tisi, era stata in parte rovinata dal maltempo.

Domenica prossima alla chiesetta dei Morti quella funzione (ore 10, presente anche la Banda San Giorgio) coinciderà con il commiato di don Vincenzo Lupoli, che agli inizi di settembre lascerà questa realtà pastorale per assumere la terza carica della Diocesi in quel di Trento.

Per fronteggiare la situazione Covid green pass e mascherina saranno obbligatori anche al successivo pranzo predisposto dalle associazioni Fanti e Alpini al parco di Boac.

Ma per fare mente locale una riproposizione della storia va comunque fatta, dice il sindaco Stefano Bagozzi.
“Da oltre 170 anni a questa parte a Castel Condino in occasione della quarta domenica di agosto la comunità ricorda le quaranta vittime vissute in isolamento e poi decedute a causa della peste.
I malati soffrivano grandi pene, tanto che  morivano e venivano sepolti isolati dove ora c'è la chiesetta intitolata alla Madonna delle Grazie”.

Gli appestati erano persone emigrate in quel di Venezia in cerca di lavoro ma che un giorno, colpite dal male, dovettero forzatamente fare rientro al paese di origine e su quell'altura attendere in isolamento l'inevitabile fine.

“Dalle narrazioni riportate in vari scritti – aggiungono gli storici di paese Giorgio e Rino Beniamino Bagozzi - emerge che nell'inverno del lontano 1836 sull'area in cui quei castellani erano stati sepolti sbocciarono stelle di Natale.
Fu allora che venne eretta quella chiesetta, che ogni anno alla quarta domenica di agosto vede lassù riunito l'intero paese”.

La foto si riferisce alla funzione di due anni fa