15 Agosto 2021, 08.00
Gavardo
Blog - Maestro John

Madonna e Madonnine

di John Comini

Oggi, festa dell’Assunta, vorrei parlare delle varie santelle dedicate alla Vergine, ringraziare le persone che lottano per la salvezza del Chiese e ricordare una bella persona


Mia mamma a Salò pregava nella chiesetta della Madonna del Carmine e si recava in pellegrinaggio alla Madonna del Rio, immersa nel verde. Da bambino, all’asilo delle suore Orsoline (stupenda la cinquecentesca Chiesa di Santa Maria degli Angeli) giocavo nel brolo, accanto alla Madonnina (non so se ci sia ancora).

Nella mitica colonia di Livemmo facevamo la passeggiata verso la Madonnina.
Con quelli dell’Oratorio ero salito verso la Madonna della Neve, l’antico santuario sul monte Renico. A Villanuova ho avuto la fortuna di incontrare l’indimenticabile Aldo Arrighi e la sua bella famiglia, in località Valverde, dove si festeggia la Madonna dell’Assunta nella bella Chiesetta.

Quando insegnavo a Prevalle ci siamo recati con i bambini e con le maestre Franca Filisina e Vanna Ferraboli alla Madonna del Carrozzone, dove l’amico Paolo Catterina ci raccontava la storia del Santuario. Ho partecipato alle Messe presso il Santuario della Madonna del Mangher, nella fresca Vallio Terme.

Mi sono recato con la mia attuale moglie a Caravaggio, a Lourdes (ma la prima volta abbiamo trovato chiuso…) e al Santuario di Paitone dove, dopo un anno in cui una ventina di coppie di coniugi si sono avvicendate nella gestione dell’Eremo Effatà, ora ci sono tre Suore della Congregazione delle “Sorelle dell’immacolata”: Suor Josephine, Suor Maryann e Suor Yuliana. È bello sentirle cantare e pregare.
Con il Teatro Gavardo e gli amici del Coro La Faita diretto dal M.º Valerio Bertolotti, abbiamo fatto una rappresentazione in occasione delle Feste Decennali della Madonna della Rocca. Approfitto per salutare la mia amica Manuela Bonacina e la sua meravigliosa famiglia.

Quando mio nipote Rosario Ardesi e la bella Alice Foglio si sono sposati, mi ha commosso il momento in cui si sono recati dinanzi all’altare laterale dov’è esposta la Madonna di San Luca, nella splendida chiesa di San Giorgio a Bagolino.

Tempo fa, il 15 agosto, a Gavardo c’era la processione solenne: la statua della Madonna veniva portata a San Rocco (inconfondibile il suono delle campane!) e la statua di San Rocco si trasferiva nella parrocchiale. Il 16 agosto il contrario. Poi per il traffico, da un po’ di anni la statua della Madonna viene lasciata nella chiesa di San Rocco, e riportata nella parrocchiale la prima domenica di ottobre, vicina al 7, festa della Madonna del rosario. Il rosario! Quanti ne ho recitati, a casa in famiglia, come chierichetto, e adesso quando cammino.
La Madonna è in testa a tutte le classifiche di invocazione. Dicono che Gesù sorridendo si lamenti: “Non c’è niente da fare. Anche quelli a cui San Pietro chiude la porta del Paradiso, mia Madre li fa entrare dalla finestra!”

La Madonna è una sola, ma ci sono tante santelle, edicole votive testimonianza della devozione popolare verso la Madre di Gesù. Molte furono realizzate perché la Madonna intercedesse per scongiurare le malattie degli uomini e delle bestie, propiziare i raccolti, calmare la furia degli elementi naturali. Ma ci sono anche le crocifissioni straordinarie, affreschi stupendi all’interno di case di origine nobiliare, e piccole ma meravigliose Madonne… Ora passo in rassegna alcune santelle e affreschi gavardesi: se farò qualche errore, dirò un rosario in più!

La chiesa della “Madóna dei osèi”, l’affresco in località Marsina, in via Fornaci (ex fabbrica laterizi), sul muro della Chiesa di San Rocco (un affresco ormai deteriorato dal tempo e dal traffico), Regina Pacis all’imbocco di Via Fornaci (costruita nel 1946, per un ex voto), in fondo a via Giovanni Quarena (vicino alla rotonda), la cappella in località Bolina, l’affresco in via Quarena (ex Albergo Braga), le belle santelle di Via Monte, verso il Monticello (Via Crucis), in via San Pellegrino, nella zona delle Case Nuove (una bella Madonnina posata molti anni fa dal Doriddo Bertuetti), il crocifisso in Via del Signurì (chiamata così proprio per la santella), in via delle Madonnine (“Devoto passegger/non ti sia grave/fermare il passo/ e recitare un’Ave”), in località Büsela, in via Roma (il crocifisso ricorda l’ingresso del Parroco don Francesco Zilioli nel 1972), in via Molino, in piazzetta San Bernardino (con la statua del santo), in via Elisa Baldo (edicola sacra sul muro di Casa San Giuseppe) ed un bell’affresco più su.

Ma ci sono anche a Rampeniga, sul colle di San Martino. A Sopraponte in Piazza Anderloni e in via Villa in via Borzina (Madonna delle castagne), in via Vrenda, a Caderusso, in località Casalicolo, per il Magno contro la peste e una “Fuga in Egitto”, sulla strada per le “pöle, alla Colonia di Magno “Beata Vergine di Fatima”, in Selvapiana. A Soprazocco in Via Orefici e in Via Piazze, in via Bariaga, in via Bagozzi. A Limone accanto all’altar maggiore c’è l’altare dell’Immacolata.

Da sempre, per tutto il mese di maggio le varie zone recitano il rosario presso le Santelle. E proprio venerdì scorso l’instancabile don Italo (monsignore…ma non troppo) ha celebrato la Messa alla Madonna del Rì, in mezzo ai campi vicino al villaggio La Meridiana.

Angelo Susio, papà di Stefano (di cui ho apprezzato la mostra di cartoline all’Isolo), aveva scritto una bellissima filastrocca in dialetto sul Ponte, dal titolo “Cisuline, Sincète, Cruss, Santèle e Altarì”, che è stata lo spunto per il libro fotografico “Gavardo da salvare trent’anni dopo” (Grafo edizioni). Scriveva:
“La sincèta piö granda l’è chèla che ghè per nà al Büdilù
che l’è ciamada amo ‘ncö ‘èl Sincitù’…
(e concludeva)
Pöl dass che a fa cozé, le nosse popolassiù
le turne a ricordass dèle antiche tradisiù
e le préghe de piö i Sancc, la Madona e ‘l nòs Signur
perché töcc i òm i gàbes la grassia de ulìss bé ‘n tra lur!”

Ho scoperto che ci sono la Madonna del Fiume, la Madonna del Lago ed il santuario della Madonna dell’Acqua. A Lei dedico la mia personale preghiera per il fiume Chiese: “Cara Madonna dell’Acqua, Ti prego, in questa Valle di lacrime: illumina le menti dei politici, talvolta annebbiate dai giochi di potere. Fa che salvino il fiume Chiese, un fiume che ha bisogno di rispetto, di protezione, un fiume che non va bistrattato per nessun motivo. Ti preghiamo, Madonna dell’Acqua. Amen.”

Ammiro i ragazzi delle molte associazioni ambientaliste che si stanno sacrificando a Brescia, nel presidio davanti al Broletto, sede della Prefettura e della Provincia. In questi giorni di caldo atroce, anziché andare al fresco dei boschi, del mare (o del lago…), spendono il proprio tempo delle vacanze per difendere il fiume Chiese. Grazie ragazzi, per me siete un vero esempio di civiltà! Se potessi vi abbraccerei uno ad uno, ma fa troppo caldo, eh eh eh! Caro Presidente Mattarella, dia un’occhiata alla faccenda! C’è sempre tempo per cambiare in meglio!

Per finire, vorrei ricordare una bella persona che ci ha lasciato, Angelo Onger, giornalista bresciano. Quand’ero giovane, ho lavorato con lui per alcuni mesi alla rivista “Madre” diretta da don Mario Pasini, e l’ho apprezzato per la grande sensibilità umana e cristiana. È stato direttore di “Madre”, ha lavorato alla Voce del popolo, a Radio Voce, a Battaglie Sociali ed a Radio Raphael. Sua nipote Chiara, figlia di suo fratello Giancarlo (maestro responsabile dell’Ufficio Bisogni educativi speciali dell’Ufficio Scolastico provinciale), ha scritto con Chiara Abastanotti “Il colore della pioggia” sulla strage di Piazza Loggia, da cui con gli amici del Teatro Gavardo abbiamo tratto un commovente spettacolo.

Ci sentiamo la settimana prossima, a Dio piacendo. W il fiume Chiese!

maestro John

Nelle foto:
1) La processione con la statua della Madonna (accanto il caro Cesare Cavagnini, che frequentava spesso il Santuario di Paitone)
2) La Madonnina di Livemmo
3) Mio nipote Stefano Comini da bambino, davanti ad una santella che c’era vicino a Piazza Aldo Moro
4) Amici, sindaci, menestrelli e maestri poeti al presidio davanti alla Prefettura
Qui sotto, il link (grazie a Giusi Zabbialini) dove l’amico Fabrizio Landi declama una sua composizione: "Èl ragionament del Ces col Sarca"
https://fb.watch/7kMBEhcLxF/




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