Musica in uno scrigno d'arte

La musica torna protagonista nell’affascinante chiesetta di Sant’Antonio. Nell’ambito del Festival internazionale della chitarra «Estate a 6 corde», questo scrigno d’arte e spiritualità, venerdì 23 luglio alle 21, ospiterà il concerto «Echi da un Salotto dell’Ottocento» del Classico Terzetto Italiano con Ubaldo Rosso al flauto, Carlo De Martini al violino e Francesco Biraghi alla chitarra che eseguiranno musiche di Nicolò Paganini, Gioacchino Rossini e altri autori del primo Ottocento.

L’iniziativa, promossa dalla locale Pro loco in collaborazione con l’Agenzia territoriale per il turismo della Valle Sabbia e l’Associazione «Note future», segna il rinnovato interesse della comunità anfese per la chiesetta edificata nel XIV secolo sul dosso di Castér.

Oltre quarant’anni fa, nel periodo dal 1966 al ’70, l’edificio è stato oggetto di un restauro, curato dal laboratorio d’arte Simoni-Seccamani, che ha riportato alla luce elementi architettonici e pittorici di grande valore che testimoniano come questo luogo sia stato in passato un rilevante polo d’attrazione culturale e religioso.

Nella scia di questo importante ritrovamento, il compianto avvocato Silvio Pelizzari fondò il gruppo «Amici di S. Antonio» che negli anni si adoperò per valorizzare l’edifico e proporre iniziative musicali e culturali. Ora, a distanza di molti anni, la Pro Loco di Anfo intende ricostituire questo sodalizio per riprendere l’opera di sensibilizzazione verso la chiesetta di Castér.

Il nuovo parroco dell’unità pastorale dell’Eridio, don Fabio Peli, si è già adoperato per iniziare un iter che, nelle intenzioni del religioso e della Pro loco, dovrebbe portare ad una seconda campagna di restauro dei preziosi affreschi Trecenteschi, che sono quanto di meglio rimane di quel periodo in Valle Sabbia.

A questa iniziativa non farà mancare il suo sostegno la Fondazione della Comunità Bresciana onlus, che recentemente ha inserito il restauro della chiesetta di Sant’Antonio tra le iniziative finanziate per l’anno 2010.

Tuttavia, tanto don Peli quanto la Pro loco non nascondono che occorrerà raccogliere attorno a tale iniziativa più attori, sia pubblici sia privati, che possano farsi carico della valorizzazione della chiesetta, vero gioiello dell’arte bresciana del Trecento.

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