De Gregori all'Elba delude Vedovelli

Mentre in Vallesabbia si alternavano notti rock, "Musicando" e feste di paese ho avuto l’occasione di assistere al concerto che Francesco De Gregori ha tenuto a Portoferraio sull’Isola d’Elba. Come promesso ora vi racconto come è stato.
In una bellissima cornice, con il palco affacciato sul mare, tutto faceva presupporre un concertone senza precedenti. Alle 22 il cantautore romano è salito sul palco, un sorriso al pubblico e subito giustifica il prezzo del biglietto decisamente impegnativo (31 euro) dicendo ”benvenuti, vi faremo divertire e non vi faremo rimpiangere il prezzo del biglietto”.

Il brano d’apertura è “finestre rotte” tratto dalla sua ultima fatica “per brevità chiamato artista”, seguono due pezzi dell’album Titanic ma il concerto stenta a decollare. De Gregori appare stanco e demotivato, quasi non avesse voglia di suonare, quasi irritato.
Si arrabbia quando davanti al palco passa un membro della Staff di sicurezza e chiede che non passi davanti nessuno mentre sta suonando. I pezzi che seguono sono sempre gli stessi. Ho assistito ad una decina di concerti di De Gregori,e 8 pezzi non cambiano mai.

Sono sempre presenti: Alice, Rimmel, La donna cannone, Titanic, Il bandito ed il campione, La leva calcistica del ’68, ecc... a cui si aggiungono 4 pezzi del nuovo album. Una ricetta che annoia il pubblico più affezionato, che vorrebbe sentire altre canzoni, vere e proprie perle di poesia che De Gregori ha scritto e chissà perché si ostina a non cantare mai.
Gli arrangiamenti spaziano dal Rock al melodico, senza trovare una dimensione ben precisa, senza riuscire a creare un filo conduttore tra i brani. Pezzi che restano isolati, che muoiono con l’ultima pennata di chitarra, e non si crea un climax crescente come generalmente riescono a fare i grandi artisti.

Il pubblico, numerosissimo, applaude, sorride, ma non sembra troppo convinto della performance.
De Gregori saluta dicendo “operazione riuscita, noi ci siamo divertiti, speriamo anche voi...” frase che lascia il tempo che trova e il rammarico per un’occasione sprecata.
Sulla strada del ritorno in Hotel mi consolo ascoltando “amore nel pomeriggio”, sperando che “il De Gre” torni ad esser quello che è stato per molti anni.

Davide Vedovelli

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