L'ex assessore provinciale, fuori dalla giunta Molgora, attacca il suo partito Margherita Peroni, leader della corrente: «Nel Pdl un assalto alla diligenza. E scuse puerili per giustificare l'esclusione».
Corrado Scolari parla per la prima volta dopo la mancata riconferma nella giunta Molgora. Lo fa accanto a Margherita Peroni, il consigliere regionale a capo di quella corrente che, a detta loro, «nel Pdl qualcuno vorrebbe eliminare».
Per la vicenda che ha visto protagonista Scolari, entrambi evocano il sospetto di un disegno dietro la non riconferma nella delega, ricoperta per sette anni, alla Protezione Civile. Ma, forte del sostegno popolare - «decine sono state in questi ultimi giorni le manifestazioni di solidarietà e di fiducia da parte di cittadini ma anche di esponenti dell'opposizione e dei vertici a livello nazionale», (nonché la recente vittoria con più del 70 per cento come sindaco di Berzo Demo) - Scolari ora decide di rompere quel silenzio «monacale» in cui si era rifugiato durante la tempesta.
«E' MANCATA la lealtà in questa vicenda; nessuno si è degnato di chiamarmi per darmi delle spiegazioni su quanto accaduto - dice -. Ho fatto come mi avevano indicato: non mi sono candidato in nessun collegio perché l'accordo era che gli assessori uscenti facessero da traino alla campagna elettorale sul territorio e, com'era poi naturale, ci sarebbe stata la riconferma».
Secondo Margherita Peroni c'è stato un vero e proprio «assalto alla diligenza». Critica fortemente anche le «false giustificazioni» che il partito bresciano ha dato dell'accaduto. «A fronte di quello che ho letto sulla stampa, voglio dire tutta la verità , perché molti mentono sapendo di mentire». La Peroni si riferisce, in particolare, a tre questioni. «Hanno detto che non c'erano più posti - incalza - ma avevano in realtà più posti che persone, e Scolari è stato fatto fuori comunque».
IN SECONDO luogo ricorda la colpevolizzazione della Lega. «Che, al contrario, devo ringraziare: la Lega non ha mai chiesto la delega alla Protezione Civile». Terzo alibi stigmatizzato da Peroni. «Ho sentito dire che la delega non è andata a Scolari perché non aveva consiglieri provinciali eletti nei collegi attribuiti al nostro gruppo. Ma - attacca - questo è il frutto di un'altra promessa non mantenuta, e cioè la distribuzione equa all'interno del partito dei collegi sicuri».
Alla vicenda personale si mescola quella politica che vedrebbe un progressivo divario tra partito e cittadini. «Lo statuto del Pdl si basa sulla rappresentanza della gente. In questo caso, invece, non è stata rispettata - prosegue Scolari -, è mancato il dialogo».
E proprio l'assenza di dialogo e democrazia in seno al Pdl, sono, secondo Peroni, motivo di allarme. «Questa brutta pagina di politica è ormai girata, tante candidature sono state imposte, a Botticino, a Breno o a Palazzolo, senza rispettare la gente. Ma nonostante questo noi non chiudiamo la porta. Anzi, continueremo a premere sul pedale del dialogo, per il bene del partito».
Silvia Ghilardi da Bresciaoggi
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ARTISTA: Jet Set Roger.
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