Freddo e secco, sale l’inquinamento

L’ondata di freddo con assenza di vento che ha investito il nord Italia in questi giorni sta provocando il ristagno dell’aria e l’inquinamento atmosferico subito ne risente.
Le centraline dell’Arpa che monitorano la presenza degli inquinanti nell’aria, sparse per città e provincia, stanno registrando in questi giorni di metà gennaio valori oltre la soglia di attenzione.

Tutto l’inizio del mese, a dir la verità, ha presentato spesso giorni con esuberi. Non fa eccezione quella di Odolo, che misura i livelli di Pm10 nell’aria.
Fino a ieri, 17 gennaio, i giorni con valori oltre 50 micro grammi per metro cubo sono stati ben 10. Ieri la centralina ha registrato una media di 79 µg/m3.
Ma pure il mese di dicembre 2011 ha segnato ben 14 giorni di esuberi.
Anche il mese di gennaio dello scorso anno è stato quello con l’aria più inquinata, con ben 20 giorni di esuberi.
In totale i giorni del 2011 oltre i livelli di attenzione sono stati 73; nel dettaglio: 20 a gennaio, 19 a febbraio, 7 a marzo, 3 a ottobre, 10 a novembre e 14 a dicembre.

Come si nota, i mesi più freddi sono ovviamente quelli più inquinati, specie nei giorni con temperature rigide e assenza di ventilazione, come questi.
C’è solo da sperare che le condizioni meteo cambino, ma fino al prossimo fine settimana non sono previste nubi all’orizzonte cariche di pioggia o di neve.

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