Ancora esuberi di Pm10

L’assenza di vento e di precipitazioni ha fatto nuovamente salire la concentrazione di polveri sottili in buona parte delle città della Lombardia e anche a Odolo.

La centralina posta in centro al paese da lunedì ha nuovamente superato il limite di 50 microgrammi per metro cubo di Pm10, registrando l'altro ieri 63 µg/m³ e ieri 76 µg/m³.

La scorsa settimana esuberi si sono registrati martedì 2 febbraio (56 µg/m³), mercoledì 3 (57) e giovedì 4 (77); poi la pioggia giunta venerdì ha ripulito l’aria dallo smog, abbattendo il livello degli inquinanti nell’aria che è rimasta pulita per l’intero fine settimana.
I valori, seppure oltre le soglie di allarme, sono comunque inferiori rispetto alla settimana precedente, quando mercoledì 27 gennaio si era toccato il picco di 100 microgrammi per metro cubo di Pm10 e l’inquinante era rimasto oltre i limiti per bene 15 giorni consecutivi, dal 15 al 29 gennaio.

La speranza è che la precipitazione (probabilmente neve) prevista per i prossimi giorni possa ripulire l’aria dallo smog, in attesa di trovare soluzioni a un problema che si sta trascinando a livello regionale da diversi anni.

Perché le Pm10 fanno male
L’inquinamento urbano, causato prevalentemente dalle polveri sottili Pm10, è diventato causa principale dell’aumento di allergie e malattie respiratorie infiammatorie nei bambini che vivono in luoghi a diretto contatto con lo smog metropolitano.
Le polveri sottili non vengono filtrate dal nostro naso e così raggiungono con facilità le vie respiratorie, fino ai polmoni. Queste polveri sono in grado di alterare il funzionamento della mucosa bronchiale, così da causare bronchiti e bronchioliti, così diffuse tra i più piccoli.
Il sistema immunitario infantile non è ancora sviluppato e così fino all’adolescenza i più piccoli sono terreno fertile per virus e batteri che, complice la stagione invernale e il freddo, e combinati alle polveri sottili sono vittime di infiammazioni alle vie respiratorie.

Nel 2006 uno studio dell’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) ha rivelato che in 13 città d’Italia 8.220 morti l’anno sono attribuibili al Pm10 per concentrazioni superiori ai 20 µg/m³. Questo valore equivale al 9% della mortalità per tutte le cause naturali nella popolazione oltre i 30 anni di età. In positivo, la riduzione della concentrazione di Pm10 è direttamente proporzionale all’allungamento dell’aspettativa di vita: ogni 10 microgrammi per metro cubo di Pm10 in meno, aumento l’aspettativa di vita media di circa sei mesi.

(ultimo aggiornamento mercoledì 10 febbraio, ore 9.30)

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