Nuova scuola di Vobarno: «Che finisca l'odissea»

Di sicuro la ditta Pavoni S.p.A., che ha acquisito il nuovo appalto dei lavori della scuola media, nota per serietà e puntualità, riuscirà a consegnare l’opera nei tempi previsti.
Facciamo tutti il tifo, affinché ciò avvenga.

Del resto gli studenti di Vobarno, in questi 4 anni, hanno già sofferto abbastanza per una sistemazione non proprio consona per una scuola.
Vorrei solo rammentare che la decisione del Governo, nel mese di novembre 2020, di continuare le lezioni a distanza, è venuta in soccorso all’Amministrazione, che doveva consegnare la scuola per l’avvio del cantiere e ancora non aveva approntato i locali sostitutivi.

Ora non è tempo di ritornare alla discussione iniziale sulla bontà del progetto.
La scelta su accorpamento sì o no con le scuole elementari, nodo stridente, fa parte di un confronto legittimo. Sindaco e Giunta hanno deciso in tal senso e sarà la capienza degli spazi futuri a dirimere il quesito.

Altra cosa invece è il ripercorrere la vicenda del primo bando di appalto, dove le responsabilità di Sindaco e Giunta sono evidenti.

Siamo nel 2019: il settore edile era in difficoltà per crisi di liquidità  e l’appalto di circa 6 milioni di euro (IVA compresa) era sicuramente accattivante per le imprese. Infatti, alla gara, furono presentate un centinaio di offerte, provenienti da imprese di ogni dove.

Dove sta la responsabilità politica?
É quella di aver scelto il criterio del massimo ribasso, anziché quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa.
Mi si dirà che la procedura di appalto era in capo a Comunità Montana.
Replico che l’assenso finale a questa scelta è stato dato dal Comune di Vobarno.

Campanelli d’allarme ce n erano stati, in comuni limitrofi il blocco dei cantieri e l’abbandono delle imprese aveva già creato notevoli problemi, per cui non era difficile immaginare che la crisi di liquidità avrebbe scatenato una concorrenza spietata tra imprese per accaparrarsi l’appalto.
Così è successo!

L’offerta vincitrice prevedeva un ribasso sulla base d’asta pari al 26% (come risulta da determina del 9/10/2019 n.435).
A questo sono susseguiti ricorsi tra imprese al TAR e al Consiglio di Stato, il versamento dell’anticipo del 10% (come da legge), l’inizio dei lavori e il successivo abbandono da parte dell’impresa.

Parliamo di un ribasso esagerato, mentre il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, avrebbe garantito maggiormente l’Amministrazione Comunale ed evitato i gravi ritardi accumulati.
Questi ritardi hanno coinciso con la crisi pandemica, sommata a una crisi economica che ha visto schizzare alle stelle i prezzi in edilizia.
Il ricalcolo del progetto originale passava così dai circa 6 milioni di euro ai circa 9 milioni di euro.

Il rischio di ripetere nuovamente la trafila del primo appalto era reale.
Il Sindaco ha dovuto gioco forza rivedere il progetto per restare al di sotto della soglia di spesa che consentisse di evitare la gara coi criteri europei e procedere invece con la modalità di convocazione di un numero di imprese limitato, individuate dall’Ente.
Ha risposto solo l’impresa che sta attualmente proseguendo i lavori.

Ma la revisione del progetto cosa comporta?
Significa che avremo sicuramente una scuola nuova (ce lo auguriamo tutti), ma con il sacrificio di spazi vitali; non ci sarà la palestra, l’aula magna, una sala di musica adeguata (l’indirizzo scolastico di Vobarno è musicale) e una sistemazione dei servizi mensa non proprio ottimale.
Questi sono i rilievi principali.

Forse se il Sindaco avesse coinvolto di più il Consiglio Comunale, gli utenti e gli insegnanti, un po' di pastrocchi si sarebbero evitati.
Non basta dichiarare a ogni piè sospinto che “si lavora per il bene dei Vobarnesi”, bisognerebbe avere capacità d’ascolto su questo, come su altre problematiche, siano i rifiuti o i servizi sociali. Ma tant’è, è così!

Vobarno luglio 2023
Ernesto Cadenelli consigliere di IMPEGNO CIVICO

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