Cinque ore di lavoro per spegnere le fiamme

Come e perch� resta tutto da chiarire. Quello che � certo � che le fiamme l’altra notte hanno trovato terreno fertile nel tetto dell’ex Lanificio Grignasco al Bostone di Villanuova.
Il grosso incendio � scaturito a quanto pare da una zona del fabbricato che ospita un centinaio di fusti contenenti scarti della lavorazione tessile che fino ad un paio di anni fa si svolgeva quotidianamente nell’ex Lanificio. Tutto � cominciato attorno alle 2. Una manciata di minuti e sul posto sono accorsi quattro mezzi dei Vigili del fuoco: due autopompe e un’autobotte dei Vvf permanenti e volontari di Sal�, partiti dal Distaccamento di via Turrini, e uno inviato dal Comando provinciale di Brescia.

Estremamente difficile il contesto in cui i pompieri si sono trovati ad operare: l’interno dello stabilimento in disuso, infatti, lungo circa 500 metri, era completamente invaso da una fitta coltre di fumo nero, mentre la copertura del tetto era in fiamme. Il personale dei Vvf ha proceduto su pi� fronti: da un lato alcune squadre erano impegnate nello spegnimento diretto delle fiamme che stavano rapidamente estendendosi a una vasta fetta della copertura, mentre altre unit� dei Vvf saliti sul tetto, cercavano di limitare quanto pi� possibile l’estensione dell’incendio, specie per scongiurare il propagarsi delle fiamme ai fabbricati limitrofi, adibiti a magazzini di altre aziende.

I Vigili del fuoco hanno dovuto lavorare ben cinque ore prima di riuscire a domare completamente le fiamme e bonificare l’area per evitare che nuovi focolai potessero rinnovare l’incendio. Tutto finito attorno alle 7 di ieri mattina, con un bilancio decisamente pesante. Nel complesso, infatti, il tetto � stato intaccato dalle fiamme per una superficie - peraltro di materiale isolante - di circa 300 mq, cinquanta dei quali sono di fatto crollati.

Le cause del rogo restano da appurare, ad opera della squadra di Polizia giudiziaria dei Vigili del fuoco e dei Carabinieri di Sal�, pure intervenuti. � escluso che possa essersi trattato dell’esito di un corto circuito: l’impianto elettrico dell’edificio, infatti, non � pi� attivo da tempo. Poco verosimile, insomma, la causa accidentale, pi� �battuta�la pista dell’origine dolosa.
In particolare si ipotizza che nella notte all’interno dello stabile avesse cercato riparo qualche senzatetto, che accendendo un fal� per scaldarsi, abbia finito col dare il la all’incendio.

g. gal. GdB

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